martedì 31 gennaio 2012

Goddards Ale of Wight

L’avventura della Goddard’sBrewery inizia sull’Isola di Wight nel 1991, assieme ai problemi finanziari della famosissima compagnia assicuratrice inglese Lloyd’s. Anthony Goddard, si trova in difficoltà economiche a causa del crollo delle azioni della compagnia, si vede costretto a vendere questa splendida residenza a East Cowes (Barton Manor) con vigneto annesso ed a trasferirsi nella più “modesta” residenza di campagna Barnsley Farm, nei dintorni di Ryde. Perso il vigneto, Goddard decide allora di “rifarsi” e di dirigere la sua passione verso la birra. In quello stesso periodo, uno dei più antichi birrifici dell’isola (Burt's) naviga in cattive acque ed Anthony fa un’offerta per rilevarlo, che però viene rifiutata dai curatori fallimentari. L’occasione gli permette però di entrare in contatto con Jonathan Stancill, mastro birraio alla Burts che decide di seguire Anthony alla fattoria ed installare un nuovo microbirrificio, che realizza la prima cotta a Maggio del 1993. Nello stesso anno Goddard stipula un contratto con la TavernSupplies per la distribuzione delle birre, ma pochi mesi dopo il padrone della Tavern muore e l’accordo cessa. Nel 1994 Anthony decide di rilevare la Tavern e di farla confluire all’interno della Goddards Brewery Ltd., edificando anche un magazzino adiacente alla fattoria per svolgere l’attività di distributore di bevande. Nel frattempo in sala cottura è arrivato Richard Harvey, con precedenti esperienze come birraio alla Bass ed alla Gibbs Mew (Salisbury) e come direttore generale alla Hop Back ed alla Hampshire Brewery. Dopo questo breve excursus storico, passiamo alla sostanza e stappiamo questa bottiglia di Ale of Wight, una golden ale dal volume alcolico, in bottiglia non pastorizzzata, del 4% (alla spina solamente 3.7%). Nata come birra stagionale estiva, ha ottenuto un buon successo di vendite ed è entrata a far parte della produzione regolare. Un po’ di confusione sulla classificazione; sul sito del birrificio c’è la parola “lager”, per Ratebeer è una “golden ale”, mentre Beer Advocate la mette tra la “bitter”. Ad ogni modo, la filtrazione la rende di un bel colore dorato, limpido; la schiuma, abbastanza fine, è poco generosa, bianca, cremosa. Nella pinta si rivela ancora fresca ed elegantemente profumata di fiori, lemon grass, scorza e polpa d’agrumi. Dopo tante birre natalizie, dopo tutte le diverse declinazioni di imperial (stout, Ipa) che il mercato ultimamente ci propone, dopo tutti i luppoli esotici o “pacifici”, è un grande piacere ritrovarci davanti una birra che profuma di Inghilterra, di luppoli inglesi, di tradizione. Classica “summer ale” anche in bocca, con un leggero imbocco maltato dove troviamo note di biscotto e di crosta di pane che lasciano subito campo aperto all’amaro della scorza d’agrumi (arancio, lime). Leggera e snella in bocca, giustamente watery e delicatamente carbonata come un classica pinta da cask. Pulita e rinfrescante, finisce secca e si congeda coerente con se stessa, lasciando un retrogusto amaro ricco di scorza d’agrumi. Siamo nel bel mezzo dell’inverno, ma ci siamo gustati questa ottima session beer come se fuori fosse ferragosto. Certo, altra storia è berla al sole, all’aperto, con davanti agli occhi il panorama offerto dalle scogliere dell’Isola di Wight. Ma accontentiamoci. Formato: 50 cl., alc. 4%, scad. 26/04/2012, prezzo 3.73 Euro.

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english summary:
Brewery: Goddard’s Brewery, Barnsley Farm, Ryde, Isle of Wight, England
Style: Golden Ale.
Appearance: clear golden color with a small creamy white head. Aroma: flowery, citrusy, lemon grass. Fresh. Mouthfeel: light body, low carbonation, watery texture. Taste: crisp and bitter, clean, with refreshing lemon zest and a light biscuity and bready malt backbone. The finish is dry, bitter, hoppy and again zesty. Overall: a very good and tasty golden summer ale. Very well done and sessionable. Even if we drank this in the middle of the winter, we closed our eyes feeling as if it was pure summer. Bottle: 50 cl., 4% ABV, BB 26/Apr/2012, price 3.25 GBP.

lunedì 30 gennaio 2012

Birrificio Dada Lop Lop IPA 50

Compirà due anni a Maggio il Birrificio Dada fondato a Correggio (Reggio Emilia) nel 2010 da Enrico Bartoli, homebrewer da lunga data, e Roberto Ferrari, master in economia ma grande appassionato di birra. Il nome scelto è ovviamente un tributo al movimento Dadaista, la cui data di nascita si fa solitamente coincidere con l’inaugurazione del 1916, a Zurigo, del mitico locale “Cabaret Voltaire”. Il manifesto definitivo del Dadaismo venne redatto nel 1918 da Tristan Tzara, la cui immagine è stata scelta non a caso scelto come logo del birrificio. Un movimento nato come reazione quasi “spontanea” agli orrori della guerra e caratterizzato dal rifiuto di tutti gli schemi razionali, di tutti i valori borghesi ed estetici dell’arte tradizionale che il dadaismo si propone “anarchicamente” di demolire, attraverso lo scandalo, l’irrazionalità, l’ironia, la sperimentazione. Il Birrificio attinge a piene mani dalla (non) estetica Dadaista anche per quel che riguarda la grafica delle proprie etichetta, esplicitamente ispirate ai collages ed ai fotomontaggi realizzati in quegli anni da artisti come da Kurt Schwitters, Hans Arp, Raoul Hausmann. Tutte ad alta fermentazione le birre attualmente in gamma, quasi equamente distribuite tra tradizione anglosassone e belga. Questa Lop Lop 50 è una India Pale Ale un po’ più “spinta” rispetto alla produzione regolare “Lop Lop”. Molto bella come al solito l’etichetta che ospita, in collage fotografico, il volto dell'artista Michael Huelsenbeck (ringraziamo Enrico del Dada per la precisazione, noi avevamo detto Paul Éluard !). E’ brassata con malti pils, pale, aromatic e carapils, mentre i luppoli utilizzati sono Chinook e Simcoe. Di colore arancio pallido, opaco, con un piccolo cappello di schiuma leggermente “sporca”, fine e cremosa, dalla buona persistenza. Aroma ricco di agrumi (pompelmo, scorza di limone), semplice ma molto elegante e pulito. Molto gradevole l’imbocco, con una carbonazione contenuta ed una morbidezza che ci porta idealmente su uno sgabello al banco di un pub inglese. Giustamente “watery ma non troppo”, questa Lop Lop 50 si fa bere molto velocemente, e con gusto: leggera base di malto biscotto, poi un bell’amaro, ricco di agrumi (polpa e scorza) e una bella secchezza che tiene il palato sempre ben pulito. Lascia un lungo retrogusto amaro, abbastanza intenso, caratterizzato da note di scorza di limone. IPA molto gradevole, basata su pochi elementi molto ben assemblati tra di loro; quasi perfetta, secondo noi necessita ancora di un pochino di ulteriore pulizia in bocca. Ma già così, è un gran bel bere. Birrificio molto promettente, da tenere d’occhio. Formato: 50 cl., alc. 5.4%, 50 IBU, lotto IL H09, scad. 05/2012, prezzo 5.00 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Dada, Correggio, Reggio Emilia, Italy.
Style: India Pale Ale.
Appearance: hazy pale orange with a small creamy off-white head. Aroma: citrusy and zesty (grapefruit, lemon). Mouthfeel: medium body, low carbonation, watery texture. Very smooth, almost creamy to the palate. Taste: light biscuit malt backbone; zesty bitterness with hints of pink grapefruit. Very dry finish, grassy and zesty hoppy bitter long aftertaste. Overall: a very pleasant IPA, simple and tasty, almost quaffable. Just needs some minor fine-tuning. Bottle: 50 cl., 5.4% ABV, 50 IBUs, batch IL H09, BBE 05/2012, price 5.00 Euro

domenica 29 gennaio 2012

Bad Attitude Rudolph

Bad Attitude è il nuovo progetto brassicolo intrapreso nel 2010 da Lorenzo Bottoni; conclusa l’esperienza come birraio al Piccolo Birrificio d’Apricale, Lorenzo adotta lo pseudonimo di “Marcos” ed inizia la produzione presso gli stabilimenti del Birrificio Ticinese a Stabio, in Svizzera. Il birrificio sin dalla nascita punta molto sulla comunicazione via Internet, con un blog, un sito molto curato e pieno di riferimenti alla musica rock, che spesso ispira anche i nomi delle birre stesse. Tra le altre iniziative intraprese da Bad Attitude, vanno segnalate la prima birra “artigianale” in lattina Svizzera (la “Kurt”, ovviamente ispirata alla figura di Mr. Cobain) ed il progetto “Collettivo Birra” che potete approfondire sulla pagina ufficiale. Attualmente l’offerta di Bad Attitude si compone di sette birre, incluse anche alcune stagionali come questa Rudolph, una produzione invernale. Il sito segnala anche che parte del ricavato delle vendite di questa birra verranno devolute all’associazione Piazza Grande di Bologna. Si tratta di un “winter warmer” speziato con ginepro, zenzero e cannella. All’aspetto è di color rame, opaco; la schiuma, leggermente ocra, è abbastanza fine e cremosa, molto persistente. Naso poco pronunciato, dove emerge una leggera speziatura nella quale riconosciamo sentori di cannella e zenzero; appena aperta percepiamo anche qualche leggera nota di solvente che però fortunatamente scompare lasciando riposare la birra nel bicchiere. In bocca la troviamo abbastanza morbida, sostenuta da un corpo medio e da una carbonazione molto vivace. C’è una solida base di malto biscotto, caramello, una leggera speziatura che “pungola” il palato seguita da note amare abbastanza particolari dove i luppoli s’intrecciano probabilmente con le spezie. L’alcool è ben nascosto, e la birra si lascia bere molto facilmente; lascia il palato un po’ appiccicoso, prima di congedarsi con un retrogusto maltato appena etilico, non molto lungo. Un discreto “winter warmer”, che scalda ma non troppo, e che ha il merito di utilizzare le spezie per caratterizzare piacevolmente in modo equilibrato la birra senza lasciarsi prendere troppo la mano. Formato: 33 cl., alc. 8.3%, scad. 26/11/2012, prezzo 2.50 Euro.




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english summary:
Brewery: Bad Attitude, brewed at Birrificio Ticinese, Stabio, Switzerland.
Appearance: cloudy copper color with a long lasting creamy off-white head. Aroma: hints of cinnamon and ginger. A very light hint of solvent is quickly disappearing as soon as the beer rests into the glass. Mouthfeel: medium body, oily texture, lively carbonation. Taste: biscuit malt, spices, bitter grassy hops. ABV well hidden; kind of sticky to the palate, malty aftertaste, slightly warm and alcoholic. Overall: a spiced winter warmer with a good balance and drinkability. Nothing outstanding, yet a pleasant drink. Bottle: 33 cl., 8.3% ABV, BB 26/Nov/2012, price 2.50 Euro.

sabato 28 gennaio 2012

Birra del Buttero Maremmamara

Esordisce se non erriamo nel 2011 la gamma della “Birre del Buttero”, un progetto realizzato dal Birrificio Amiata e “dedicato” alla vicina Maremma toscana. Nuovi prodotti coerenti con la storia del birrificio che sin dalla nascita ha sviluppato delle birre caratterizzate da saldi legami con il territorio dove opera, il Monte Amiata appunto. Le birre del Buttero sono al momento quattro; la Marsilia è “dedicata” alla costa maremmana, e prevede l’utilizzo di sale marino; la Macchiaiola utilizza il miele della macchia mediterranea maremmana; la Marronbona si sviluppa invece tra pianura (frumento, orzo) e montagna (castagne). Noi abbiamo invece degustato la Maremmamara, brassata con un infuso di erbe che comprende menta, rosmarino, tarassaco, malva, ginepro rosso e genziana con l’intento di rievocare i profumi della macchia maremmana. Nel bicchiere è di color ambrato molto carico, opaco. La schiuma è leggermente ocra, fine e cremosa, molto persistente. Naso ricco di sentori erbacei vegetali, che danno forma ad un bouquet aromatico molto complesso dove risulta difficile identificare i singoli elementi, probabilmente anche a causa della nostra mancanza di conoscenza di alcune delle erbe utilizzate. Avvertiamo anche un leggerissimo sentore acetico che sembra emergere quando la birra si scalda. Leggero imbocco di malto biscotto, al palato, seguito da note erbecee amare dovute principalmente all’utilizzo, in ricetta, di luppoli americani; a tratti, in modo molto leggero, avvertiamo note di ginepro e rosmarino che movimentano piacevolmente la bevuta. Abbastanza morbida in bocca, sostenuta da un corpo medio ma con una consistenza “watery” che la rende molto beverina. Buona secchezza, con un retrogusto che è continuazione del percorso amaro ed erbaceo intrapreso arricchito da una nota terrosa donata dalla genziana. Interessante variazione di una bitter/ale, caratterizzata da un amaro molto particolare ed interessante che esce dagli “standard” classici ai quali siamo abituati. Il risultato è convincente: birra che si lascia bere molto facilmente, e che vale senz’altro la pena provare. Formato: 75 cl., alc. 7%, lotto 306, scad. 12/09/2012, prezzo 7.00 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Amiata, Arcidosso, Grosseto, Italy. Style: special ale brewed with herbs.
Appearance: hazy dark amber color with a creamy off-white head. Aroma: complex, herbal and grassy. Mouthfeel: medium body, watery texture, medium carbonation. Taste: biscuit malt followed by a herbal complexity in which we can get some light hints of rosemary and juniper. Dry mouthfeel, bitter herbal and earthy (gentian) aftertaste. Overall: this is a special ale brewed with typical herbs (Mint, rosemary, mallow, juniper, gentian) from Tuscany region of Maremma. The result is a kind of bitter ale with an interesting an unusual herbal character. Interesting, well worth a try. Bottle: 75 cl., 7% ABV, batch 306, BB 12/Sept/2012, price 7.00 Euro

venerdì 27 gennaio 2012

Box Steam Derail Ale

Apre le porte nel 2004, la Box Steam Brewery, a Chippenham, nel Wiltshire inglese; attualmente ha dodici persone in organico, ed ha di recente traslocato in un edificio più “capiente “ ad Holt, vicino a Bath, per intenderci. In sala c’è il birraio Tom Downes; la produzione è destinata per il 20% all’esportazione, il 30% al mercato inglese mentre la distribuzione locale continua ad assorbire la metà dei volumi prodotti. Una ventina le birre prodotte, secondo Ratebeer, nonostante il sito ufficiale del birrificio, evidentemente poco aggiornato, ne riporti solamente sei. Manca anche questa Derail Ale, nell'elenco; si tratta di un India Pale Ale, secondo quanto riportato in etichetta, dedicata alla figura di Isambard Kingdom Brunel, famosissimo ingeniere inglese vissuto nel 1800 ed autore d'importanti opere come ad esempio il ponte sospeso Clifton a Bristol; in un periodo di forte espansione del traffico ferroviario, fu nominato direttore della Great Western Railway, un fondamentale tracciato che collegava Londra con il versante Ovest dell'Inghilterra e che, nella visione di Brunel, avrebbe garantito ad un cittadino di Londra di viaggiare in treno sino a Bristol ed essere imbarcato su di un transatlantico diretto a New York. Sotto la sua direzione furono costruite importantissime opere architettoniche come ponti e gallerie, e vi rimandiamo a questa pagina se volete approfondire la sua vita. Questa birra è invece "dedicata" all'insuccesso ed alla mancanza di affidabilità che caratterizzava le locomotive a vapore progettate da Brunel per la GWR. Derail Ale, dicevamo: bel colore dorato, leggermente velato; la schiuma è molto modesta, abbastanza fine, cremosa, bianca, persistente. Aroma non certo esplosivo ma tutto sommato elegante, dove troviamo sentori floreali (camomilla ?) assieme ad altri che rimandano agli agrumi. In bocca c'è una bella base di malto biscotto, pulita, seguita da note amaricanti ricche di scorza d'agrumi. Snella e beverina, correttamente carbonata, è secca e lascia il palato ben pulito dopo ogni sorso. Lascia un retrogusto vegetale, amaro, movimentato dal ritorno di scorza d'agrume. Birra molto beverina, pulita e ben fatta, tipicamente "british" nel gusto; aroma un po' sottotono, ma va considerato che la bottiglia in questione era abbastanza prossima alla data di scadenza. Per il resto, una piacevole bevuta. Formato: 50 cl., alc. 5.2%, scad. 07/02/2012, prezzo 3.05 Euro.

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english summary:
Brewery: Box Steam Brewery, Holt, Wiltshire, England. Style: India Pale Ale.
Appearance: slightly hazy golden color with a small creamy white head. Aroma: flowery and citrusy. Moutfeel: light-meidum bodied, medium carbonation, watery texture. Taste: biscuity malt, bitter zesty hops. Very clean and dry, with a zesty and (lemon)grassy bitter aftertaste. Overall: a classic and very enjoyable British IPA. Easily drinkably, clean and tasty. Bottle: 50 cl., 5.2% ABV, BB 07/Feb/2012, price 3.05 Euro.

giovedì 26 gennaio 2012

Brewfist Jale

Dopo le ottime impressioni avute dalla Spaceman e dalla Burocracy degustiamo oggi la Jale, una special bitter d’ispirazione anglosassone, brassata con malti Maris Otter, Crystal, Chocolate, Monaco e luppoli Challenger, First Gold, Bramling Cross ed East Kent Golding. All’aspetto è di colore ambrato carico, velato. La schiuma è fine, quasi pannosa, molto persistente e di color ocra. Naso che stupisce (in negativo) per la quasi totale assenza d’aroma; ci sono sentori di lievito, e a fatica avvertiamo un po’ di cereali. Un po’ meglio in bocca, dove troviamo una base di malto biscotto, leggera frutta secca, che vengono subito sopraffatte da un amaro erbaceo e vegetale che tende a coprire un po’ tutto. Mediamente carbonata, è poco morbida in bocca e tende piuttosto ad aggredire il palato con un amaro vegetale; ma c’è poca pulizia nel gusto, anch’esso “sporcato” dai lieviti. E’ secca, lascia un retrogusto che è un naturale proseguimento del percorso intrapreso: amaro, vegetale, intenso. Una birra che purtroppo ci ha stupito negativamente rispetto alle altre due ottime produzioni assaggiate; bottiglia molto poco in forma, poco pulita e quasi priva di aroma, siamo davvero molto lontani da quella “ispirazione” anglosassone che è dichiaratamente l’origine di questa birra. Da riassaggiare e da rivedere. Bottiglia: 33 cl., alc. 5.6%, lotto 1232, scad. 30/03/2012, prezzo 3.50 Euro.

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english summary:
Brewery: Brewfist – Italian ales, Codogno, Lodi, Italy. Style: Special Bitter.
Appearance: cloudy dark amber with a rocky off-white head. Aroma: bare cereal and yeasty smell. Mouthfeel: medium body, medium carbonation, oily texture. Taste: a biscuit and nutty malt backbone is soon taken over by herbal and grassy hops. Taste is yeasty, and not very clean. Bitter herbal hoppy aftertaste. Overall: we really enjoyed “Spaceman” and “Burocracy”, two IPAs brewed by Brewfist we tasted some time ago. We were quite disappointed by this “Jale”; it looks like we got a wrong bottle with a unclean taste and lacking in aroma. We should give it another try, soon. Bottle: 33 cl., 5.6% ABV, batch 1232, BB 30/03/2012, price 3.50 Euro.

mercoledì 25 gennaio 2012

Camba Bavaria Erics IPA

Dopo la produzione natalizia della Camba Bavaria assaggiata in questa occasione ci troviamo di fronte alla loro Eric’s IPA, dove per Eric si intende Eric Toft, mastro birraio Americano del vicino birrificio bavarese Schönram. La ricetta di questa IPA è infatti stata elaborata da lui, ed a questo punto ci chiediamo quanto differisca dalla Schönramer Bavarias Best IPA degustata qualche tempo fa. Colore molto scuro per lo stile, un ambrato ai confini del marrone/rossastro, leggermente velato. La schiuma, ocra, è fine e cremosa, con buona persistenza. C’è frutta molto matura all’aroma (polpa d’arancio e di pompelmo), dolce, e caramello, triste indice di una luppolatura non molto fresca. Una stanchezza che si ripercuote purtroppo anche in bocca, in un gusto dolce dove predomina il caramello, il biscotto, seguiti da un amaro intenso dove convivono note vegetali e terrose. L’alcool (8%) è molto ben nascosto ed è una IPA che si lascia bere con facilità; il finale è secco, seguito da un retrogusto che prosegue in territorio amaro, vegetale e “terroso” dove fa capolino qualche nota di marmellata d’arancio. Paragonandola con la Schönramer IPA notiamo effettivamente che ci sono molti elementi in comune, ma il confronto viene complicato dalla scarsa “foma” di questa Eric’s IPA. All’aroma prevale quasi il caramello rispetto alla frutta tropicale che, in questa bottiglia, è fin troppo matura ed in bocca è praticamente assente. Aggiunge ulteriore stanchezza una carbonazione molto bassa. Birra solo discreta, in queste condizioni. Formato: 50 cl., alc. 8%, lotto 778 11, scad. 27/02/2012, prezzo 2.50 Euro.


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english summary:
Brewery: Camba Bavaria, Truchtlaching, Bavaria, Germany.

Style: India Pale Ale.
Appearance: very dark amber color with a solid creamy off-white head. Aroma: sweet mature citrus (orange, grapefruit), caramel, nutty malt. Not really a fresh hop aroma. Mouthfeel: medium body, low carbonation, oily texture. Taste: biscuity malt, caramel, herbal and earthy bitter hops. 8% ABV well hidden. Dry finish, herbal, earthy and bitter aftertaste with hints of orange jam. Overall: German IPA based on Schönramer’s headbrewer Eric Toft. Probably quite similar to the Bavaria Best IPA we have tasted some weeks ago, which was pretty good. It’s difficult to judge this bottle as it looks old and it’s missing hops freshness. Botle: 50 cl., 8% ABV, batch 778 11, BB 27/02/2012, price 2.50 Euro.

martedì 24 gennaio 2012

Larche Thomas Becket Brune de Bourgogne

Avevamo già incontrato la Brasserie Larche in questa occasione quando ci aveva favorevolmente colpito, in confronto ad altre mediocri birre francesi, la “Sauvagine”, che però era una ricetta di un homebrewer francese e non del birrificio stessi. La Brasserie ha sede a Sens, nel cuore della Borgogna francese, regione di grande tradizione vinicola. La gamma di birre prodotta da Larchè è tutta dedicata a Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, ucciso (per ordine del re, sembra) e santificato nel 1173; in forte contrasto con il monarca inglese Enrico II, fu costretto all’esilio in Francia dove soggiornò anche proprio a Sens, nell’abbazia benedettina. Thomas Becket è anche il santo protettore dei birrai inglesi, e se volete approfondire la cosa, andate qui . Ottimo ed invitante l’aspetto di questa Brune de Bourgogne, marrone scuro con intensi riflessi rossastri; schiuma fine, solida, pannosa, molto persistente. E’ una birra che Ratebeer classifica come “brown ale”, brassata con l’utilizzo di miele del vicino dipartimento dello Yonne. Al naso emerge subito il caramello, seguito da sentori aspri e vinosi di frutti rossi, assieme alla speziatura donata dai lieviti. L’asprezza tende purtroppo ad aumentare man mano che la birra si riscalda, sino ad arrivare ad un “naso” quasi completamente dominato dall’acido lattico. Mediamente carbonata, ha un corpo leggero ed una consistenza acquosa. Gusto piuttosto scarso con molta acqua sulla quale “galleggia” qualche nota di malto tostato e di caffè, ma anche un bel po’ di acido lattico che prende il sopravvento una volta che la birra è prossima alla temperatura ambiente. Il retrogusto è leggermente amaro, tostato, cortissimo. Una birra piena di problemi, molto disgiunta tra i suoi elementi, che finisce in buona parte nel lavandino. Formato: 33 cl., alc. 6.8% , lotto 68, scad. 03/2013, prezzo 1.99 Euro.


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english summary:
Brewery: Brasserie Larche, Sens, France.

Style: brown ale (?)
Appearance: beautiful reddish dark brown color with a fluffy off-white head. Aroma: caramel, sour red berries, lactic acid, yeast spices. Mouthfeel: light body, medium carbonation, texture is watery. Taste: light roasted malt, hints of coffee, lots of water. Again a lactic acid presence which gets more evident as the beer warms up. Shot bitter roasted aftertaste. Overall: a quite unpleasant beer; lactic acid, no harmony between the different flavors. Bottle: 33 cl., 6.8% ABV, batch 68, BBE 03/2012, price 1.99 Euro.

lunedì 23 gennaio 2012

Ølfabrikken Sinful Brother

Il microbirrificio danese Ølfabrikken fu fondato alla fine del 2004 da Christian Skovdal Andersen e Martin Larsen, e possiamo considerarlo un po’ il “padre” della “craft beer revolution” che sta prendendo sempre più piede in Danimarca ed in tutta la Scandinavia. In un paese che a quel periodo contava a malapena una ventina di microbirrifici/brewpubs, e che si era ormai assuefatto ai prodotti industriali, questi due programmatori informatici decidono di lanciarsi nella produzione di birra. Con i pochi fondi a disposizione, riescono e recuperare un piccolo impianto dismesso in Inghilterra dalla Glossop Brewery e lo installano in un angolo del fienile della casa di campagna dei genitori di Martin. Gli amici li aiutano (soprattutto) a testare le birre, ma anche a creare il logo, le etichette e il sito internet. Le prime produzioni vanno rapidamente esaurite, ma proprio quando sembra che le cose vadano a gonfie vele, alcune infezioni li costringono a bloccare volutamente la produzione di birra per quasi un anno. Risolti i problemi, per la Ølfabrikken è un successo dietro l’altro che lo porta nel 2006 ad essere eletto il “Birrificio dell’Anno” dalla Danish Beer Enthusiasts (un po’ l’equivalente del CAMRA inglese) e l’anno successivo al dodicesimo posto nella classifica dei migliori birrifici del mondo stillata da Ratebeer. Il successo si porta però dietro anche la necessità di aumentare la capacità produttiva per soddisfare tutta la domanda; il fienile di casa Larsen è ormai troppo stretto, e nel 2008 i due ragazzi stringono un accordo commerciale con il birrificio “artigianale” la GourmetBryggeriet, che acquista il 50% della società. La produzione si sposta a Roskilde e può ora sfruttare un impianto da 50 ettolitri, ma ben presto la quantità prende il sopravvento rispetto alla qualità; i nuovi partner commerciali, desiderosi di rientrare dall’investimento economico il più in fretta possibile, iniziano a fare pressione per produrre birre meno estreme, meno costose e più vicine ai gusti del bevitore “medio” danese. Christian Skovdal Andersen non ci sta e, dopo nemmeno un anno, vende la sua quota societaria e se ne va sbattendo la porta. Dopo un anno “sabbatico”, eccolo ritornare questa volta in veste di “birraio senza birrificio”: lancia il progetto Beer Here, del quale ricordiamo con estremo piacere la “Dark Hopsdegustata in questa occasione e, da poco trasferitosi in Sud Africa, ecco spuntare il nome Bierwerk.
Abbiamo trovato per caso, in un piccolo supermercato di Blåvand, in Danimarca, questa ultima bottiglia di Sinful Brother. Era l’estate del 2009 e non avevamo nessuna idea di che cosa fosse la Ølfabrikken; ammettiamolo, fu l’etichetta a conquistarci ed a farcela acquistare. Si tratta di una “Quadrupel” (alc. 13,3%) prodotta una sola volta nel 2008; l’etichetta è tutta in danese, ma tra gli ingredienti citati riconosciamo lo zucchero candito, la melassa, il coriandolo. Di colore ambrato carico, opalescente; la schiuma è ovviamente di dimensioni modeste, ocra, non molto fine, e sparisce abbastanza rapidamente. All’aroma, non molto pronunciato, predominano esteri, caramello e sentori etilici. In bocca arriva piena, scarsamente carbonata, e molto dolce. La consistenza è oleosa, con note di melassa, frutta candita e sotto spirito, caramello, una leggera speziatura da lieviti. Gusto molto dolce, quindi, ma molto pulito e caratterizzato da una buona secchezza al palato. L’alcool è molto ben nascosto, ed inizia a scaldare solamente a fine bevuta, lasciando un caldo retrogusto abboccato, morbido, etilico: i 13 gradi si fanno comunque sentire alla distanza, ed è senz’altro una birra da bere con “cautela” e da condividere con qualcuno. Solida, ben fatta, una ottima compagna per riscaldare un freddo dopocena invernale. Bottiglia: 75 cl., alc. 13.3%, lotto sconosciuto, scad. 03/2018.


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english summary:
Brewery: Ølfabrikken (now GourmetBryggeriet, Roskilde, Denmark). Style: Quadrupel.
Appearance: hazy deep amber color with a small diminishing off-white head. Aroma: estery, caramel, alcohol. Mouthfeel: full body, low carbonation, oily texture. Taste: molasses, candied fruits, alcohol, caramel, yeast spices. Sweet but dry, very clean. ABV very well hidden, except for a sweet warming alcoholic aftertaste. Overall: a solid, well made Belgian-style Quadrupel with a clean taste. Alcohol is hidden, but at 13.3% ABV you’d better share this big bottle with someone. Bottle: 75 cl., 13.3% ABV, BBE 03/2018.

domenica 22 gennaio 2012

Extraomnes Kerst

Non poteva che chiamarsi “Kerst” la birra natalizia di Extraomnes, proveniente da quella che qualcuno ha già definito “la nuova provincia belga” di Marnate (Varese). La bottiglia che abbiamo bevuto recita “lotto 349 10”, quindi si tratta di una bottiglia che ha giù un anno di cantina (o di magazzino) sulle spalle. Nel bicchiere è di un nebuloso color arancio; la schiuma è abbondante, fine e cremosa, molto persistente. Naso dolce, ricco di frutta candita (arancio, cedro, pesca), zucchero a velo e, una volta svanita la schiuma, anche frutta sotto spirito; ma chiudendo gli occhi, l’impressione dominante è davvero quella di trovarsi ad annusare un dolce di marzapane. C’è molta frutta anche in bocca, a richiamare quasi in toto l’aroma: dolce, candita, a tratti sciropposa, con brevi intermezzi etilici e di malto biscotto. E’ una birra dolce, molto dolce, ma proprio quando stai per pensare che sia “troppo dolce” arriva una leggerissima acidità a portare sollievo, assieme ad un finale secco che lascia il palato incredibilmente pulito. L’alcool (10,12%) è superbamente nascosto, e porta quel calore atteso solamente a fine corsa, lasciando un retrogusto etilico abboccato e quasi impercettibilmente speziato. Birra dal corpo pieno, mediamente carbonata, morbida al palato, caratterizzata (come tutte le Extraomnes assaggiate sino ad ora) da una grande pulizia e da una relativa facilità di bevuta; se c’è qualcosa che ne rallenta la “sparizione” dal bicchiere è la sua dolcezza, non certo il suo tenore etilico. Natalizia solida e ben fatta, è molto dolce e quindi forse non andrà incontro a tutti i gusti. Dulcis in fundo, è il caso di dirlo, un piccolo “trivia brassicolo: sul guinzaglio del cane in etichetta c’è una piccola scritta, in fiammingo che recita “ik haat BC” ("odio BC"): una dedica fatta da Schigi a Bruno Carilli del Birrificio Toccalmatto, in un periodo in cui i due non andavano evidentemente molto d’accordo. Superata la fase “dell’odio”, i due birrifici stanno attualmente brassando una birra “collaborativa” che potremmo assaggiare tra qualche mese. Formato: 33 cl., alc. 10,12%, lotto 349 10, scad. 12/2012, prezzo 4.50 Euro.

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english summary:
Brewery: Extraomnes, Marnate, Varese, Italy.
Style: Belgian Strong Ale.
Appearance: cloudy pale orange with a large rocky off-white head. Aroma: heavy, lots of sweet candied fruits (orange, citron, peach), icing sugar, light alcohol and lots of marzipan. Mouthfeel: full bodied, medium carbonation, oily texture. Taste: very sweet; candied fruits, light biscuit malt and alcohol, fruity and syrupy. There’s a light refreshing tartness. Finish is dry, followed by a long smooth and warm ethylic and lightly spiced aftertaste. Overall: an incredibly drinkable Christmas winter warmer with a 10% ABV fantastically hidden. It’s indeed a very sweet beer, balanced by a light tartness and a very dry mouthfeel. A solid and smooth, well done brew with a very clean taste. If you like a very sweet Christmas drink, then this one is for you. Bottle: 33 cl., 10.12% batch 349 10, BBE 12/2012, price 4.50 Euro.

sabato 21 gennaio 2012

Grignè Bi.Va

Grignè: altro birrificio di recentissima apertura (Agosto 2011), a Corropoli, sulle colline di Teramo. Il sito è ancora abbastanza povero d’informazioni ma, da quello che abbiamo capito il birrificio, guidato dal birraio Niki Ferri, opera all’interno dell’Azienda Agricola Masseria Cesarini, fondata nel 1940. Nell’azienda viene coltivato l’orzo utilizzato per la produzione delle birre (che viene poi maltato presso il maltificio Co.Bi) e circa tre anni fa è stata anche avviata una coltivazione di luppolo. Siamo quindi all’interno del disciplinare di “Birra Agricola”, che ha suscitato diverse polemiche e che vi invitiamo ad approfondire sulle pagine di Cronache di Birra, se interessati. Al momento l’offerta è composta da quattro birre, tutte ad alta fermentazione; abbiamo assaggiato la “Bi.Va”, che viene descritta come un American Pale Ale. Di colore ambrato, torbido; la schiuma, ocra, non è molto ampia ma fine e cremosa, discretamente persistente. Aroma molto scarso, dolce, a tratti sciropposo dove percepiamo leggeri sentori di agrumi (marmellata) e caramello. In bocca arriva poco carbonata, abbastanza watery, e con un corpo medio-leggero. Purtroppo il gusto non brilla né di fresco né di pulito; c’è una base di malto biscotto, un po’ di caramello, e note fruttate di agrumi poco fresche ed abbastanza sciroppose; a metà bevuta virata amara, abbastanza decisa, verso territori vegetali. Il finale è abbastanza secco, con un retrogusto amaro, vegetale. L’etichetta riporta il lotto 02/03/2011, quindi si tratterebbe di una bottiglia con quasi un anno di “vita”: luppoli ovviamente poco freschi, con aroma (quasi assente) e gusto che ne risentono. Ma soprattutto avrebbe bisogno di una maggior pulizia in bocca; in questa occasione, ci è sembrata una birra ancora da “sgrezzare” ed ancora troppo slegata tra i suoi ingredienti. Abbastanza beverina, tutto sommato sufficiente, ma c’è da pretendere di più. Formato: 75 cl., alc. 6.5%, lotto 02/03/2011, scad. 09/2012, prezzo (al tavolo) 16 Euro.

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english summary:
Brewery: Birrificio Grignè, Corropoli, Teramo, Italy.
Style: American Pale Ale.
Appearance: murky amber color with a small creamy off-white head. Aroma: very light citrus jam and caramel. Mouthfeel: medium-light body, low carbonation, watery texture. Taste: biscuit malt and caramel; hops don’t look really fresh, and the result is a syrupy citrusy sweet taste rather than a crisp zesty bitteress. Finish is dry, with an herbal bitter aftertaste. Overall: American Pale Ale from a brand new Italian microbrewery (opened in August 2011). A drinkable beer, with mostly lacks in cleanness and crispness (was bottled in March 2011). Improvements needed. Bottle: 75 cl., 6.5%, batch 02/03/2011, BBE 09/2012, price (restaurant) 16 Euro.

venerdì 20 gennaio 2012

Kulmbacher Mönchshof Weihnachts Bier

Produzione natalizia del marchio Mönchshof che, ricordiamo, appartiene dal 1984 al colosso tedesco Kulmbach. Si tratta ovviamente di una märzen di colore oro limpido, con un bel cappello di schiuma bianca, fine e cremosa, di buona persistenza. Aroma davvero molto scarso, quasi assente se non fosse per qualche leggero sentore dolce, di malto, e di burro. Le cose vanno un po’ meglio in bocca, dove alla base di malto biscotto s’affianca un leggero etilico che dovrebbe riscaldare le bevute “invernali”; ma proprio quando sembrava risollevarsi un po’, questa birra di Natale ritorna nella più assoluta mediocrità imbroccando un finale amaro erbaceo e metallico molto poco gradevole. Il retrogusto è amaro, e lascia la bocca un po’ appiccicosa. La carbonazione molto modesta non la rende neppure particolarmente vitale; al gusto manca anche quella pulizia che solitamente contraddistingue la maggior parte delle produzioni tedesche. E’ bevibile, ma molto noiosa. Formato: 50 cl., alc. 5.6%, lotto A1 04119, scad. 06/07/2012, prezzo 0.90 Euro.


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english summary:
Brewery: Kulmbacher Brauerei (Schörghuber), Kulmbach, Bavaria, Germany.
Style: märzen.
Appearance: clear golden color with a frothy white head. Aroma: poor malty, hints of butter. Mouthfeel: medium body, low carbonation, watery texture. Taste: a biscuit malty backbone is warmed up by some alcohol presence. Unfortunately there’s an unpleasant bitter and metallic finish. Short aftertaste, sticky to the palate. Overall: a pretty dull and average märzen, we really didn’t get any Christmans feeling in it. Drinkable, unexciting. Bottle: 50 cl., 5.6% ABV, batch A1 04119, BB. 06/07/2012, price 0.90 Euro.

giovedì 19 gennaio 2012

Kamun Nocturna

Birrificio molto giovane, il Kamun di Predosa (Alessandria), aperto se non erriamo a metà 2011 da tre imprenditori (Vittorio Gastaldo, Ferdinando e Ludovico Cattanei) e dal mastro birraio Gian Paolo Camurri. Per ora la gamma di birre prodotte, tutte ad alta fermentazione, è quella classica; seguendo la classificazione “per colore” fatta dal birrificio stesso, troviamo una “blanche”, una “chiara”, un’ambrata ed una “scura”, questa “Nocturna” che andiamo a degustare. E’ prodotta, tra l’altro, con fiocchi d’avena, malti tostati ed affumicati con legno di faggio. All’aspetto è praticamente nera, forma un piccolo cappello di schiuma fine e cremoso, color nocciola, di buona persistenza. Molto pronunciato il naso, ricco di caffè (liquido, non chicchi), malti tostati, cioccolato e di sentori affumicati. Un aroma comunque gradevole, anche se non particolarmente elegante, che origina corrispondenti aspettative al gusto che purtroppo non vengono confermate. L’imbocco di questa Nocturna è troppo acquoso e bisogna attendere qualche istante prima di percepire qualche sapore. E’ amara di caffè e malti tostati, ma il gusto non brilla di pulito. Finisce asciutta, lasciando un breve retrogusto amaro tostato, con un ritorno di caffè e di acqua. Secca, poco morbida in bocca, manca anche di quella cremosità che dovrebbe derivare dall’utilizzo dell’avena. E’ una birra che ha scelto la strada della beverinità, ed effettivamente si lascia bere facilmente, ma si perde un po’ per strada risultando abbastanza slegata tra le sue diverse componenti. Comunque, il birrificio è giovane, il tempo per migliorarla ed apportare i necessari aggiustamenti c’è. Formato: 33 cl., alc.5.4%, 30 IBU, lotto 11/07/2011, scad. 14/02/2012, prezzo 4 Euro.

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english summary:
Brewery: Kamun, Predosa, Alessandria, Italy.
Style: stout
Appearance: nearly black color with a small creamy tanned head. Aroma: strong coffee, roasted malt, chocolate, smoke. Mouthfeel: light body, watery texture, low carbonation. Taste: surprisingly light after such a strong aroma. Initially there is lots of water, followed by bitter roasted malts and coffee. Taste not very clean. Dry finish, short bitter aftertaste with coffee and water. Overall: a stout brewed with roasted and smoked malts and oatmeal lacking that creamy texture you would expect The different elements of this beer are still perfectly matched together. Highly drinkable, but very watered. However, this is a brand new microbrewery opened in the middle of 2011, so they have still time to improve. Bottle: 33 cl., 5.4% ABV, 30 IBUs, batch 11/07/2011, BB 14/02/2012, price 4 Euro.

mercoledì 18 gennaio 2012

Port Brewing 5th Anniversary Ale

Ogni anno la Port Brewing di San Marcos (California) festeggia il proprio compleanno rilasciando, a fine Maggio, la propria Anniversary Ale. C’è un po’ di discordanza in rete sull’età del birrificio, visto che secondo Beer Advocate ci sono cinque candeline (e quindi cinque Anniversary Ales), mentre Ratebeer si ferma a quattro. Quest’ultimo inoltre considera la “quarta” come solamente un “clone” della terza, facendo confluire su questa tutte le recensioni. Effettivamente è scomparso il “numero” del compleanno che in origine era posto sulla pinta rappresentata in etichetta sino alla terza celebrazione. Ma se consideriamo che il birrificio ha aperto i battenti nel 2006 ed ha quindi festeggiato il primo compleanno nel 2007, dobbiamo dedurre che le Anniversary Alse sono cinque. L’avevamo già gustata nel 2010 e la riproviamo qualche anno dopo, ma con molta meno soddisfazione. La birra ha già 7 mesi di vita alle spalle che sono tanti, forse troppi, per un “hop monster” dal quale dovrebbe scaturire un’esplosione di luppoli. All’aroma c’è davvero rimasto poco, un po’ di frutta tropicale, dolce, e sentori di resina che hanno ormai rimpiazzato i freschi aghi di pino; nel vuoto lasciato dai luppoli si è piuttosto insinuata la componente etilica. Venendo a mancare l’apporto dei luppoli, questa bottiglia risulta completamente sbilanciata verso i malti e l’alcool. Il corpo pieno, con biscotto e caramello, si carica d’alcool (10%) rendendo la bevuta molto lenta e difficoltosa; la lingua è messa a dura prova, sollecitata da un amaro pungente che ha perso qualsiasi freschezza e che “trasuda” di resina e di vegetale. Finisce secca, lasciando un retrogusto “asfaltante” molto amaro, resinoso e carico di alcool che scalda tutto il palato. Fresca ed in forma, questa Anniversary Ale è senza dubbio una gran birra. In queste condizioni, è da evitare. Formato: 65 cl., alc 10%, lotto e scadenza sconosciuti, prezzo 11,40 Euro.

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english summary:
Brewery: Port Brewing, San Marcos, California, USA. Style: Double/Imperial India Pale Ale.
Appearance: hazy orange with a lasting creamy off-white head. Aroma: a few hop memories with tropical fruits and resin. But mostly malt and alcohol. Mouthfeel: full body, medium-high carbonation, oily texture. Taste: biscuit malt, caramel, alcohol. Old hops are adding lots of bitter resin and herbs. Dry finish, very bitter resinous aftertaste with lots of warming alcohol. Overall: bottled more than 7 months ago, this is no longer a worthy double IPA. As hops have fainted, this beer turned into a “malt and alcohol bomb” rather than a “hop monster”. To be drunk slowly and carefully. When fresh, this is a wonderful beer. Otherwise, you’d better avoid it. Bottle: 65 cl., 10% ABV, batch unknown, price 11.40 Euro

martedì 17 gennaio 2012

Turbinen Sprint Gold

La produzione di birra a Zurigo rischiò di morire nel 1996, con la chiusura del birrificio Hürlimann, l’ultimo rimasto. Ma già l’anno successivo, alcuni volenterosi appassionati danno vita ad un nuovo progetto che prende forma nella periferia industriale della città, vicino ai dismessi edifici della fabbrica di turbine Sulzer-Escher Wyss. Il neonato birrificio viene per l’appunto chiamato Turbinenbräu, guidato dai mastri birrai Adrien Weber & Roland Rüegsegger; i volumi prodotti aumentano rapidamente e nel 2002 avviene il trasloco proprio all’interno della vecchia fabbrica di turbine che nel frattempo era stata sottoposta ad un bel intervento di recupero industriale ed oggi ospita, oltre al birrificio, anche un ristornate (Turbinenhalle) ed una sala concerti. Se vi trovate a Zurigo, fate una visita in Badenerstrasse 571. Questa Sprint Gold è la “best seller” del birrificio, una lager prodotta seguendo l’editto di purezza Tedesco. Molto azzeccata la grafica "retrò" dell'etichetta, birra dorata, limpida, con un cappello di schiuma bianca poco fine, saponosa, che ha buona persistenza. Dal naso, molto scarno, percepiamo solamente qualche leggero sentore di cereali. Una leggerezza che continua anche in bocca, dove troviamo tanta, troppa acqua dove “annega” un leggero gusto di cereali e di crosta di pane. Sin troppo facile da bere, gradevolmente carbonate, vola via in un attimo lasciando un leggero amaro erbaceo e leggermente metallico. Ci sarà capitata un bottiglia poco in forma, ma abbiamo trovato questa lager davvero poco diversa da quelle industriali. Peccato. Formato: 33 cl., alc. 5.2%, scad. 02/2012, prezzo 1.32 Euro.

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english summary:
Brewery: Turbinenbräu, Zurich, Switzerland. Style: lager.
Appearance: clear golden with a frothy lasting white head. Aroma: light cereals. Mouthfeel: light body, medium carbonation, watery texture. Taste: as light as aroma; light bready malt and lots of water. Hints of bitter hops in the finish. Light metallic aftertaste. Overall: a poor lager, indeed, lacking in aroma and taste. Not really different from industrial average products. Bottle: 33 cl., 5.2% ABV, BBE 02/2012, price 1.32 Euro.

lunedì 16 gennaio 2012

Birra Iris Bionda

L’etichetta natalizia non deve trarre in inganno; non si tratta infatti di una birra stagionale, ma della “bionda”, produzione stabile nella gamma del birrificio Iris di Palinuro, all’interno del parco nazionale del Cilento. L’etichetta natalizia ha solamente lo scopo di augurare Buone Feste ai clienti; purtroppo bevendo questa bottiglia non crediamo che nessuno possa passare un bel Natale. Una volta versata nel bicchiere, sprigiona un’insostenibile aroma acetico condito da fastidiose note di formaggio ammuffito e di sudore umano (?). Aroma (puzza) davvero molto sgradevole che ci ha portato a passare direttamente dal bicchiere al lavandino senza transitare per il palato. Poi, per curiosità, ne abbiamo assaggiato un micro sorso, che ha confermato l’infezione annunciata dal naso. Neppure il lavandino, questa volta, ha ringraziato. Bello l’aspetto, per quello che conta: oro pallido, velato. Schiuma bianca non molto generosa, ma fine e cremosa, molto persistente. Formato: 50 cl., alc. 5%, lotto 16/11, scad. 30/06/2012.

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english summary:
Brewery: Birrificio Iris, Palinuro, Salerno, Italy. Style: pilsner.
Appearance: hazy golden color with a rocky small creamy white head. Aroma: acetic, aged cheese, sweat. Disgusting. Taste: infected beet (acetic acid) which goes straight into the drain. Bottle: 50 cl., 5% ABV, batch 16/11, BB 30/06/2012.

domenica 15 gennaio 2012

Almond 22 Torbata

Nasce dalla passione per i whisky torbati di Juri Ferri, mastro birraio del birrificio Almond 22 di Spoltore (PE), aperto nel 2003 e quindi ormai prossimo al decimo compleanno. Si tratta di una birra ispirata ai barley wine anglosassoni e prodotta appunto con l’utilizzo di malto torbato e miele (di castagno ?). E’ di un bel color ambrato carico, velato. La schiuma, beige, è generosa ma poco persistente. Naso interessante, dove emerge da subito una (ovvia) affumicatura apportata dal malto; in secondo piano sentori più complessi che richiamano il cuoio e la pelle, affiancati da frutta secca. Morbida in bocca, rivela un corpo medio-pieno, una carbonazione molto contenuta ed una buona corrispondenza con l’aroma. Il gusto è di malto affumicato, ben equilibrato tra amaro leggero di tostatura e dolci note di caramello. L’alcool è molto nascosto e s’intensifica solamente a fine corsa, con questa Torbata che ci ricorda sempre più un whisky, lasciando un retrogusto di malto breve ma avvolgente, etilico, molto caldo. Barley wine dotato di un’ottima bevibilità, e caratterizzato soprattutto da una grande pulizia sia all’aroma che al gusto; molto ben fatta e solida, non solo da “meditazione” come consigliato in etichetta ma anche da tenere in considerazione come abbinamento a pasto. Formato: 75 cl., alc. 8.7%, lotto 03 (2010), scad. 02/2013, prezzo 10 Euro.

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english summary:
Brewery: Almond 22, Spoltore, Pescara, Italy. Style: Barley Wine.
Appearance: hazy deep amber color with a small and quickly diminishing off-white head. Aroma: smoke, leather, dried fruits. Mouthfeel: a pretty smooth beer, medium-full bodied. Carbonation is low, oily texture. Taste: smoke, bitter roasted malt and sweet caramel. Finish is malty, alcoholic and warm. Overall: a very clean and tasty barley wine brewed with honey and peated malt. Alcohol very well hidden, good drinkability. Well done. Bottle: 75 cl., 8.7% ABV, batch 03 (2010), BBE 02/2013, price 10 Euro.

sabato 14 gennaio 2012

Kerst Pater Special Christmas

L’avevamo già assaggiata in questa occasione, giusto un paio di anni fa, la produzione natalizia della Brouwerij Van Den Bossche la cui ricetta, secondo quanto riportato dalla Good Beer Guide Belgium, varia leggermente di anno in anno. Questa volta ci troviamo tra le mani una classica bottiglia da 33 cl. invece della più generosa 75 cl. assaggiata in passato. Nel bicchiere è di un bel colore marrone scuro, con riflessi rubino. La schiuma, poco persistente, è beige, fine e cremosa. Aroma poco pronunciato, dove convivono frutta secca, melassa, prugne, toffee, malto tostato, leggera speziatura da lievito e leggeri sentori aspri che rimandano al ribes. Il contenuto alcolico dichiarato (9%) è molto ben nascosto e la Kerst Pater si lascia bere abbastanza bene; solida, dal corpo pieno, ha una consistenza oleosa ed una carbonazione media. In bocca il gusto è dolce, fruttato, che ricorda a tratti un vino rosso liquoroso invecchiato (frutti di bosco maturi); c’è del malto tostato, che scompare man mano che la birra si riscalda lasciando spazio a note leggermente aspre e fruttate. Un contraltare benvenuto in una birra molto dolce che però non risulta mai stucchevole, mantenendo un’ottima secchezza. Finisce abboccata, calda ed etilica, con un retrogusto leggermente tostato. Il nostro ricordo della Kerst Pater bevuta tempo da era un po’ migliore, ma tutto sommato rimane una buona natalizia che abbisogna di riposare un po’ di tempo nel bicchiere e raggiungere quasi la temperatura ambiente per “aprirsi” completamente. Formato: 33 cl., alc. 9%, lotto 926, scad. 07/10/2012, prezzo 4.25 Euro.

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english summary:
Brewery: Brouwerij Van Den Bossche, Herzele, Belgium. Style: Belgian strong ale.
Appearance: very dark brown color with a small diminishing light brown head. Aroma: dried fruits, treacle, plums, toffee, roasted malts and yeast spices, light fruity tartness (red berries). Mouthfeel: full bodied, medium carbonation, oily texture. Taste: sweet and fruity, often reminds of an aged sweet red wine. There’s roasted malts and, as the beer warms up, the same fruity tartness found in aroma. This comes to balance a mostly sweet beer. Dry mouthfeel, ends on a smooth alcoholic note which warms the palate up. Overall: a fairly good Belgian Christmas beer. Alcohol well hidden, good drinkability. Bottle: 33 cl., 9% ABV, batch 926, BB 07/10/2012, price 4..25 Euro

venerdì 13 gennaio 2012

St. Austell Admirals Ale

Special bitter brassata per la prima volta nel 2005 per celebrare il bicentenario della celebre vittoria ottenuta dall’ammiraglio Horatio Nelson a Trafalgar nel 1805 contro la flotta francese. L’etichetta si riferisce invece ad un aneddoto della carriera militare di Nelson, avvenuto qualche anno prima (1801), quando egli stava dirigendo la propria flotta contro la marina Danese nella battaglia di Copenhagen. Il comando inglese, visto l’enorme spiegamento di forze nemiche, temenva di andare incontro ad enormi perdite di uomini e di mezzi ed intimò all’ammiraglio di abbandonare la battaglia e ritirarsi; Nelson, cieco ad un occhio, mise il cannocchiale davanti all’occhio bendato e finse di guardare all’orizzonte, esclamando “non vedo nessuna nave” (“I see no ships”); ignorò l’ordine di ritirata e, un’ora dopo il suo rifiuto, le navi inglese avevano già distrutto tutta la flotta Danese. Per questa birra la St. Austell Brewery utilizza un malto particolare realizzato appositamente da Tucker's Maltings, ricavato da orzo raccolto in Cornovaglia, luppoli Styrian Goldings a Cascade. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali “Supreme Champion” all’International Beer Challenge del 2008 e “Champion Bottled Beer of Britain” al Great British Beer Festival del 2010. Bottle conditioned, di colore amarato, quasi limpido. La schiuma è color ocra, fine, pannosa, abbondante e molto persistente. Aroma fruttato, caratterizzato soprattutto da agrumi (pompelmo e polpa d’arancio) ma anche da malto biscotto. Gradevole in bocca, dove riesce ad abbinare un corpo medio con una consistenza acquosa che la rende molto beverina; la carbonazione è sostenuta. Solida e ricca la base di malto (biscotto e leggera frutta secca) ben bilanciata dai luppoli con un bell’amaro ricco di scorza d’agrume. L’intero percorso gustativo è molto pulito e termina con una buona secchezza, lasciando un retrogusto amaro di scorza d’agrume. Una bitter dal contenuto alcolico modesto ma ricca di gusto. Semplice, ben fatta e beverina, ci ha lasciato davvero una ottima impressione. Formato: 50 cl., alc. 5%, lotto 11034, scad. 03/02/2012, prezzo 2.82 Euro.

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english summary:
Brewery: St. Austell Brewery, St. Austell, Cornwall, England. Style: ESB/premium bitter.
Appearance: nearly clean amber color with a solid frothy off-white head. Aroma: mostly citrusy (grapefruit, orange pulp) with some biscuit malt. Mouthfeel: medium body, lively carbonation, watery texture. Taste: very pleasant, a smooth bitter with a solid biscuity and nutty malty backbone. Taste is mostly bitter, zesty and hoppy. Dry finish, rich zesty bitter aftertaste. Overall: a very clean and tasty sessionable bitter, very well made and balanced. Bottle (conditioned): 50 cl., 5% ABV, batch 11034, BB 03/02/2012, price 2.45 GBP.

giovedì 12 gennaio 2012

Arbor Breakfast Stout

Abbiamo già parlato della Arbor Ales in questa occasione (quando abbiamo degustato la loro Yakima Valley IPA. Produzione occasionale è invece questa Breakfast Stout, una imperial stout brassata con l’utilizzo, tra l’altro, di fiocchi d’avena, chicchi di caffè Brasile Santos e fave di cacao. Molto divertente l’etichetta, raffigurante una classica “english breakfast” accompagnata da una pinta di birra. Nel bicchiere è praticamente nera con un cappello di schiuma color nocciola, fine e cremosa, molto persistente. Anche l’aroma è decisamente “scuro”, ricco di caffè, cioccolato amaro, cenere, malti (molto) torrefatti, che si alternano a sentori più leggeri di nocciola, gianduia, forse caffelatte; man mano che la birra si scalda il caffè diventa sempre più dominante. In bocca arriva morbida, mediamente carbonata, con un corpo medio. Molto, molto amaro il gusto, sin dall’imbocco: un amaro ovviamente non da luppolo ma da caffè e tostature; davvero molto pronunciato, forse non pulitissimo ma comunque gustoso. Nel finale s’intensifica il caffè, emerge una nota di cacao amaro che lascia però subito spazio ad un lunghissimo retrogusto amaro di caffè. Stout molto secca, a tratti quasi astringente, ma davvero ricca di gusto. Il caffè tende a spadroneggiare, nonostante il tentativo di equilibrio che cacao e malti cercano di portare; l’alcool è nascosto, la birra si beve bene ma lentamente, vista la sua “densità”. Solida e ben fatta, con un etichetta che invita scherzosamente a non prendere il nome sul serio a non berla per colazione. Noi l’abbiamo degustata dopocena ma, considerando tutto il sapore di caffè contenuto in questa birra, non è forse del tutto sbagliato farci un pensierino anche a colazione.. Formato: 33 cl., alc. 7.4%, scad. 03/2012, prezzo 3.16 Euro.

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english summary:
Brewery: Arbor Ales, Kingswood, Bristol, England. Style: Imperial Stout
Appearance: almost black with a rocky lasting tanned head. Aroma: loads of coffee, plus cocoa, ashes, roasted malts, hazelnut, and perhaps some caffelatte. Mouthfeel: medium body, medium carbonation, oily texture, smooth to the palate. Taste: very bitter, but obviously that does not come from hops. Taste is really intense, and heavily dominated by coffee and roasted malts. Hints of chocolate in the finish, but there’s a lot of more coffee to come, in the long, rich bitter aftertaste. Alcohol is well hidden; but this is a very intense beer you’ll need to enjoy slowly. Very dry mouthfeel. Overall: a solid imperial stout, packed with flavors and really tasty. The label says you shouldn’t not drink this for breakfast. Seriously, this beer is really dominated by coffee, and perhaps you should give it a try with a full English breakfast. Bottle: 33 cl., 7.4% ABV, BBE 03/2012, price 2.75 GBP.

mercoledì 11 gennaio 2012

Mohren Bockbier

La Mohrenbrauerei August Huber è il più antico birrificio del Vorarlberg, regione all’estremità occidentale dell’Austria stretta tra i confini con Svizzera e Germania che “sfocia” nel Bodensee (Lago di Costanza). Risale al 1834 la presenza di un birrificio a Dornbirn, dove ha tutt’ora sede la Mohrenbrauerei. Come altri birrifici tedeschi/austriaci, l’azienda produce anche bevande analcoliche ed opera come importatore/distributore di birre e vini esteri. Questa bock è di un bel colore oro antico, limpido; la schiuma è bianca, fine, cremosa, ed ha una buona persistenza. Al naso, poco pronunciato, crosta di pane, leggero burro, e sentori di miele. Il corpo è medio, con una consistenza oleosa; mediamente carbonata, in bocca ha una corrispondenza quasi totale con l’aroma. Al gusto domina il malto, crosta di pane, un po’ di burro; c’è una buona presenza etilica che tende ad irrobustire la birra scaldando leggermente il palato, senza però mai disturbare la bevuta. Dolce ma sostanzialmente secca, nel finale si concede una nota un po’ amara erbacea a chiudere, prima di lasciare un caldo retrogusto abboccato di malto. Tutto sommato corretta, con un leggero eccesso di burro nell’aroma; mantiene una buona bevibilità secondo la tradizione tedesco/austriaca, ma non regala un gusto particolarmente intenso. Shelf-life dichiarata: sei mesi. Discreta. Formato: 33 cl., alc. 7%, scad. 02/04/2012, prezzo 1.14 Euro.

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english summary:
Brewery: Mohren Brau, Dornbirn, Austria. Style: heller bock.
Appearance: clear deep golden color with a creamy white head. Aroma: bready malt, light butter, honey. Mouthfeel: medium body, medium carbonation, oily texture. Taste: bready malt and buttery; there’s a subtle alcohol presence warming it up. Sweet but dry, ends with a light hoppy bitter note. Aftertaste is malty, ethylic and warm. Overall: a pretty decent bock with a good drinkability but average taste. Bottle: 33 cl., 7% ABV, BB 02/04/2012, price 1.14 Euro.

martedì 10 gennaio 2012

Brooklyn Sorachi Ace

Fa parte della Brewmaster's Reserve Series della Brooklyn Brewery questa Sorachi Ace. Si tratta di una serie di birre inizialmente a produzione limitata, disponibili solamente in fusto e successivamente, come in questo caso, anche in bottiglia. Esordisce nel 2009 e, dal Maggio dell’anno successivo viene venduta solamente in bottiglia. Il nome deriva ovviamente dalla omonima varietà di luppolo, sviluppato nel 1988 in Giappone incrociando il luppolo ceco Saaz quello inglese British Gold. Per questa saison “single hop”, però, Olivier Garrett decide di utilizzare una varietà di Sorachi cresciuta in Oregon; per la rifermentazione in bottiglia viene invece utilizzato lievito da champagne. Molto bella anche l’etichetta, che gioca con il nome del luppolo (Ace = asso) presentando il logo del birrificio incastonato all’interno di una carta raffigurante l’asso di quadri. All’aspetto è di color oro pallido, velato; la schiuma è grossolana, bianca, e svanisce molto rapidamente. Aroma assolutamente fresco ed invitante, ricco di dolce frutta tropicale (mango, ananas, passion fruit), lychee, pompelmo; c’è anche una piacevole nota pepata. Al palato risulta abbastanza morbida, con una carbonazione molto elevata ed un corpo medio. La base è di malto biscotto, con un bel fruttato che richiama l’aroma, dove ritornano note di frutta tropicale, ed agrumi; a bilanciare c’è un bell’amaro che si sviluppa tra note erbacee e scorza di limone, non molto intenso ma estremamente pulito. Una birra dall’ottima bevibilità, viva e frizzante in bocca, molto secca, che lascia il palato pulito ed un retrogusto amaro, dove per la prima volta si avverte quella leggera “rusticità” (cereali, paglia, leggera polvere) che ci aspettiamo da una vera farmhouse ale. Saison senz’altro atipica, con un fruttato molto caratterizzante donatole dal luppolo Sorachi Ace; il risultato è comunque una birra molto interessante, profumata, equilibrata, beverina e molto gustosa, dal prezzo non proprio economico neppure in USA (oscilla tra i 9 ed i 14 dollari). Formato: 75 cl., alc. 7.6%, 34 IBU, scad. 05/2012, prezzo 19.99 Euro.

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english summary:
Brewery: Brooklyn Brewery, Brooklyn, USA. Style: saison.
Appearance: hazy pale golden with a quickly collapsing white head.
Aroma: elegant, fresh fruity nose with mango, pineapple, passion fruit, grapefruit, lychee. Hints of pepper. Mouthfeel: medium body, high carbonation; rather smooth texture. Taste: biscuit malty backbone, tropical fruits, citrus. There’s a nice zesty bitterness to balance. Very dry finish, zesty hoppy bitter aftertaste with a funky farmouse ale twist. Overall: an unusual single-hop saison with a strong fruity character given by sorachi ace hops. It’s a very taste and easily drinkable beer, clean and very well balanced. A very good but high priced one.
Bottle: 75 cl., 7.6% ABV, 34 IBUs, BBE 05/2012, price 19.99 Euro.

lunedì 9 gennaio 2012

Ayinger Celebrator Doppelbock vs. Winter Bock

Iniziamo con un po' di beer-geekismo. Ayinger Celebrator Doppelbock, per Ratebeer è la migliore birra tedesca al mondo ed è anche la migliore Doppelbock al mondo. Per Beer Advocate è la terza miglior birra tedesca mentre, nella classifica di stile, si piazza al secondo posto tra le doppelbock, superata dalla Andechser (il contrario di quanto avviene su Ratebeer). Passiamo ora alla seconda protagonista della "sfida", la Ayinger Winter Bock. Secono Ratebeer "non esiste", nel senso che viene considerata solo una rietichettatura della Celebrator. Beer Advocate invece la classifica "semplicemente" come "bock", ma per trovarla nella classifica dello stile bisogna scendere addirittura sino alla posizione 44. La domanda alla quale cercheremo di (non) rispondere è ovviamente: si tratta o no della stessa birra ? Avendole casualmente acquistate assieme, abbiamo deciso di degustarle in parallelo per approfondire l'argomento. Qualche altro indizio utile: la gradazione alcolica di entrambe è di 6.7%. La Celebrator è disponibile in bottiglia nell'insolito formato (per la Germania) da 33 cl. e "dispensa" due caproni in etichetta (l'animale - bock in tedesco) che ha dato il nome allo stile più un simpatico "ciondolo" appeso al collo della bottiglia. La Winter Bock invece preferisce virare su un paesaggio invernale, innevato, per sottolineare appunto la stagionalità della birra. Il sito ufficiale della Ayinger non aiuta a fare chiarezza; sia nella versione in tedesco che in italiano è presente solamente la Celebrator. Per trovare la Winter Bock bisogna entrare nella versione inglese; il birrificio identifica l'origine di entrambe queste doppelbock nella tradizione monastica. Ovviamente, per loro, si tratta di due prodotti diversi. Iniziamo allora la degustazione, con le premesse di avere tra le mani una bottiglia leggermente più "giovane" della Winter Bock (scadenza luglio 2012) rispetto alla Celebrator (aprile 2012).
Esame visivo: aspetto davvero identico. Entrambe le birre sono di uno splendido marrone scuro, limpido, con degli intensi riflessi di color borgogna. La schiuma, beige, è fine e cremosa, molto persistente.
Esame olfattivo: "naso" molto pronunciato quello della Celebrator, ricco di frutta secca, prugne, melassa, toffee, malto tostato. Molto meno forte ma sostanzialmente simile quello della Winter Bock, che profuma di frutta secca e prugne; la birra ci mette un po’ di tempo ad “aprirsi”, e riscaldandosi l’aroma evolve regalando anche sentori di caffè e di amaretto.
Esame gustativo: la sensazione al palato è esattamente identica per entrambe la birre. Corpo medio-pieno, doppelbock scarsamente carbonata ma incredibilmente morbida e cremosa in bocca, facilissima da bere. Anche il gusto ci è parso praticamente uguale; entrambe le bottiglie richiamano l’aroma, con note di caffè, malto tostato, toffee, prugne, frutta secca, una leggera speziatura diffusa che può ricordare vagamente il marzapane, un dolce molto amato in Germania. Il gusto rimane sul versante dolce, ma è perfettamente equilibrato da un amaro molto intenso di tostatura (ma anche di caffè e cacao) che sopraggiunge a fine corsa e permane anche nel retrogusto. L’impressione è davvero di avere in bocca una sorta di quel “pane liquido”, che un tempo aiutava (anche) i monaci a sopportare i lunghi periodo di digiuno imposti dalla religione. Entrambe riempiono completamente il palato, lasciando un caldo retrogusto abboccato dove per la prima volta si percepisce la componente etilica. Due birre complesse ma estremamente pulite, con gusto ed aroma molto intensi ma con una facilità di bevuta (quasi) paragonabile ad una session beer. Effettivamente sembrerebbe esserci quasi ogni elemento per poter affermare che si tratta esattamente della stessa birra, prodotta con due nomi diversi; ma siccome non abbiamo la certezza della prova, ci limitiamo a dire che abbiamo degustato due sontuose doppelbock. Dovendo spendere una preferenza, propendiamo per la bottiglia di Winter Bock, anche se la maggiore “vitalità” di questa bottiglia potrebbe dipendere dalla sua maggior giovinezza (tre mesi). In chiusura, una nota sul prezzo. Acquistate entrambe nello stesso supermercato tedesco, la Celebrator (33 cl.) costa 2.33 Euro al litro, mentre la Winter Bock solamente 1,74 Euro. Il gadget del “caprone” si fa pagare, dunque, ma siamo sempre ad anni luce di distanza dagli sconvolgenti prezzi italiani. Birre ovviamente assolutamente da provare, in qualsiasi delle due versioni. Celebrator: formato 33 cl., alc. 6.7% , lotto 1223, scad. 04/2012, prezzo 0.77 Euro. Winter Bock: formato 50 cl., alc. 6.7%, lotto 1306, scad. 07/0212, prezzo 0.87 Euro.

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english summary:
Brewery: Privatbrauerei Franz Inselkammer KG / Brauerei Aying, Aying, Bayern, Germany. Style: doppelbock.
Appearance: beautiful very dark brown with deep burgundy hues. Head is beige, creamy, long lasting. Aroma: rich and complex; dried fruits, plums, molasses, toffee, roasted malt, coffee and amaretto. Mouthfeel: extremely smooth to the palate, creamy textue, low carbondation, medium-full body. Taste: consistent with aroma; toffee, plums, dried fruits, spices and marzipan. A sweet taste is perfectly balance by a deep and intense bitteness of roasted malts, coffee and dark chocolate. Bittersweet aftertaste, with a warm soft ethylic note. Overall: while according to Ratebeer Ayinger Celebrator and Ayinger Winter Bock are exactly the same beer, under a different name, to Beer Advocate they are two different ones. We took the chance and tasted them in parallel. Indeed they look exactly the same, they smell and they taste (almost) exactly the same. Our bottle of Winter Bock was three months younger than the Celebrator which might explain some light different. Whether true or not, they both are two excellent and tasty doppelbocks you should not miss. Smooth, packed with flavours, they’re warming yet as easily drinkable as (almost) a session beer would be.
Celebrator: bottle 33 cl., 6.7% ABV, batch 1223, BBE 04/2012, price 0.77 Euro. Winter Bock: bottle 50 cl., 6.7% ABV, batch 1306, BBE 07/0212, price 0.87 Euro.

domenica 8 gennaio 2012

Baladin Birra Lurisia 10

Dopo la Lurisia Otto, degustata in questa occasione, affrontiamo oggi la sorella maggiore “Dieci”, dal nome chiaramente ispirato alla tradizione trappista che usa far corrispondere il nome della birra approssimatamente con la sua gradazione alcolica. In questo caso la corrispondenza è piena, visto che i gradi dichiarati in etichetta sono proprio 10, anche se sul sito Lurisia alla birra ne vengono attribuiti “solamente” 9.2. Prodotta ovviamente con acqua Lurisia, grano saraceno delle Valli Monregalesi, frumento maltato, malto d’orzo, spezie, luppolo e, secondo quanto racconta Teo Musso, lievito da scotch whisky. Colore dorato carico quasi limpido, non fosse per le piccole particelle di lievito in sospensione. La schiuma, bianca, è abbastanza fine e quasi pannosa, molto persistente. Molto gradevole l’aroma, ricco di frutta sciroppata, (pesca, albicocca, polpa d’arancio), sentori etilici, di frutta secca, ed una diffusa speziatura dalla quale emerge una nota pepata. Birra importante, dal corpo pieno, caratterizzata da una gasatura molto elevata derivante anche dai lieviti utilizzati ma che rimane comunque molto morbida in bocca. Il gusto è dolce, richiamando e continuando il percorso annunciato dall’aroma; base di malto, con leggere note di tostatura, frutta secca (nocciole?) e moltissima frutta sotto spirito. Dolce ma molto secca, lascia sempre il palato ben pulito e termina con un retrogusto abboccato, caldo, alcolico con una lunghissima nota di fruttata che richiama la pesca gialla sciroppata. Una strong ale belga davvero solida e molto ben fatta; amonica, bilanciata, profumata, pulita e gustosa. Alcool splendidamente nascosto, per una birra “da dieci gradi” che si beve come se ne avesse sei. Formato: 75 cl., alc. 10%, lotto 007 110, scad. 08/2012, prezzo 9.90 Euro.


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english summary:
Brewery: Birrificio Baladin, Piozzo (Cuneo) Italy. Style: Belgian strong ale.
Appearance: clear deep golden color with a frothy white head. Small yeast particles in suspension. Aroma: rich elegant fruit aroma: peach, apricot, orange pulp, alcohol, dried fruits, pepper. Mouthfeel: full body, high carbonation, creamy and smooth texture. Taste: recalling aroma, taste is very fruity with a solid nutty malt backbone. A sweet but very dry beer, which ends with a warm smooth alcoholic note with hints of peach. Overall: a solid and excellent Belgian-style strong ale which you would say has a 6% ABV but has actually 10. Perfumed and tasty, warming and smooth. Bottle: 75 cl., 10% ABV, batch 007 110, BBE 08/2012, price 9.90 Euro.

venerdì 6 gennaio 2012

Leibinger Max Fünf Komma 2

Viene fondata nel 1894 da Max Leibinger, l'omonimo birrificio che nasce dalle ceneri della vecchia Benediktiner Brauerei. Lentamente Leibinger acquisisce ed incorpora diversi altri birrifici operanti nei dintorni di Ravensburg, nel Baden-Württemberg tedesco. L'azienda passa dal padre al figlio, fino all'arrivo, nel 1996 di Michael Leibinger che prende le redini introducendo anche nuovi prodotti in gamma. Uno di questi è proprio questa Fünf Komma 2 (letteralmente Cinque Virgola 25, corrispondente alla gradazione alcolica), una lager in bottiglia trasparente con un disarmante invito in etichetta ad essere “servita ghiacciata per il massimo del gusto” (sic). La bella etichetta ci ha comunque conquistato e abbiamo proceduto con l’acquisto. Nel bicchiere è di colore dorato pallido, opaco. La schiuma, bianca, è fine e cremosa, mediamente persistente. Seguendo l’invito in etichetta abbiamo degustato la birra a temperatura frigorifero (!); aroma, come lecito aspettarsi, praticamente assente se non per qualche sentore erbaceo proveniente dalla schiuma. Le cose non cambiano molto anche lasciando riscaldare la birra ad una temperatura più consona per una degustazione appropriata. Corpo correttamente leggero, consistenza molto acquosa e carbonazione media. Anche il gusto è “leggero”, per dirlo con un eufemismo; qualche traccia sparsa di cereali e di malto, tanta acqua ed un timido finale amaricante, erbaceo, molto corto. Man mano che la birra si scalda, emerge anche un leggero sapore poco gradevole di mais. Prodotta con malto d'orzo e di frumento, si tratta di una lager davvero mediocre che non ha nulla da invidiare (bottiglia trasparente inclusa), ai blandi prodotto industriali. Bottiglia bevuta nel mese di scadenza, quindi probabilmente abbastanza poco in forma; ma dubitiamo, letti anche i commenti in rete, che anche da fresca questa Fünf Komma 2 sia un’esplosione di sapore. Formato: 33 cl., alc.5.2%, lotto 16, scad.12/2011, prezzo: 0.68 Euro.
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english summary:
Brewery: Max Leibinger, Ravensburg, Germany. Style: premium lager.
Appearance: cloudy pale golden with a creamy white head. Aroma: very light herbal hoppy aroma. Mouthfeel: light body, watery texture, medium carbonation. Taste: slightly malty, watery, short light bitter hoppy finish. Overall: the label oddly recommends to “serve icecold for max taste”; A very bland and almost tasteless lager which can compete with the standard average industrial ones, sharing the same transparent bottle packaging. As the beers warms up, there’s a light unpleasant taste of corn. Bottle: 33 cl., alc. 5.2%, batch 16, BBE 12/2011, price 0.68 Euro

giovedì 5 gennaio 2012

Dark Star Imperial Stout (2010)

L’ammiraglia del birrificio inglese Dark Star è una Imperial Stout dalla gradazione alcolica di tutto rispetto (10.5%); le bottiglie sono denominate secondo l’annata di produzione, in questo caso “Vintage 2010”. Assolutamente nera; la schiuma, nocciola, è abbastanza grossolana, ovviamente di dimensioni molto contenute ma abbastanza persistente. Al primo impatto l’aroma libera sentori di malti torrefatti, caffè e cioccolato; leggera presenza di cenere, mentre dopo qualche minuto, aprendosi, si sprigiona un forte odore di liquirizia, amara, che copre quasi ogni altro profumo. Corpo pieno, scarsamente carbonata, arriva in bocca con una grande morbidezza, quasi setosa. L’alcool è fantasticamente nascosto; pur riscaldando il palato e la gola, non ne pregiudica mai la (relativa) facilità di bevuta. Anche in bocca c’è molta, troppa liquirizia, che domina il tutto lasciando posto a delle leggere note di malto tostato in sottofondo. Un po’ di caffè ritorna a fine corsa, nel retrogusto, amaro, caldo, avvolgente. Imperial Stout molto secca e solida, che parte molto bene ma progressivamente tende un po’ a perdersi in un “mare” di liquirizia, almeno in questa bottiglia. Per avere qualche altra notizia sulla Dark Star Brewery, vi rimandiamo invece qui. Formato: 33 cl., alc. 10,5%, lotto 1467, scad. 06/2012, prezzo 4.37 Euro.

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english summary: Brewery: Dark Star Style: Imperial Stout.
Appearance: black with a spare tanned head. Aroma: roasted malt, coffee, chocolate, hints of ashes. Slowly a strong licorice aroma rises up and takes slowly completely over the nose of this beer. Mouthfeel: full bodied, low carbonation, smooth, silky texture. Taste: again, loads of licorice are hiding everything else. The beer is dry, a 10.5% ABV is fantastically hidden but there’s nothing else much then licorice. Light roasted malt in the background, hints of bitter coffee in the aftertaste. Overall: this is a very solid and tasty Russian Imperial Stout, we only wished it wasn’t so licorice oriented. Bottle: 33 cl., 10,5% ABV, batch 1467, BBE 06/2012, price 4.37 Euro.

mercoledì 4 gennaio 2012

Meckatzer Pils

Si trova appena fuori da Heimenkirch, ai confini orientali della Baviera ed a pochi chilometri dal lago di Costanza, la Meckatzer Löwenbräu; fondata nel 1738 e dal 1853 di proprietà della famiglia Weiss. Un centinaio di dipendenti, con Michael Weiss al comando e nessuna relazione con la più famosa Löwenbräu di Monaco. Bottiglia „offerta“ nel frigorifero di una camera d’albergo, l’apriamo senza nutrire troppe speranze. Tipico colore oro pallido, limpido. Schiuma bianca, fine e cremosa, con buona persistenza. L’aroma sprigiona sentori erbacei, cereali e leggermente mielosi. Pils dal corpo snello, vivacemente gasata e giustamente “watery”. In bocca non è sicuramente un’esplosione di sapori; gusto caratterizzato da note di malto e di cereali, con una nota erbacea amaricante in chiusura., dove emerge anche una leggera nota di sapone. Il retrogusto, amaro erbaceo, è breve e lascia in fretta il palato secco in attesa del prossima sorso. Una pils decente e bevibile, ma non molto informa: l’aroma di il gusto di malto non è “fragrante”, l’amaro (è usato il luppolo della vicina zona di Tettnang) tende leggermente al sapone rovinandone un po’ il finale. Ma non vogliamo infierire troppo, visto che non sappiamo come sia stata trattata questa bottiglia, e visto che la bottiglia non è certamente il formato prediletto per lo stile. Formato: 33 cl., alc. 4.8%, lotto H 15 L, scad. 27/03/2012.


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english summary:
Brewery: Meckatzer Löwenbräu, Meckatz, Heimenkirch, Bayern, Germany. Style: german pilsner.
Appearance: clear pale golden with a creamy white head. Aroma: light herbal hops, cereals, hints of honey. Mouthfeel: light body, lively carbonation, watery texture. Taste: not very intense. Bready malt with cereals leading to an herbal bitter finish. A dry pils which leaves a bitter aftertaste, with an unpleasant soapy note. Overall: a drinkable decent pils with some faults. Aroma and taste are not very crisp. Bitterness is spoiled by some unpleasant soapiness. Bottle: 33 cl., 4.8% ABV, batch H 15 L, BB 27/03/2012.

martedì 3 gennaio 2012

Schönramer Bavarias Best India Pale Ale

Dobbiamo risalire al 1780 per ricostruire la storia della Private Landbrauerei Schönram, fondata da Jacob Köllerer nella omonima cittadina (Schönram) della Baviera meridionale, a pochi chilometri dal confine con l’Austria e da Salisburgo. Gli attuali proprietari sono Helga and Alfred Oberlindober, la cui nonna era una parente del fondatore originario Jacob. Peculiarità di questo birrificio, in una regione così legata alle tradizioni come la Baviera, è la presenza di un mastro birraio americano. Si tratta di Eric Toft, alla Schönram da quasi 15 anni, nato in Wyoning ed arrivato in Germania per diplomarsi all’Università birraia di Weihenstephan, dopo essere transitato per l’Inghilterra e per il Belgio. Eric è anche rappresentante della German Hop Growers Association, e da buon birraio americano ha portato con se l’amore per birre molto luppolate; leggiamo che dal suo arrivo le vendite alla Schönram sono raddoppiate, ottimo risultato se si considera che il consumo di birra nel mercato tedesco è da molti anni in costante calo. Oltre ai classici stile bavaresi, Eric ha anche lentamente iniziato ad introdurre nella gamma del birrificio anche alcuni stili anglosassoni; i primi “esperimenti” condotti sulla clientela locale hanno avuto ottimi risultati. Racconta ad esempio Eric che la loro IPA raccoglie molti consensi soprattutto tra il pubblico femminile che, secondo lui, è più abituato a bere cocktail alcolici che contengono frutta e quindi apprezza la caratteristiche “fruttate” conferite dall’utilizzo di luppoli americani. Eric decide di lanciare la propria sfida personale all’Editto di Purezza tedesco, quel Reinheitsgebot che, secondo lui, è diventato con il tempo un “Editto di somiglianza” che ha portato la maggior parte delle birre ad assomigliarsi tra loro e ha allontanato dai birrai la voglia di sperimentare con le diverse tipologie di luppoli, malti e lieviti, tutti ingredienti che oltretutto l’editto contempla. Eccola, la Bavarias Best IPA brassata da Eric; contenuto alcolico di tutto rispetto (8.2%), di un opalescente color ambrato. La schiuma è generosissima, ocra, fine e cremosa, molto persistente. Aroma dolce e ricco di frutta, pompelmo, mango, passion fruit, ananas maturo, e leggeri sentori di caramello. Abbastanza morbida in bocca, dal corpo medio e della carbonazione abbastanza sostenuta; la consistenza è oleosa. L’imbocco è dato da una solida base di malto (biscotto e caramello), seguita da note di frutta tropicale che richiamano l’aroma; l’amaro, che arriva in un secondo tempo, è “resinoso”. Gusto molto pulito, birra che lascia il palato secco e si congeda con un retrogusto amaro, leggermente fruttato ma soprattutto vegetale e resinoso, intenso, terminando in modo ideale il suo percorso. Davvero un ottima bevibilità per questa IPA molto ben fatta, caratterizzata da un’estrema pulizia e da ottimi profumi. Bottiglia: 75 cl., alc. 8.2%, scad. 24/11/2012, prezzo 12.90 Euro.


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english summary:
Brewery: Private Landbrauerei Schönram, Schönram, Bayern, Germany.
Style: India Pale Ale.
Appearance: cloudy amber color with a big frothy off-white head. Aroma: lots of sweet tropical fruits; grapefruit, mango, pineapple, passion fruit and some caramel. Mouthfeel: medium body, lively carbonation, oily texture. Taste: a fairly smooth beer to the palate, with a solid biscuit and caramel malty backbone. Plenty of tropical fruits in the taste, too, leading to a resinous bitter aftertaste. Overall: a very well done IPA brewed in Germany, Clean and tasty, with a very well hidden 8.2% ABV this can be a very drinkable dangerous beer. Schönram brew master (Eric Toft) is an American guy living in Germany since several years. We are glad to see some German Brewery exploring some different beer styles from their standard ones. Bottle: 75 cl., 8.2% ABV, BB 24/11/2012, price 12.90 Euro