giovedì 1 agosto 2013

BrewDog Punk IPA

01 Agosto 2013, giornata in cui si celebra l’effimero IPA Day, una giornata che ogni estate da un paio di anni è dedicata allo stile che la “craft beer revolution” ha maggiormente valorizzato. L’evento 2013 ci ha un po’ colto impreparati (anche perché non esattamente in cima ai nostri pensieri) e con il frigorifero quasi privo di qualsiasi rappresentante di categoria, se non una lattina di BrewDog Punk IPA. Una birra che per certi versi ha assunto un ruolo importante all’interno della rivoluzione “craft” che da qualche anno ha rivitalizzato la scena brassicola britaanica, nonché la “flagship beer” del birrificio scozzese. Commercializzata per la prima volta nel 2007,  ha subito a Gennaio 2010 un cambio di ricetta (per quel che riguarda i luppoli, Chinook, Crystal, Motoeka sono stati sostituiti da Chinook, Simcoe, Ahtanum e Nelson Sauvin) e nel febbraio 2011 è diventata anche la prima craft beer in lattina nello United Kingdom.  Nel frattempo anche la Punk IPA ha un po’ subito le incostanze qualitative alle quali, purtroppo, negli ultimi periodi BrewDog ci ha abituato, al punto da costringere il birrificio alla pubblica ammenda del Gennaio 2012. L’avevamo bevuta a Febbraio 2011  ( link ), in una delle ultime bottiglie prima del cambio ricetta (quelle con  ABV 6% e 68 IBU) e, nonostante avessimo alle spalle molto meno bevute di oggi, ci era sembrata una IPA (davvero quasi) Punk: ruvida, amara, pungente, magari non facilissima da bere ma una birra che si fa notare e che guarda dritto in faccia chi la beve. Poi i BrewDogghi l’hanno ingentilita, imborghesita, con il dichiarato intento di aumentarne la facilità di bevuta; la Punk IPA di questa lattina ti accoglie con un aspetto rassicurante: oro carico, limpido, bella schiuma bianca, compatta e cremosa, molto ordinata e persistente.  Al naso, tutto sommato ancora abbastanza fresco, pompelmo, marmellata d'arancia, qualche sentore tropicale, di ago di pino e terroso. Se l'aroma non è particolarmente ruvido, ma abbastanza intenso, il gusto fa invece qualche passo indietro: ingresso di biscotto, poi agrumi (arancio e pompelmo) ed un veloce passaggio all'amaro che si porta in dote pompelmo e qualche nota resinosa e terrosa. Non c'è intensità, e proprio quando t'aspetteresti un lungo finale luppolato amaro, la birra sembra invece sparire per lasciare il palato appiccicoso e molto poco secco. Il diacetile è purtroppo ormai tristemente abbinato a molte produzioni BrewDog, la suggestione porta quasi a cercarlo in modo sistematico ma rimane comunque innegabile la sensazione di avere il palato un po' "imburrato" dopo ogni sorso di questa Punk IPA. Poco intensa, abbastanza slegata in bocca, si beve facilmente e - magra consolazione - rappresenta un netto miglioramento rispetto alle ultime due BrewDog assaggiate. A portata di mano, nella comoda lattina, rappresenta comunque ancora un'ottima alternativa alle industriali per un eventuale bevuta all'aria aperta, come magari questa. Ma più che  l'ispida cresta di un punk, sembra quasi una tranquilla vecchietta che passeggia con il suo cagnolino nel parco. Del "punk" sembra ereditare solamente l’aspetto commerciale, quello che dopotutto ha dato origine alla carriera dei Sex Pistols, magistralmente orchestrata da Malcom Mclaren e raccontata in The Great Rock’n’Roll  Swindle; una birra la cui bevuta provoca in me sensazioni simili a quelle provate nel vedere sul palco nel ventunesimo secolo Johnny Rotten, Steve Jones, Glen Matlock, e Paul Cook che cantano “Fuck this and fuck that, Fuck it all and fuck the fucking brat” ormai solamente per rimpolpare il proprio conto in banca. La differenza è tra questo, questo e, ahimè questo.  Formato: 33 cl., alc. 5.6%, IBU 45, lotto 3085, scad. 26/03/2014, pagata 2.80 Euro (foodstore, Italia)

3 commenti:

  1. beh...come darti torto! Si sono un po' ingentiliti e la punk ipa rimane il manifesto sempre aggiornato di tutta la produzione. Ovviamente il momento per una birra di brew dog arriva comunque... ma è un momento diverso!

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  2. hahahha il paragone è tanto ovvio quanto azzeccato!

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  3. Mi ha stufato in verità! Non è una birra che coinvolge, anzi stanca!

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