La Sardegna annovera ormai una trentina tra birrifici e beerfirm, un numero piuttosto significativo per una regione che, ricordo, ha meno abitanti della città di Milano: eppure non è un mistero che i sardi siano i maggiori bevitori di birra della nostra nazione. Se penso alla Sardegna ed alla birra "buona" penso immediatamente a Nicola Perra e al Birrificio Barley: c'è ovviamente altro, ma sino ad ora non mi era mai capitata l'occasione di approfondire.
Il Birrificio P3 Brewing Company nasce nell'agosto del 2012: è il primo birrificio di Sassari, guidato dal birraio Giacomo Petretto e Pierpaolo Peigottu, responsabile commerciale. Il percorso di Giacomo è quello ben noto che inizia nel 2001 con l'homebrewing e sfocia poi nell'apertura di un proprio birrificio: a fine novembre 2012 vengono commercializzate le prime tre birre: una Golden Ale d'ispirazione inglese chiamata Speed, una IPA chiamata 50 Nodi che vede l'utilizzo di luppoli americani, inglesi e neo zelandesi, e una export/imperial stout chiamata Turkunara. In un secondo momento si sono aggiunte Riff, una White IPA, e 110 S.E.F., una imperial stout barricata prodotta per festeggiare il centenario della S.E.F. Torres, la squadra di calcio più antica di tutta la Sardegna. Tutte le etichette sono piuttosto ben curate, e realizzate dalla Fimao Design. La conferma di essere partiti con il piede giusto arriva nel 2014, quando la Speed ottiene la medaglia d'argento nella categoria Golden Ale a Birra dell'Anno.
L'assaggio di oggi è invece quello della Turkunara (versione femminile del termine Turkunaru, ossia fiume nero), una imperial (o export) stout prodotta con malti Pale, Crystal, Cara, fiocchi d'avena e orzo tostato; il luppolo utilizzato è il Fuggle.
Completamente nera, ricoperta da un bel cappello di schiuma beige, fine e cremosa, dall'ottima persistenza. L'intensità non è certamente il maggior pregio dell'aroma, che rivela tuttavia un buon livello di pulizia con sentori di cioccolato al latte, caffè, tostature e frutti di bosco. Molto buona la sensazione palatale, con l'avena che le dona una buona morbidezza senza che ciò incida sulla sua scorrevolezza: il corpo è medio, con poche bollicine. Il gusto non è piuttosto semplice e "basico", ma i pochi elementi in gioco (caffè, tostature, liquirizia) sono al posto giusto: c'è una buona pulizia, mentre secondo me si può ancora migliorare l'eleganza e la finezza. La bevuta inizia e finisce con un buon livello di amaro che viene stemperato un po' solo dall'acidità dei malti tostati: chiude ricca di caffè e di tostature, senza che l'alcool (7%) si sia mai fatto sentire più del necessario. Il birrificio è giovane ma Turkunara si pone già ad un buon livello, seppur con ampi margini di miglioramento; mi riferisco alla finezza ma soprattutto alla componente espressiva che, almeno in questa bottiglia, tocca troppo ripetutamente gli stessi tasti.
Formato: 33 cl., alc. 7%, lotto 030314, scad. 12/2015, pagata 3.90 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Ciao, cosa intendi con aroma e sapore pulito? Es: "buon livello di pulizia", "c'è una buona pulizia,"
RispondiEliminaCiao,
Eliminapulito signifca che si percepiscono immediatamente i profumi ed i sapori senza doverli indovinare o cercare in mezzo ad un "agglomerato" non ben definito. I profumi sono ben distinti, non ci sono puzzette, dalla pulizia derivano poi finezza/eleganza e fragranza...
Ad esempio nel caso di una stout un gusto pulito mi permette di dire senza dubbio che c'è caffè aroma/gusto e anche di dire se di caffè in chicchi, macinato o liquido, se mi ricorda l'espresso o piuttosto il caffè della moka, tanto per fare qualche esempio.
In un gusto/aroma poco pulito percepisci una "vaga" sensazione scura che ti ricorda alla lontana il caffè, mescolata o disturbata da altri sapori o magari da qualche "puzzetta" che non dovrebbe esserci.
Grazie, chiarissimo
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