giovedì 11 luglio 2013

Mikkeller Invasion Farmhouse IPA

Dopo la moda del luppolo e delle IPA / double IPA, che ha caratterizzato il panaroma della birra "artigianale" non solo italiana ma anche internazionale, c'è una nuova tendenza che si sta lentamente diffondendo in tutto il globo: quella dei "brett", per dirlo all'americana o, per essere più precisi, dei Brettanomyces bruxellensis o, in italiano, Brettanomiceti. Una tendenza che ovviamente non poteva sfuggire ad uno dei birrai zingari (ovvero senza impianti propri) più "alla moda" dell'intero globo, Mikkeller. Il nome "Invasion" viene utilzzato per la prima volta da Mikkeller per il suo primo "umile" sbarco in territorio americano; lui che solitamente produceva la birra da De Proef (Belgio) ed a Nogne Ø (Norvegia), realizza la Pre Invasion IPA (alla Triple Rock, California), poi la Invasion IPA presso gli impianti di Drakes Brewing Company (California) che viene replicata alla Against the Grain Brewery (Kentucky). A giugno del 2012 si reca alla Anchorage Brewing Co. (Alaska), forse ispirato dalla Galaxy White IPA che il birrificio produce, per apportare una variazione sul tema e brassare una nuova versione della Invasion IPA utilizzando, questa volta, i brettanomiceti. In Italia inizia ad arrivare nei negozi a quasi un anno di distanza, quando i lieviti selvaggi già stanno lavorando da tempo. Di colore arancio, torbido, riempie subito il bicchiere di schiuma biancastra, grossolana, che scompare molto in fretta. L'aroma, ancora molto intenso, è quello atteso: nette le note dei "bretta" (sudore, cuoio, pelle di animale, acido lattico, terra) affiancate a quelle più convenzionali di erba appena tagliata, scorza di limone. Ugualmente complesso il gusto, che inizia da un attacco biscottato seguito da un passaggio aspro di agrumi, sopratutto lime e pompelmo; l'intera bevuta è attraversata da note rustiche, polverose, di cuoio e di sudore, coerentemente con quanto preannunciato dall'aroma.  Il finale è secchissimo, retrogusto lungo ed amaro, ricco di scorza di limone, pompelmo e pepe. Corpo medio, carbonatazione medio-alta, alcool (8%) molto ben celato: l'incontro tra lieviti selvaggi e luppolatura massiccia dà come risultato un birra interessante, rustica, abbastanza facile da bere, dissetante ma, probabilmente, non per tutti i gusti. Al di là delle preferenze personali, e dal prezzo abbastanza elevato, è comunque una birra coerente dall'inizio alla fine, molto ben fatta, pulita e solida.  Formato 75 cl., alc. 8%, lotto 2012, scad. non riportata, pagata 18.00 Euro (beershop, Italia).

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