Con il "conta-birrifici" (e beerfirm) che ha ormai raggiunto quota ottocento, non possono che susseguirsi "debutti" sulle pagine del blog. E' la volta del Birrificio Il Mastio, che ha sede nell'entroterra marchigiano ad Urbisaglia, quindici chilometri da Macerata; un produttore abbastanza giovane, attivo dal febbraio 2012. Lo fondano i fratelli Sebastiano e Lorenzo Nabissi, che hanno trasformato quindici anni di homebrewing in una professione. Come molti birrifici italiani, anche Il Mastio intende sottolineare il proprio legame con il territorio: il nome scelto rimanda alla torre della rocca di Urbisaglia, due delle sette birre prodotte richiamano la vicina Abbadia di Fiastra, un'altra è invece dedicata alla Strada Statale 77 che attraversa le Marche collegando Foligno a Civitanova. Le birre sono tutte ad alta fermentazione: weizen, golden ale, pale ale, amber ale, due strong ale d'ispirazione belga ed una natalizia.
All'assaggio di oggi una bottiglia di Abbadia Bruna, con l'etichetta che raffigura la facciata ed il rosone della già citata Abbadia di Fiastra. Ma l'etichetta riporta anche la dicitura "Birra d'Abbazia" e, sul retro la scritta "stile d'abbazia"; ora non voglio fare il puntiglioso rompiscatole, ma dire "birra stile abbazia" equivale a dire nulla, potrebbe essere una birra chiara o scura, dolce o amara, poco o molto alcolica… poi capisco che il marketing vuole la sua parte e che il cliente/curioso di turno possa trovare affascinante l'idea di una birra prodotta da frati o monaci. Generalmente, con il termine "d'abbazia" s'identifica una birra solitamente prodotta al di fuori di un'abbazia ma che ha un qualche legame con il monastero che inizialmente la produceva; spesso sono proprio i monasteri a concedere l'utilizzo del proprio nome e delle proprie ricette. In questo caso, non credo che le birre d'abbazia in questione (sono due, una chiara ed una scura) siano basate su una ricetta della vicina Abbadia di Fiastra. Meglio allora chiamarla semplicemente Brune, o Belgian Strong (Dark) Ale, no ?

Nel bicchiere è di un bel color ambrato carico, con schiuma beige fine e cremosa, dalla buona persistenza. La bottiglia è prossima alla scadenza (ottobre) e l'aroma non è particolarmente intenso: ci sono sentori di frutta secca, biscotto al burro, qualche richiamo di frutta sotto spirito (prugna ed uvetta) e di pera, mentre in sottofondo c'è una leggerissima presenza di solvente. Al palato è abbastanza gradevole, con un corpo medio, carbonazione abbastanza contenuta ed una consistenza oleosa. Il percorso gustativo rispecchia in toto quello olfattivo: caramello, frutta secca, biscotto al burro, pera e uvetta; il finale è leggermente astringente, con una presenza amaricante di mandorla. L'intensità è buona, con un discreto warming etilico finale che però si rivela più pungente che morbido. Non emerge però molto il carattere belga che dovrebbe identificare una cosiddetta "birra d'abbazia", e la bevuta risulta un po' slegata e poco armoniosa. La strada che porta in Belgio è quindi ancora lunga, ma il birrificio è molto giovane ed ha tutto il tempo per percorrerla facendo i dovuti aggiustamenti.
Formato: 75 cl., alc. 7.8%, lotto 871337, scad. 09/10/2014, pagata 8.50 Euro (alimentari, Italia).