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giovedì 18 agosto 2016

De Leite Cuvée Jeune Homme

Ritorna sul blog la Brouwerij De Leite guidata da Luc Vermeersch in quel di Ruddervoorde, una ventina di chilometri a sud di Brugge. Luc è passato dall'homebrewing al mondo dei professionisti installando il birrificio in una una parte dello stabile occupato dalla propria ditta, la  Helbig, che produce sistemi modulari  e scaffalature per negozi; all’inizio dell’avventura lo hanno accompagnato Etienne Van Poucke e Paul Vanneste, entrambi conosciuti ad un corso di specializzazione sulla produzione della birra organizzato dal birrificio Alvinne. L’impianto degli esordi da 8,5 ettolitri è stato da qualche tempo sostituito da uno più capiente da 60 ettolitri. 
Dopo la di Cuvée Mam'zelle  bevuta qualche tempo fa, ecco un'altra sour ale barricata in per quattro mesi in botti ex-vino provenienti  (presumibilmente) dalla regione francese del Médoc; ma se la Cuvée Mam'zelle  altro non era che la versione barricata della Enfant Terriple,  per realizzare la Cuvée Jeune Homme Luc Vermeersch parte da una birra completamente nuova e piuttosto luppolata. Doverosa citazione anche per la curiosa etichetta realizzata da Rik Vermeersch.
Nel bicchiere arriva di color oro antico velato, con riflessi ramati e un grossolano cappello di schiuma biancastra, pannosa e dalla lunga persistenza. Il passaggio in botte è evidente sin dall’aroma con una netta presenza di legno e vino bianco, affiancata da note floreali, lattiche e  di marmellata d’agrumi, frutta candita; in sottofondo una punta acetica per nulla fastidiosa e un tocco dolce a metà strada tra la vaniglia e lo zucchero a velo.  
La sensazione palatale è sorprendentemente oleosa, soprattutto perché siamo in Belgio: la scorrevolezza non è al massimo ma ne guadagna la morbidezza, nonostante una carbonazione abbastanza vivace. Il gusto vira subito nel territorio dell’aspro (uva acerba, mela verde, limone) e del lattico, per una bevuta comunque rinfrescante che risulta tuttavia molto segnata dal passaggio in botte; in sottofondo miele e marmellata d’agrumi cercano d’addomesticare un po’ l’acido ed il legno. Annoto anche dettagli “funky” (cuoio) e un lieve punta acetica che si manifesta proprio prima della chiusura secca, amara di lattico e di scorza d’agrumi.
Devo in sostanza ripetere quanto detto in occasione della Mam'zelle:  anche questa bottiglia di Cuvée Jeune Homme risulta molto marcata dalla permanenza in botti di vino, con la birra che a tratti sembra poter scomparire. Benché godibile e sicuramente “migliore” della sua sorella, anche lei finisce per essere un po’ grezza e non pulitissima, portando il necessario refrigerio in una calda serata estiva senza riuscire tuttavia a convincere completamente.
Formato 33 cl., alc. 6.5%, IBU 65, lotto 04, scad. 07/10/2016, prezzo 2,10 Euro (drink store, Belgio)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

sabato 26 settembre 2015

De Leite Cuvée Mam'zelle

La birra di oggi è ideale continuazione di quella bevuta un paio di anni fa: la Enfant Terriple del birrificio De Leite, attivo dal 2008 e guidato da Luc Vermeersch in quel di Ruddervoorde, una ventina di chilometri a sud di Bruges. Luc è passato dall'homebrewing al mondo dei professionisti installando il birrificio in una una parte dello stabile occupato dalla propria ditta, la  Helbig, che produce sistemi modulari  e scaffalature per negozi. 
La Enfant Terriple finisce ad invecchiare per qualche mese in botti di rovere che hanno ospitato in vino provenienti dalla regione francese del Médoc, e prende il nome di Cuvée Mam'zelle. L'etichetta, come tutte le altre del birrificio, è opera del disegnatore  Lowie Vermeersch, nipote di Luc, che dopo aver lavorato per diversi anni alla Pininfarina, in Italia, nel 2010 si è messo in proprio fondando a Torino la società Granstudio.
Cuvée Mam'zelle si presenta piuttosto torbida, con un colore che oscilla tra il dorato carico e l'arancio; la schiuma biancastra è abbastanza compatta e cremosa ed ha una buona persistenza. Al naso domina l'aspro, con sentori di uvaspina e frutta acerba (mela), legno, acido lattico e aceto di mela; la componente dolce (ananas e uva matura) rimane piuttosto in sottofondo ed è avvertibile solo quando la birra si scalda.
In bocca non ci sono grossi cambiamenti: la bevuta inizia subito aspra riproponendo mela acerba e uva spina, acidità lattica e soprattutto acetica, quest'ultima un po' troppo invadente e fastidiosa, a tratti quasi tagliente. Il dolce assume le sembianze del vino liquoroso, dell'uva macerata e rimane sempre in sottofondo senza riuscire a portare equilibrio; chiude con una bella secchezza tannica, con sentori legnosi e con una punta amaricante di mandorla e lattica. Birra che si mantiene aspra e che si mostra particolarmente segnata dal passaggio in botte ex-vino, risultando però un po' grezza, poco pulita e molto, molto lontana dall'eleganza di birre come questa che hanno subito un invecchiamento simile. L'alcool rimane comunque molto ben nascosto e non è lui, ma la componente acetica, a rallentare di molto la velocità di bevuta. Le bollicine sono poche, la birra ha corpo medio e, soprattutto, è particolarmente marcata dal passaggio in botti ex-vino con un risultato che alla fine non è del tutto convincente.
Formato: 33 cl., alc. 8.5%, IBU 50, lotto 04, scad. 25/11/2015, pagata 2.10 Euro (drink store, Belgio).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

lunedì 25 marzo 2013

De Leite Enfant Terriple

Luc Vermeersch è il birraio che fonda nel 2008 la Brouwerij De Leite; è un homebrewer "di successo" da ormai una decina di anni, grazie ad un impianto da 30 litri acquistato in Finlandia ed installato in giardino. I suoi due compagni d'avventura nel mondo dei professionisti sono Etienne Van Poucke e Paul Vanneste, entrambi conosciuti ad un corso di specializzazione organizzato dal birrificio Alvinne. Il nome de Leite fa riferimento ad un piccolo fiumiciattolo che scorre accanto al birrificio; la birra d'esordio, nel 2008, si chiama Femme Fatale, dalla bella etichetta disegnata dal nipote di Luc, Robin Vermeersch; poco dopo arriva la Bon Homme. L'amore tra la donna e l'uomo dà in poco tempo i suoi frutti; il figlio viene chiamato Enfant Terriple, con un bel gioco di parole che richiama senza lasciare ombra di dubbi lo stile di riferimento. Nel bicchiere è di un bel color oro antico, velato; la schiuma, bianchissima e molto persistente, è compatta e cremosa. Il naso apre con sentori di miele d'acacia, segue una leggera speziatura da lieviti, e più in secondo piano arancia candita e pesca. Al palato si presenta con un corpo medio ed una carbonazione gradevolmente sostenuta che le dona una grande vivacità; leggero imbocco di biscotto, burro, poi il gusto vira deciso sul fruttato (arancia, pesca, albicocca) con una leggera speziatura che ben si sposa con le "bollicine". Predomina il dolce, in una tripel che non riesce mai a lasciare il palato pulito, avvolgendolo sempre con un velo di frutta candita. Chiude abboccata e fruttata, praticamente senza nessuna nota amaricante, se si esclude una leggerissima punta di nocciolo di pesca nel retrogusto. Alcool molto ben nascosto, in una birra che - dicevamo - si mantiene sempre piuttosto dolce senza però mai risultare stucchevole; la decisa carbonazione svolge una fondamentale azione di bilanciamento a metà bevuta, spezzando il "continuum" di frutta candita che rappresenta il vero motivo dominante di questa tripel, abbastanza facile da bere. Formato: 33 cl., alc. 8.2%, IBU 48, lotto 08 14:09, scad. 14/06/2013, prezzo  3.75 Euro (enoteca, Italia).