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venerdì 12 settembre 2014

Mission Dark Seas Imperial Stout

Il mio primo incontro con la Mission Brewery di San Diego (California) risale a due anni fa e non è certamente stato dei migliori, con una Double IPA piuttosto deludente. Il birrificio, fondato nel 2007 a La Jolla da Dan Selis, ha traslocato prima a Chula Vista e  nel 2009 a San Diego a pochi isolati da Petco Park, il campo da baseball casa dei San Diego Padres, e dallo storico Gaslamp Quartier. L'ampia tasting room può ospitare sino a 400 persone. 
Dark Seas è la Russian Imperial Stout della casa, che ha ottenuto numerosi premi in concorsi californiani: bronzo alla San Diego International Beer Competition del 2012, argento alla Los Angeles International Beer Commercial dello stesso anno, oro a quella del 2013 e bronzo a quella del 2014. Argento invece alla Central California Craft Beer Competition  di quest'anno. 
Nel 2013 è stata rilasciata anche una versione invecchiata per venti mesi in botti di bourbon Four Roses.
Minacciosa etichetta, raffigurante un vascello che cerca con difficoltà di farsi largo su di un tempestoso mare, nero come la pece; tra vento e saette, si intravede sullo sfondo un poco rassicurante teschio, presagio di quello che probabilmente sta per accadere.
Altrettanto nera e minacciosa arriva nel bicchiere questa Imperial Stout, con un "cappuccio" di schiuma color cappuccino, compatta, cremosa, molto persistente. L'aroma presenta tostature, qualche sentore di caffè e di cioccolato, ma soprattutto frutta sotto spirito, uvetta, prugna disidratata, fruitcake. La sua consistenza al palato è meno densa del previsto, più oleosa (e scorrevole) che cremosa; il corpo è medio, con una carbonazione bassa, bollicine molto sottili.  Il gusto ha una corrispondenza pressoché perfetta con l'aroma, riproponendo lo stesso scenario di caffè e cioccolato amato, fruitcake, prugna ed uvetta; prima parte della bevuta dolce, con finale amaro di caffè e tostature a bilanciare. La pulizia non è impeccabile, mentre l'intensità è notevole ed è una birra che si sorseggia - prendendosi le dovute pause - con gusto e senza grosso impegno. Chiude con un gradevole retrogusto che ricorda un tortino di frutta al cioccolato imbevuto di rum: praticamente un dessert.
Formato: 65 cl., alc. 9.8%, lotto e scadenza non riportati, pagata 5,67 Euro ($ 7.49 supermercato USA).

domenica 30 settembre 2012

Mission Shipwrecked Double IPA

Restiamo in città a San Diego per parlare della Mission Brewery, che ha sede a pochi isolati dal Petco Park, il campo da baseball che ospita gli incontri dei San Diego Padres. L'edificio risale al 1834, quando era sede degli impianti produttivi della Wonder Bread. A San Diego esisteva una Mission Brewery sin dal 1913, ma la sua fine coincise con l'inizio del proibizionismo. Dan Selis quasi non riesce a credere che il nome sia disponibile all'uso, quando nel 2008, decide di aprire un birrificio. Ex-homebrewer, ha svolto un percorso di crescita a piccoli passi che lo hanno portato ad ottenere il titolo di "giudice" ai concorsi brassicoli; nel 2007, un brewpub di La Jolla si trovava di fronte ad un dilemma: cercare un nuovo birrario o vendere gli impianti. Dan convince il proprietario a lasciarli utilizzare l'impianto di produzione annesso al ristorante. Dopo 15 anni passati alla scrivania, Dan abbandona il suo posto di lavoro in ufficio per tuffarsi in questa nuova avventura. Passano due anni ed è già tempo di spostarsi, perché gli impianti non riescono a soddisfare tutta la richiesta; la Mission Brewery si sposta per un paio di anni a Chula Vista, prima di un nuovo trasloco negli ampi spazi del Wonder  Bread Building, dove viene attrezzata anche l'immancabile tasting room con 400 posti a sedere. Ad aiutare Dan Selis c'è oggi il birraio John Egan.   "Shipwreck" significa “naufragio”, ed è un po' quello che ci è capitato bevendo questa robusta Double IPA, la cui ricetta prevede luppoli Cascade, Magnum, Centennial e CTZ.  L’inizio dell’immaginario viaggio in nave è incoraggiante, con uno splendido aspetto, ambrato carico con riflessi rosso rubino. La schiuma non è molto generosa, ma fine e cremosa, color ocra. Purtroppo già l’aroma denota molta poca freschezza: naso dolcissimo, agrumi quasi canditi (arancio e pompelmo), caramello e solo in sottofondo qualche reminiscenza di resina, con una leggera pepatura. L’aroma è molto forte ma quasi stucchevole, e un po’ grossolano. C’è tanto dolce anche in bocca, caramello, biscotto, note di sciroppo d’acero, zucchero, tutti elementi che il “calcio” amaro, a fine corsa, non riesce a bilanciare; luppoli evanescenti, il palato rimane zuccherino, quasi appiccicoso, con un leggero calore alcolico e note di scorza d’arancia sotto spirito. Il corpo è massiccio, con una buona morbidezza ed una carbonazione media. Bottiglia disgraziata o chissà da quanto residente sugli scaffali. Su Ratebeer  la Shipwreck Double IPA si prende un decoroso 93/100, sarebbe quindi il caso di riprovarla in condizioni più ottimali. Formato: 35.5 cl., alc. 9.25%, IBU 75, lotto e scadenza non riportati, prezzo 2.91 Euro ($ 3.49)