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giovedì 24 maggio 2018

Evil Twin / Westbrook Imperial Mexican Biscotti Cake Break

Viene annunciata a ottobre 2016 e genera subito entusiasmo tra i geeks americani: si tratta di una collaborazione tra il birrificio Westbrook e la beerfirm Evil Twin (che da Westbrook spesso produce) chiamata Imperial Mexican Biscotti Cake Break. Il nome è un chiaro riferimento a due famose imperial stout già prodotte dai suddetti birrifici a partire dal 2012: la Imperial Biscotti Break di Evil Twin, realizzata con mandorle tostate, caffè e vaniglia e la Mexican Cake di Westbrook che utilizza mandorle tostate , cacao, caffè, cannella, vaniglia e peperoncino habanero. Jeppe Jarnit-Bjergsø (Evil Twin) afferma che la birra è una ricetta “a quattro mani” che vuole combinare le altre due birre di successo: liberissimi di crederci e non pensare che si tratti invece di un semplice blend di due birre.  Il suo debutto è datato 17 novembre con vendita diretta al birrificio Westbrook: 16 dollari per 65 cl. e un limite di sei bottiglie a testa; in contemporanea è anche partita la distribuzione su scala nazionale ed internazionale. 
La birra è poi stata seguita dalle inevitabili varianti barrel aged. Nell’autunno del 2017 sono arrivate la Maple Bourbon Barrel Aged Imperial Mexican Biscotti Cake Break, invecchiata 16 mesi in botti ex-bourbon che avevano poi contenuto sciroppo d’acero, e la Double Barrel Aged Imperial Mexican Biscotti Cake Break,  che all’invecchiamento appena descritto ne fa seguire uno ulteriore in botti di vino marsala. Non vi basta? Lo scorso aprile i due birrifici hanno annunciato l’arrivo della  Maple Bourbon Barrel-Aged Imperial Mexican Biscotti Toasted Coconut Cake Break, ovvero versione della Maple Bourbon Barrel Aged Imperial Mexican Biscotti Cake Break con aggiunta di cocco tostato. E che dire della Maple Bourbon Barrel-Aged Imperial Mexican Biscotti Churros Cake Break? Sembra che l’etichetta non elenchi esplicitamente la presenza della famosa pastella fritta spolverata di zucchero, ma non ci sarebbe da stupirsi visto che ormai abbiamo visto finire del bollitore qualsiasi cosa, dagli hamburger alle patatine fritte, dai croissant agli insetti: basta la parola per farla diventare subito oggetto del desiderio di beergeeks che amano trastullarsi con queste pastry stouts.

La birra.
Se tutti qui nomi vi hanno confuso, avvenimento più che probabile, ricordo che stiamo parlando della Imperial Mexican Biscotti Cake Break. Si presenta di colore nero, mentre la piccola schiuma che si forma è cremosa ma velocissima a dissiparsi. Il naso è dolce e propone solo in parte gli ingredienti riportati in etichetta: vaniglia, cioccolato al latte, melassa, prugna e uvetta sono affiancati da lievi note di peperoncino. La sua intensità è inversamente proporzionale alla sua eleganza: il risultato è dolce, quasi stucchevole, grossolano e tuttavia gradevole.  Al palato non c’è una particolare viscosità ma il mouthfeel è comunque piacevole: poche bollicine, corpo medio-pieno, consistenza oleosa. Il gusto è fortunatamente un po’ più complesso e regala piacevoli (dolci) sfumature di biscotto e frutta secca, fruit cake, melassa e tanta frutta sotto spirito: uvetta, prugna, frutti di bosco. Su questo tappeto dolce affiorano anche note di vaniglia e cioccolato al latte, poi arriva il piccante del peperoncino a riequilibrare una situazione che stava pericolosamente andando alla deriva. L’alcool non fa sentire particolarmente la sua presenza, ma è difficile dire nel finale dove inizi il suo effetto e dove termini quello dell’habanero: è una conclusione calda e piuttosto piccante nella quale mancano però un po’ di tostature e di quel caffè dichiarato tra gli ingredienti.  E’ una bottiglia che dovrebbe avere già 18 mesi di vita alle spalle e quindi suppongo che il caffè sia svanito per effetto del tempo. 
Detto questo, se vi piace il genere delle imperial stout dolci e ricche di ingredienti gourmet, questa  Imperial Mexican Biscotti Cake Break entrerà nelle vostre corde: è intensa, potente e non scivola troppo in quell’artificioso che caratterizza molte pastry stout. Personalmente preferisco la Imperial Biscotti Break di Evil Twin, mentre non ho avuto un’esperienza molto positiva della Mexican Cake di Westbrook, forse a causa di una bottiglia “sfortunata”.
Formato 65 cl., alc. 10.5%, lotto e scadenza non riportate, prezzo indicativo 13.00-19.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

lunedì 12 marzo 2018

Westbrook Siberian Black Magic Panther

Westbrook Brewing viene fondata nel dicembre 2010 da Edward e Morgan Westbrook, marito e moglie che grazie ad una campagna di equity funding riescono a racimolare gli investimenti necessari per acquistare un terreno nel sobborgo Charleston di Mount Pleasant, Carolina del Sud; ne avevamo già parlato in questa occasione.  
La birra di oggi è l’imperial stout Siberian Black Magic Panther e non è certamente la birra più famosa di Westbrook, nota soprattutto per la Mexican Cake Imperial Stout e – per quel che riguarda il beergeekismo -  le sue versioni Barrel Aged. Birre che circolano ovviamente sul mercato nero a prezzi abbastanza elevati e Westbrook sembra essersi allineata alle speculazioni. Presso la taproom potrete infatti acquistare (solo per consuno in loco) alcune bottiglie da 66 cl. d’annata per qualche centinaia di dollari l’una, come ad esempio Mexican Cake invecchiata in botti di Pappy Van Winkle (2015) o in botti di Bourbon che hanno ospitato più di recente sciroppo d’acero (2016). 
Lo scorso novembre le quattro varianti Barrel Aged 2017 della Mexican Cake erano acquistabili solamente in un set da dieci bottiglie miste per un valore totale di 300 dollari, ovvero 30 cadauna. Quasi un favore a chi volesse poi rivenderle sul mercato nero: una volta fatto l’investimento iniziale di 300 dollari, potevate poi cercare di rivendere alcune bottiglie sul mercato secondario per rientrare della spesa e bere le vostre “gratis”, se non guadagnandoci qualcosa. Inutile dire che le prenotazioni dei set sono andate subito esaurite.
La Siberian Black Magic Panther non ha lo stesso fascino della Mexican Cake tra i beergeeks ma anche lei dispone di tre varianti barricate: Apple Brandy (2013), Bourbon Barrel (2014) e Rum Barrel (2017).

La birra.
Montagne di malti tostati e zucchero candito scuro: queste le uniche informazioni rivelate da Westbrook sulla ricetta di una birra che viene definita (sic) “pelosa come un siberiano… o come una pantera”. 
Il suo aspetto è inappuntabile: nera, bella testa di schiuma cremosa e compatta dall’ottima persistenza. L’aroma è dolce, caffè e orzo tostato sono avvolti da zucchero candito, caramello e cioccolato, biscotti leggermente bagnati nell’alcool; l’intensità è discreta, e sebbene l’aroma sia nel complesso gradevole, pulizia ed eleganza mostrano ampi margini di miglioramento.  Lo zucchero candito scuro  fa pensare subito alla scuola belga ed il mouthfeel sembra adeguarsi: nessuna viscosità, la sensazione palatale è quasi vellutata e molto morbida, le bollicine un po’ più presenti di quello che vi aspettereste in una imperial stout da 12%. Per il mio gusto personale manca un po’ di “ciccia.  Il gusto ripropone l’aroma disegnando una birra inizialmente dolce di caramello e zucchero candito, biscotti e melassa, poi bilanciata dall’amaro del torrefatto e del caffè. L’alcool è forse sin troppo timido ed esce solamente a fine corsa quando la frutta sotto spirito accompagna il cioccolato il caramello e le delicate tostature. 
La “pantera nera siberiano” di Westbrook risulta in verità abbastanza docile: bilanciata ma orientata al dolce, piuttosto facile da bere grazie ad un mouthfeel poco impegnativo che non asfalta il palato. Il livello è buono ma pulizia e finezza potrebbero essere migliori: il risultato è un "amalgama" gradevole nel quale i singoli elementi non riescono ad emergere con la necessaria chiarezza.
Formato 65 cl., alc. 12%, imbott. 20/02/2017, prezzo indicativo 16.00-19.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

lunedì 12 dicembre 2016

Westbrook Mexican Cake Imperial Stout

Westbrook Brewing viene fondata nel dicembre 2010 da Edward e Morgan Westbrook, marito e moglie che grazie ad una campagna di equity funding riescono a racimolare gli investimenti necessari per acquistare un terreno nel sobborgo Charleston di Mount Pleasant, Carolina del Sud.  Il birrificio (1700 metri quadri) viene costruito da zero, installando un impianto da 35 ettolitri affiancato da uno pilota da 23 ettolitri. 
Ai tempi del college per Edward la birra coincideva con il nome di Budweiser; fu una vacanza in Europa a fargli capire che esisteva anche della birra che avesse anche un gusto: prima la Guinness in Spagna (sic!), poi l’Inghilterra con le sue Real Ales e soprattutto con la Theakston's Old Peculier. Di ritorno negli Stati Uniti, Edward scopre che è possibile cercare di replicare quelle birre anche in casa: negli ultimi anni alla Furman University si cimenta con l’homebrewing ed inizia a frequentare i pochi microbirrifici presenti nei dintorni: Blue Ridge, RJ Rockers e Thomas Creek, quest’ultimo volenteroso nel dispensare consigli su come fare la birra in garage e nel fornirgli le materie prime. La fidanzata Morgan lo sprona e l’homebrewing diventa il loro hobby preferito: "era meraviglioso riuscire a produrre un keg di birra (141 pinte!) con soli 20 dollari. Alle feste studentesche potevo far pagare ogni pinta 5 dollari e con quelli pagarmi gli studi..”  Edward fonda anche un piccolo club locale di homebrewers guadagnandosi il soprannome di “Prolific Ed” in quanto ogni mese portava alle riunioni 5- 10 birre diverse; terminato il college e la Clemson University con un  Master in Business Administration, dopo circa quattro anni di homebrewing Westbrook a 25 anni apre il proprio birrificio facendosi aiutare nei primi passi da un birraio professionista. 
All’inizio sono solamente due le birre prodotte regolarmente tutto l’anno, in lattina: la Westbrook IPA e la White Thai, una witbier speziata con lemongrass e zenzero e ispirata dalla cucina asiatica; il resto della produzione Westbrook è fatto di birre stagionali o occasionali, esperimenti, leggere variazioni sul tema. Per Edward fare la birra è come cucinare, e quindi ama sperimentare ogni volta ingredienti diversi toccando quasi tutte le tradizioni brassicole: UK, Germania, Belgio, Polonia; non tardano ad arrivare anche gli invecchiamenti in botte. Una buona parte della capacità produttiva è inoltre destinata a produrre alcune birre per la beerfirm Evil Twin.

La birra.
Cinque mesi dopo l’apertura del birrificio Edward e Morgan Westbrook si sposano e per la festa Edward realizza una imperial stout prodotta con habaneros, stecche di cannella, vaniglia e fave di cacao che vengono aggiunte durante la fase di fermentazione: tutti i partecipanti ala cerimonia ricevono una bottiglia da portare a casa. La birra riscuote pareri entusiasti e viene quindi deciso di replicarla in occasione del primo anniversario del birrificio Westbrook, che arriva nel gennaio 2012: da allora ogni anno nel mese di maggio, mese in cui cade l’anniversario di matrimonio dei coniugi Westbrook, la Mexican Cake viene messa in commercio diventando una delle birre più famose e ricercate del birrificio della Carolina del Sud. Inevitabile il proliferare di innumerevoli varianti di una ricetta azzeccata; oltre alle versioni barricate (Bourbon, Pappy, Cognac, Tequila, Maple Bourbon e vino rosso) ne esistono  altre con aggiunta di caffè, ciliegia, chipotle, cocco, churro (!), cioccolato e fragole.
Nel bicchiere arriva oggi l’edizione 2016, imbottigliata lo scorso maggio; "best consumed fresh, do not age" sono le indicazioni riportate in etichetta. Il suo colore è il nero, mentre la schiuma quasi fatica a formarsi: quel mezzo dito che appare è molto rapido nel dissolversi. L'aroma è purtroppo altrettanto fiacco: la componente etilica è preponderante e tende a coprire quasi tutto. Molto in sottofondo si scorgono lievi tostature, cioccolato al latte, vaniglia, caramello. Pulizia ed eleganza, di quel poco che c'è, non sono esemplari. Le cose vanno leggermente meglio in bocca, ma non c'è da esultare; anche qui l'alcool è molto, troppo in evidenza allontanando dal palcoscenico quelli che dovrebbero essere i protagonisti: tostature, cioccolato, caffè, caramello bruciato, lieve fruit cake. La cannella non è pervenuta ed il peperoncino è molto ben dosato facendosi sentire solo a fine bevuta  aggiungendo ulteriore calore a quello già derivante dall'alcool; nel finale il palato è ben ripulito dal luppolo (resina) il cui amaro ben si amalgama con quello del torrefatto. Al palato è oleosa e morbida, con corpo medio e poche bollicine: un buon mouthfeel che tuttavia non risolleva una bottiglia onestamente deludente. Pulizia solo discreta, troppo alcool, birra che si sorseggia con un po' di fatica e tanta noia: sicuramente "sfortunata" e il rammarico é direttamente proporzionale al prezzo del biglietto, in questo caso non economico.
Formato: 65 cl., alc. 10.5%, IBU 50, imbottigliata 23/05/2016, prezzo indicativo in Europa 17.00/19.00 Euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.