giovedì 23 ottobre 2014

De Molen Rasputin

Il panorama brassicolo ci mette ogni giorno sotto gli occhi collaborazioni tra birrifici ma non crediate che sia tutto rose e fiori lì fuori: spesso si affilano i coltelli. Avete ad esempio intenzione di produrre una Imperial Stout e di chiamarla Rasputin, in onore del monaco e mistico russo vissuto a cavallo tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo Grigorij Efimovič Rasputin ? Beh non fatelo, perché avrete sicuramente dei problemi, simili a quelli incontrati dal birrificio olandese De Molen. Nel 2009 si vede recapitare una lettera da parte della  North Coast Brewing Company (Fort Bragg, Mendocino) che li intima di cambiare il nome alla propria Imperial Stout  in quanto violerebbe il copyright del marchio Old Rasputin che il birrificio Californiano aveva  registrato nell’aprile dello stesso anno.  La Old Rasputin di North Coast viene prodotta dal 1995 e la Rasputin di  De Molen dal 2007; non sono noti tutti i dettagli della questione, ma il risultato è che il birrificio olandese decide di “desistere” e di abbandonare, per la commercializzazione nel mercato statunitense il nome Rasputin, che può invece essere usato in Europa dove North Coast non distribuisce. 
De Molen ci mette anche un po’ di ironia: prima decide di chiamare la birra “Cease & Desist” (letteralmente “Smettila e desisti”) e poi con il più azzeccato neologismo “Disputin”, che fa contemporaneamente riferimento sia al nome originale della birra che alla “disputa” con gli americani. Ma l’etichetta è ancora meglio, con in bella evidenza la scritta “questa stout si chiamava Rasputin, ma la gente che produce la Old Rasputin in Calfornia pensa che voi (clienti) siate troppo stupidi per distinguere i due prodotti, e quindi ha minacciato di denunciarci per violazione di copyright”
Ora non ho purtroppo tempo di fare una rapida carrellata di tutte le battaglie (minacciate o avvenute) legali per violazione di “trademark”, ma negli Stati Uniti queste sono ormai all’ordine del giorno e potete divertirvi nella lettura.   
Eccovi alcuni link generali, in inglese: 
Ma se avete un birrificio state attenti perché vi dovrete guardare le spalle sia dai vostri compagni di business che anche da altri produttori di bevande e alimenti; attenzione soprattutto alle grandi multinazionali, che hanno (molti) soldi da spendere per proteggere i propri marchi. La Redbull, ad esempio, aveva intimato alla Redwell Brewery (un microbirrificio inglese di Norwich, otto persone in tutto!) di cambiare il proprio nome in quanto poteva confondere i clienti; la questione pare si sia risolta “amichevolmente”, con una dichiarazione da parte del birrificio inglese di non produrre mai bevande energetiche.
Torniamo alla nostra Rasputin; nell'estate del 2011 De Molen inaugura un nuovo e più capiente birrificio in un meno romantico complesso industriale rispetto ai vecchi impianti, situati all'interno di un suggestivo mulino. Il naturale periodo di assestamento di un nuovo impianto è forse durato più del previsto, visto che sono diverse le "lamentele"  (infezioni, carbonazione eccessiva) che potete leggere in rete. Non posso dire molto a riguardo visto che negli ultimi due anni non mi è mai capitato di bere De Molen, e non so neppure se abbia senso citare questo commento alla Rasputin (Laphroaig / Caol Ila barrel aged)  di un bevitore (del quale ignoro identità ed autorevolezza) su BeerAdvocate: "ne ho parlato con il birrificio è loro sapevano che c'era un infezione lattica, ma erano ugualmente soddisfatti del modo in cui la birra era venuta e quindi l'hanno messa in commercio".  E qui si potrebbe aprire una lunga discussione: giusto venderla dicendo "a noi piace anche così" o si tratta solamente della volontà di non buttare via una (costosa) produzione che magari ha anche passato un anno in botte ?
La "mia" Rasputin non fa eccezione all'altalenante qualità produttiva del birrificio lamentata da molti bevitori. Imbottigliata nel settembre 2012, si presenta per lo meno in modo impeccabile: marrone scuro, riflessi mogano, schiuma molto persistente color beige, fine e cremosa. Al naso non ci sono le tostature, il caffè o il cioccolato che ti aspetti ma molta frutta: fico, prugna e dattero disidratati, melassa, forse marzapane, qualche lieve sentori di aceto di mela. L'aroma non è effettivamente male (anche se lungi dall'essere "ottimo"), ma la sorpresa è forte. In bocca arriva molto, troppo carbonata, con il corpo medio ed un gusto che non presenta nessuna delle caratteristiche dello stile. L'elevata presenza di bollicine non aiuta molto a distinguere i sapori, ma ci sono note aspre di frutti rossi (ribes e amarena), una componente acetica abbastanza evidente e un finale - molto poco memorabile - dove l'amaro delle tostature e del caffè è sostituito da quello dell'acido lattico. L'etichetta dice che la birra si potrebbe gustare "entro venticinque anni", ma questa bottiglia è già andata da un po' e l'infezione si è già pappata quasi tutta la componente "scura" di questa imperial stout. A dire il vero quello che resta è effettivamente bevibile ed il risultato assume tutto sommato un senso compiuto, benché non molto gradevole: una specie di birra acida scura, che non porta nessuna caratteristica dei malti scuri utilizzati, se non il colore. 
Formato: 33 cl., alc. 10.4%, imbottigliata 13/09/2012, scad, 13/09/2037, pagata 4.00 Euro.

1 commento:

  1. Ho bevuto e ho in cantina altre De Molen dello stesso periodo, ma non ho mai trovato una bottiglia che non fosse in forma fin'ora.
    C'è da dire che le ho prese nel beer shop sotto al mulino.
    A settembre un ragazzo che lavora in un beer shop in Olanda mi ha confermato che la qualitá delle Rasputin è tutt'ora dubbia e mo ha sconsigliato di prenderle.
    Non so forse i problemi riguardano solo questa stout?!

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