venerdì 29 giugno 2012

Birrificio Dada Ghost batch #3

Un’altra “novità 2012” dal Birrificio Dada, dopo la KnockOut, è questa “Ghost batch #3”; si tratta di una produzione stagionale, come recita l’etichetta, “da consumarsi preferibilmente prima della fine dell’estate”; una “blond ale “ prodotta con una percentuale di malto di segale, dalla gradazione alcolica in percentuale davvero molto contenuta (2.7%) e quindi ideale per dissetarsi nelle giornate più calde dell’anno. Nel bicchiere è di color arancio pallido, opalescente; la schiuma è un po’ grossolana, bianca, ed ha una persistenza media. Già l’aroma è una leggera ventata di freschezza; spiccano gli agrumi (soprattutto arancio, ma anche lime), cereali “fragranti” ed una leggera acidità (lattica). In bocca è davvero leggerissima, con un corpo quasi assente: l’imbocco di cereali è appena avvertibile, e tutta la birra è marcata da una caratterizzazione molto spinta di agrumi.  C’è (poca) polpa dolce d’arancio, e soprattutto tantissima scorza, con predominanza di limone/lime; ed un finale ovviamente coerente;  amaro, molto “zesty”, abbastanza persistente. L’alcool è poco ma il gusto indubbiamente non manca in questa “Ghost batch #3”. L’equilibrio non è certamente ciò che la definisce, la bevuta tende un po’ a scivolare nella spremuta di limone/lime ma in queste settimane dalla temperatura costantemente superiore ai 30 gradi, tutto ciò non sembra essere un “difetto” ma piuttosto un pregio. Qualcosina da sistemare c’è, ma è idealmente una birra da “grande caldo”: disseta, rinfresca ed evapora dal bicchiere con la stessa rapidità con la quale ce la versate. Una bottiglia non vi basterà, cercate di averne a disposizione almeno un paio. Formato: 75 cl., alc. 2.7%, 18 IBU, lotto 16/02/2012, scad. 09/2012, prezzo 5.00 Euro.

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english summary: 
Ghost batch #3 is another 2012 new release from Italian craft brewery Birrificio Dada. A seasonal summer beer brewed with rye, which pours a kind of murky pale orange color. The nose is predominantly zesty (orange, lime) with hints of cereals and a light refreshing (lactic) acidity. With only a 2.7% ABV this is a very light beer with a very thin body but packed with both sweet citrus (orange pulp) and bitter lemon/lime zest. The finish is obviously bitter and zesty, Easily drinkable and very refreshing, this beer somehow lacks in balance and might sometimes look like a citrus/zesty juice. But during a very hot Italian summer day, this is actually not really a bad thing.
In details:
Birrificio Dada, Correggio (Reggio Emilia), Emilia Romagna, Italy. ( www.birrificiodada.it ).
Bottle: 75 cl., 2.7% ABV, 18 IBUs, batch ML 16/02/2012, BBE 09/2012, price 5.00 Euro.

giovedì 28 giugno 2012

Birrificio Emiliano Forum Gallorum

Seconda degustazione del birrificio "modenese con impianti in provincia di Bologna (Anzola Emilia)" Emiliano dopo le impressioni positive della Snoopy, è la volta della Forum Gallorum una koelsch dal nome ispirato al primo insediamento, di epoca pre-romanica, che diede poi origine al paese oggi chiamato Castelfranco Emilia, a pochi chilometri dalla sede produttiva del birrificio. Purtroppo non avevamo a disposizione il classico bicchiere a cilindretto nel quale andrebbero bevute le koelsch, ed abbiamo ripiegato sul (quasi) universale teku. All'edizione di quest'anno dell'International Beer Festival questa Forum Gallorum si è piazzata al terzo posto nella categoria di riferimento. Il colore è dorato, velato; la schiuma che si forma, molto persistente, è bianca, fine e cremosa. Il naso non è molto pronunciato ma caratterizzato da pulizia ed eleganza; si distinguono con grande facilità agrumi (arancio e mandarino) assieme a sentori floreali e di miele. Le impressioni positive vengono confermate anche in bocca; l'imbocco è "fragrante", con crosta di pane e cereali, seguite da un leggero richiamo fruttato dell'aroma. A bilanciare c'è un amaro erbaceo, abbastanza intenso ed elegante. Molto beverina, dal corpo leggero e dalla carbonazione vivace, lascia il palato sempre molto secco e pulito, concludendo con un finale amaro erbaceo dalla buona persistenza, con un leggero ritorno di fragranti cereali.  Bottiglia fresca ed in ottime condizioni, ci è sembrata un'interpretazione di koelsch ben riuscita, caratterizzata da un'ottima pulizia e da un buona intensità di gusto. Pochi elementi, ma al posto giusto. Siamo leggermente al di sopra della percentuale alcolica che delimita l'area delle "session beer", ma per questa faremmo volentieri un eccezione e ne ordineremmo subito un'altra bottiglia/bicchiere. Formato: 75 cl., alc. 4.9%, lotto 13/12, scad. 07/10/2012, prezzo 5.00 Euro.

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english summary:
Birrificio Emiliano was started by ex-homebrewer Emiliano Govoni in year 2009; located in Anzola Emilia, a small village between the provinces of Modena and Bolonia. A relatively new brewery which is quickly growing in production volumes and reputation. "Forum Galloru" is an interpretaion of the german koelsch style. A hazy golden beer with citrus (orange and tangerine), flower and honey in the aroma. The very crisp and clean taste is bready malt, cereals and fruity, with a "noble" grassy bitterness to finish. A dry, clean and thirst-quenching beer which could be easily sessionable. Very well done. 

mercoledì 27 giugno 2012

Gleißenthaler Diamant

Della Stadlbräu Oberhaching, situata nella prima periferia di Monaco, avevamo già brevemente parlato in questa occasione. Oggi stappiamo la  hefeweizen della casa, questa Gleißenthaler Diamant che però, come riporta una nota in etichetta, è solamente imbottigliata per conto della Stadlbräu Oberhaching; Ratebeer ci segnala che la birra è brassata presso gli impianti della Schlossbrauerei Grünbach che si trova ad Erding, a poca distanza dall'aeroporto internazionale di Monaco di Baviera. Classica birra di "quantità" bavarese, da bere con grande facilità e senza grosse pretese; all'aspetto è dorata, quasi limpida, con il classico generoso cappello di schiuma pannosa, bianca e molto persistente. L'aroma è nettamente lattico, con predominanza di banana (molto) acerba e sentori più leggeri di agrumi. In bocca non ci perviene granché; predomina sempre la banana, ma questa volta è matura e quindi dolce; in mezzo a tanta acqua c'è comunque un'acidità abbastanza netta che la rende molto rinfrescante. I lieviti le donano una speziatura quasi impercettibile, ed il percorso continua dritto senza deviazioni sino al finale, molto corto e veloce, che rimane abboccato senza nessuna traccia di amaro. Leggera e correttamente carbonata, è una weizen canonica ma un po' troppo monocorde che si lascia tracannare in pochi minuti senza lasciare però particolari emozioni. Raggiunge la sufficienza; a sua parziale discolpa la permanenza per qualche mese in cantina. Formato: 50 cl., al. 5.3%, lotto A, scad. 08/2012, prezzo 1.76 €.

martedì 26 giugno 2012

Birrificio Dada KnockOut




Viene presentata al pubblico per la prima volta lo scorso Marzo, all’IBF di Milano, con il nome – se non erriamo – di  Ghost Batch#2. L’esordio è con il “botto”, analogo a quello che fece la Zest di Extraomnes all’IBF del 2011:  la nuova "nata " in casa Birrificio Dada ottiene il riconoscimento come miglior birra della manifestazione. Dopo qualche mese e qualche leggero affinamento alla ricetta, ecco che questa India Pale Ale brassata con luppoli americani diventa ufficialmente la “Knockout” ; 60 IBU d’amaro, generosa luppolatura di Simcoe e Columbus ed un ventaglio di malti (Pale, Monaco, Crystal ed Aromatic special B). A completare il quadro c’è il solito splendido collage dadaista in etichetta. Di colore ambra, carico, con riflessi rossastri. Molto persistente la schiuma, leggermente ocra, quasi pannosa. Il naso è fresco, pulito e pronunciato: leggeri sentori di pino, ma soprattutto tanti agrumi, pompelmo ed arancio, rappresentati sia dalla polpa dolce che dalla scorza. Il primo sorso conferma le ottime aspettative create dall'aroma; questa KnockOut si presenta con un corpo medio ed una carbonazione finalmente contenuta, visto che in passato abbiamo provato diverse bottiglie Dada a nostro parere "afflitte" dalla presenza di un po' troppe bollicine. Ma quello che risalta è soprattutto una grande morbidezza al palato che la rende davvero gradevole e godibile. Dopo un imbocco di caramello e biscotto, c'è un rapido richiamo alla polpa di agrumi dell'aroma seguito da un amaro intenso e leggermente pepato, ricco di resina e scorza di pompelmo. L'amaro "americano" s'intensifica mantenendo sempre una grande pulizia senza mai arrivare raschiare la gola e culmina in un lungo finale resinoso, molto persistente, con qualche nota di scorza di pompelmo. Una IPA "a stelle e strisce" che ci è sembrata particolarmente ben riuscita ed intensa. L'amaro è predominante ma è una birra che si beve davvero con grande facilità e che mantiene sempre un buon equilibrio, senza mai scivolare negli eccessi di certe luppolature estreme ed assennate che saturano le papille gustative dopo un paio di sorsi.  Mettetela sulla vostra "wishlist" e non fatevela scappare alla prima occasione. Formato: 50 cl., alc. 6,1%, 60 IBU, lotto ML02, scad. 01/2013, prezzo 5.00 Euro.


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english summary:
Birrificio Dada's 2012 new beer was first released last March at 2012 Italian Beer Festival in Milan; for this occasion, the beer was simply named "Ghost Batch #2". It surprisingly was voted as the best beer of the whole festival. It was no surprise that after a few months this brew was officially released with the name "KnockOut". This is an American style IPA packed with Simcoe and Columbus hops. Deep amber in color, with a piney and  citrusy nose filled with a massive aroma of grapefruit. With a very smooth mouthfeel and a low carbonation, the taste has powerful bitter flavours of grapefruit and resin, with a biscuit and caramel malty backbone to balance. Far from just being another aggressive hop monster, this is actually a balanced and easily drinkable IPA. Very well done and tasty, absolutely worth trying it. 
In details:
Birrificio Dada, Correggio (Reggio Emilia), Emilia Romagna,  Italy. ( www.birrificiodada.it ).
Bottle: 50 cl., 6.1% ABV, 60 IBUs, batch ML02, BBE 01/2013, price 5.00 Euro.

lunedì 25 giugno 2012

Hofbräu München Festbier

Hofbräu München, un nome che non ha senz'altro bisogno di presentazioni e che probabilmente coincide con la definizione di "birra" per i turisti che arrivano per la prima volta a Monaco di Baviera. Ma l'origine del birrificio è tutt'altro che "turistica"; come la corona che compare nel logo può far intuire, la HB ha uno stretto legame con la famiglia reale. Fu infatti il duca Wilhelm V a fondarla, nel 1589, non tanto con propositi commerciali ma semplicemente per soddisfare il consumo della corte reale, che stava invece spendendo ingenti risorse per far arrivare birra dai mastri birrai di Hannover. Nel 1610 avviene la prima "vendita" al di fuori della cerchia reale, iniziando nel corso dei secoli una curiosa trasformazione da "birra dei reali" a "birra del popolo".  Alla metà del diciannovesimo secolo, infatti, quando l'inflazione stava pericolosamente trasformando la bevanda nazionale tedesca in una specie di lusso che sempre meno persone potevano permettersi, un decreto reale stabilì che i prezzi dei prodotti della Hofbräu sarebbero rimasti invariati, rendendo il popolo bavarese molto più contento dei cugini prussiani a nord-  Nel 1939 la HB viene statalizzata, e la produzione spostata nei sobborghi della capitale bavarese, a Riem. A Monaco è invece rimasto il luogo simbolico per eccellenza, ovvero l'edificio situato in Am Platzl 9, a cinque minuti di distanza da Marienplatz. Un luogo che a cavallo delle due guerre mondiale fu tristemente associato al  Nazionalsocialismo; numerosi furono i discorsi che Hitler tenne all'interno dell'edificio adornato di svastiche. Il prezzo che l'edificiò pagò fu la quasi completa distruzione durante un bombardamento, con la ricostruzione che terminò solo alla fine degli anni '50. Oggi la HB di Am Platzl è una birreria che ospita turisti da tutto il mondo; oltre a qualche Stammtisch (i tavoli riservati ai locali frequentatori abituali), la bierhall ha duemila posti a sedere ai quali vanno aggiunti i quasi settecento del biergarten. Un luogo davvero enorme ma, soprattutto nel weekend, perennemente affollato e rumorosissimo; arrivate presto (intorno alle sette di sera) o sarete costretti ad attendere in piedi che si liberi un posto. Sebbene l'offerta brassicola sia molto basica, e le birre stesse molto - a volte fin troppo - facili da bere, è quasi impossibile resistere alla tentazione di entrare, ordinare un Maß (il boccale da un litro) ed intonare assieme all'orchestrina il coro "Oans, Zwoa, G'suffa".  A proposito di  Maß, pare che il record di "svuotamento"  appartenga ad un giovane studente svedese che, a 22 anni, impiegò 4,4 secondi (!!!) ad ingurgitare un litro di birra. Tra le birre stagionali prodotte dalla HB vi è anche una Festbier, disponibile dalla fine dell'autunno e per tutto il periodo invernale; ne parliamo un po' fuori tempo massimo, nel bel mezzo dell'estate, dopo averla riesumata dalla cantina. Perfetto l'aspetto, di un bel colore oro antico limpido, sormontato da un generoso cappello di schiuma bianca e pannosa, molto persistente. Naso dolce, ricco di miele d'acacia e di leggeri sentori biscotto al burro; semplice ma pulito. In bocca le proporzioni sono rovesciate; c'è una bel profilo di malto, carico di biscotto, con qualche nota di miele; l'alcool (6.3%) è molto ben nascosto e questa märzen come da tradizione bavarese si lascia bere molto facilmente, senza dare l'impressione di voler essere un "winter warmer". Il finale, a bilanciare, è leggermente amaro con una nota di frutta secca. Dal corpo medio-leggero e dalla carbonazione contenuta, è una Festbier   tutto sommato discreta; peccato per la presenza un po' eccessiva di diacetile (burro) che lascia il palato un po' appiccicoso. Formato: 50 cl., alc. 6.3%,  scad. 18/07/2012, prezzo 0.87 Euro.

domenica 24 giugno 2012

Montegioco Quarta Runa

Da sempre attento ai prodotti del territorio circostante alla frazione Fabbrica (Montegioco) di Alessandria, dove ha sede il birrificio, Riccardo Franzosi elabora per la prima volta nel 2005 una ricetta che prevede una birra con l'utilizzo di polpa di pesca; l'occasione gli è data dalla pesca di Volpedo, un comune che si trova ad una decina di chilometri di distanza da Montegioco. Sotto il nome "pesca di Volpedo" sono comprese all'incirca una ventina di diverse varietà di pesche, principalmente a polpa gialla. Ma Volpedo è anche la città del pittore Giuseppe Pellizza, autore del famoso dipinto "Il Quarto Stato" del quale l'etichetta ne rappresenta una simpaticissima e ben riuscita parodia. La ricetta prevede il lavaggio e la denocciolatura delle pesche dalle quali poi Riccardo ricava una sorta di "marmellata" ad alta concentrazione di aromi e sapori. Dopo il raffreddamento questa "marmellata" viene aggiunta nel fermentatore nella percentuale del 20%; il lievito utilizzato è il Saccharomyces bajanus, il malto è esclusivamente pils e l'unico luppolo utilizzato è l'Hallertau Hersbrucker (fonte: "1001 beers you should try before you die"). La fermentazione dura circa otto giorni, successivamente la birra viene messa "a riposo" a bassa temperatura per circa due settimane. Dopo l'imbottigliamento è prevista un'ulteriore fase di fermentazione e maturazione di circa due mesi. Una birra molto caratterizzata dall'utilizzo della pesca che ha  raccolto consensi (quasi) unanimi, il che ci ha fatto pensare di aver incontrato un bottiglia poco fortunata o che ha subito eccessivi maltrattamenti. Nel bicchiere ci appare di un nebuloso color rame/arancio; la schiuma, leggermente "sporca", è fine e cremosa ed ha una buona persistenza.  L'aroma è praticamente assente; percepiamo una discreta mineralità, dei leggerissimi sentori di pesca ed esteri. Un po' meglio in bocca, dove la pesca è protagonista sin dall'imbocco, con una dolcezza che è quasi subito bilanciata da una leggera acidità; ci sono note di biscotto ed un'avvertibile presenza etilica che però non disturba mai la bevuta. Molto secca, ha un finale leggermente amaricante con una timida nota luppolata che ricorda la frutta secca (mandorla ?).  Birra che si beve molto facilmente, con un contenuto alcolico del 7% , un corpo leggero ed una carbonazione abbastanza bassa; bottiglia caratterizzata dalla (quasi) assenza di aroma e da un gusto poco pulito. Speriamo di riuscire a riassaggiarla presto in condizioni migliori. Formato: 75 cl., alc. 7%, lotto 19/8, scad. 31/12/2013, prezzo 12.20  Euro.

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english summary:
Birrificio Montegioco was founded by brewer Riccardo Franzosi in year 2006; it is located in the italian  region of Piedmont, in the village with the same name. In six years of history Montegioco has gained a fantastic reputation, with range including about twenty beers most of them brewed adding local grown products such as cherries, grapes, spices and often barrel aged. This beer called "Quarta Runa" is brewed adding in the wort 20% of a local variety of peach ("Volpedo Peach"). A fruit beer which pours a cloudy orange color with a small creamy off-white head. This bottle almost delivered no aroma but very light hints of peach, alcohol and minerals. The taste is mostly peachy, with a sweet fruity taste balanced by a refreshing light acidity. The finish is moderately bitter and hoppy, with a note of dried fruits (almond ?). This beer has an excellent reputation but it seems we got a disappointing bottle with almost no aroma and an unclean taste. We're looking forward trying another one as soon as possible.
In details:
Birrificio Montegioco, Frazione Fabbrica, Montegioco (Alessandria), Piedmont, Italy ( http://www.birrificiomontegioco.com )
Bottle: 75 cl., 7% ABV, batch 19/8, BBE 12/2013, price 12.20 Euro.

sabato 23 giugno 2012

Statale Nove Levante

La keller pils “Levante” del birrificio Statale Nove ha già ottenuto l’oro nella categoria “Birre a bassa fermentazione inferiore a 14° p” a Birra dell’Anno 2012 e la medaglia di Bronzo all' "International Beer Challenge" dello stesso anno nella categoria “Pils”. Un riconoscimento di valore in una categoria dove l’Italia ha già dei grandissimi esempi come la Tipopils del Birrificio Italiano e la Via Emilia del Birrificio del Ducato.  L’imbottigliamento notoriamente non rende molta giustizia a questo stile brassicolo; abbiamo comunque reperito una bottiglia molto fresca, direttamente al birrificio, e tenuta rigorosamente in frigorifero per qualche giorno al fine di preservarne le proprietà organolettiche. All’aspetto è color oro pallido, velato, con un bianco cappello di schiuma fine e cremoso, dalla buona persistenza. Il naso non è molto pronunciato ma molto pulito e raffinato; sentori di crosta di pane si mischiano con note di miele e di fiori, soprattutto camomilla; c’è anche una leggerissima componente erbacea. Molto bene anche al palato dove questa Levante abbina una buona morbidezza in bocca con una grande scorrevolezza e leggerezza. E’ correttamente watery, con un imbocco fragrante di crosta di pane e cereali, note dolci di miele ed un amaro erbaceo molto pulito a bilanciare. Una leggerissima nota di burro emerge quando la birra raggiunge quasi la temperatura ambiente. Il finale è secco, con un bel retrogusto amaro erbaceo, pulito, dalla discreta persistenza. Una buona pils non filtrata, molto dissetante e beverina, caratterizzata da grande pulizia ed intensità di gusto.  Formato: 75 cl., alc. 4.8%, IBU 32, lotto 198, scad. 18/10/2012, prezzo 5.50 Euro.

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english summary:
"Statale Nove" is a microbrewery opened in 2008 by ex-homebrewer Filippo Bitelli and named after the "State Road 9" (Statale Nove) also known as Via Aemilia, an old roman trunk, completed in 187 BC and crossing all the Emila Romagna region from the town of Piacenza (north west) to Rimini (south east). The brewery is located in the outskirts of the small village of Anzola Emilia (Bolonia). “Levante” is a unfiltered keller pils which pours a hazy golden color with a creamy white head. The nose delivers fresh bready and flowery notes, with hints of honey and grass. Bready malt, cereals and honey in the taste, with a pleasant and clean grassy bitterness to balance. Dry and clean, this is a very tasty, easily drinkable and refreshing brew.
In details:
Birrificio Statale Nove, Crespellano, Bologna (Emilia Romagna), Italy ( www.statalenove.it )
Bottle: 75 cl., 4.8% ABV, 32 IBUs, batch 198, BB 18/oct/2012, price 5.50 Euro

venerdì 22 giugno 2012

Bad Attitude Kurt

E' la prima (in attesa di smentite) birra artigianale svizzera mai prodotta in lattina, e sarebbe anche la prima italiana se vogliamo per un attimo allargare i confini della nostra nazione ed incorporare il Canton Ticino; del birrificio Bad Attitude, fino a pochi mesi fa guidato dall'italiano Lorenzo Bottoni, abbiamo parlato più in dettaglio in questa occasione. Un po' discepola della Brewdog Punk IPA, anch'essa "lattinata", questa Kurt ne riprende lo spirito "musicale" spostandosi però dalla Londra punkettara di Malcom McLaren alla Seattle del "grunge", dei Nirvana e del loro leader  morto suicida Kurt Cobain, del quale un ritratto stilizzato appare in lattina. Il birrificio la considera una "gateway beer", ovvero un prodotto "d'ingresso" che vorrebbe spalancare le porte della birra artigianale a chi ha bevuto solamente lager industriali. Ecco allora la scelta del formato "proletario" della lattina, a cui sono senz'altro avvezzi i tracannatori di Bavaria, Heineken o delle altre innominabili protagoniste degli scaffali di supermercati ed hard discount. Ma andando oltre l'apparenza, la sostanza sembra essere abbastanza raffinata; oltre al canonico malto Maris Otter, la luppolatura è decisamente "elitaria"; non c'è il Cascade che ci si potrebbe attendere  in una American Pale Ale, ma un mix di luppoli esotici provenienti dall'oriente; Pacific Gem, Pacific Jade, Motueka e Riwaka. Anche il colore è "gateway", non discostandosi troppo dalle già citate industriali: oro pallido, appena velato; schiuma bianca dalle dimensioni modeste ma fine e cremosa, dalla buona persistenza. L'aroma è molto leggero, ma pulito ed elegante: è dolce, con pompelmo rosa e frutta tropicale, e c'è anche qualche sentore di cereali. Molto snella e watery,  mediamente carbonata, vuole essere dichiaratamente facile da bere e, soprattutto, da ribere. L'imbocco è di crosta di pane, molto leggero, seguito da note fruttate che richiamano l'aroma; a bilanciare c'è un amaro pulito e fine di scorza agrumi, soprattutto limone (e lime). Il finale, ricco ancora di scorza di limone, ci ha ricordato più una golden ale estiva inglese che una American (o Pacific) Pale Ale; ha comunque una discreta persistenza, donando un po' di vigore ad una birra davvero molto beverina ma che pecca un po' d'intensità gustativa. Anche se penalizzata da un aroma molto scarso, questa Kurt si è dimostrata una buona birra, semplice e pulita, da bere in grandi quantità senza fare troppi discorsi. Il formato lattina la rende anche più facilmente trasportabile e quindi ideale sia per i picnic che per l'ozio sotto l'ombrellone. Formato: 33 cl., alc. 4.32%,  IBU 31, scad. 21/09/2012, prezzo  3.00 Euro.

giovedì 21 giugno 2012

Vecchia Orsa Weisse

E’ una Weizen che rispetta la tradizione bavarese, quella prodotta dal birrificio Vecchia Orsa di Crevalcore. A partire dall’aspetto, un arancio pallido, opalescente che però regala un “cappello” di schiuma poco generoso, anche se fine e cremoso. L’aroma è leggermente acidulo, con sentori di banana a dominare e fenoli (chiodi di garofano) a contorno. Massima leggerezza al palato, dove però c’è una carbonazione molto modesta che secondo noi toglie parecchia vitalità a questa birra che riesce tuttavia ad essere ugualmente rinfrescante grazie ad una leggera acidità presente anche nel gusto. C’è ancora banana e qualche nota di cereali, ed il gusto si mantiene sempre leggermente dolce sino al finale, abbastanza corto e, come nella tradizione bavarese, dall’amaro quasi impercettibile. Il gusto è abbastanza intenso, anche se non molto vario. C’è ottima pulizia e grande facilità di bevuta anche se, come detto, questa bottiglia paga il dazio della bassa carbonazione. Formato: 50 cl., alc. 5%, IBU 14, lotto 1 3, scad. 11/2012, prezzo 4.00 Euro.

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english summary: 
"Vecchia Orsa" ("Old Bear") is a microbrewery located in a small farmhouse in the province of Bologna, established in year 2008. The two headbrewers are Enrico Govoni and Roberto Poppi, producing a range of six top fermented beers. Today we’re tasting a classical Bavarian Hefeweizen which pours a cloudy pale orange color with a small frothy white head. There’s a light acidity on the nose, which delivers banana and cloves. In the sweet taste there are cereals and banana, with a short and refreshing sweet finish. A very light, refreshing and clean hefeweizen with a good taste intensity. Our only complaint is about carbonation: too low.  
In details: 
Vecchia Orsa, Crevalcore, Bologna, Italy ( www.fattoriabilita.it/microbirrificio.html ).
Bottle: 50 cl., 5% ABV, 14 IBUs, batch 1 3, BBE 11/2012, price 4.00 Euro

mercoledì 20 giugno 2012

Black Sheep Riggwelter

Ricorre proprio quest'anno il ventesimo compleanno della Black Sheep Brewery, fondata nel 1992 da Paul Theakston; se il cognome vi suona familiare, stiamo proprio parlando della famiglia che mise in piedi nel 1832 l'omonimo birrificio la cui birra più famosa è probabilmente la Old Peculier. Controllata dal governo inglese sin dal 1916, la Theakston ha navigato in una disastrosa situazione finanziaria sino al 1984, quando fu acquisita dalla Matthew Brown di Blackburne, a sua volta poi acquisita dalla Scottish & Newcastle tre anni dopo; la conseguenza, come spesso accade quando avvengono queste acquisizioni,  fu la chiusura dello storico impianto di Masham ed il trasferimento di tutte le birre a marchio Theakston negli impianti del birrificio acquisitore. Paul Theakston, direttore generale sin dal 1968, lascia l'ex-azienda di famiglia nel 1986 per ritornare indipendente ed aprire, quattro anni dopo, la Black  Sheep Brewery. Il destino vuole che si renda disponibile l'edificio di un vecchio maltificio proprio a Masham (North Yorkshire) dove aveva sede il primo stabilimento della Theakston;  è un periodo molto difficile per l’industria brassicola inglese; numerosi sono i birrifici costretti a chiudere e Paul “approffitta” della situazione per recuperare qua e là quello che gli serve per ricominciare: il bollitore in rame viene dalla defunta Hartley's Brewery, i fermentatori dalla Hardy & Hansson di Nottingham e dalla Darley nei dintorni di Doncaster.  Riguardo al nome da dare al nuovo progetto, Paul è ovviamente impossibilitato ad utilizzare il cognome di famiglia, vorrebbe adottare il nome della località (Masham) ma proprio in quel periodo c'è un altro birrificio che apre e che ha la stessa idea.  Ma sua moglie ha un’ispirazione: considerando che Masham in passato era famosa per il commercio di pecore, ecco nascere "la pecora nera", che è anche un voluto e ironico riferimento alla scelta fatta da Paul di lasciare l'azienda di famiglia per mettersi in proprio. Il primo birraio alla Black Sheep fu Paul Ambler, autore anche della ricetta di questa Riggwelter; Theakston non amava le birre con un profilo tostato molto pronunciato, e Ambler ricorda oggi di aver impiegato più tempo a convincere il proprio capo a mettere in produzione la birra che a scriverne la ricetta. Anche il nome Riggwelter è strettamente legato al territorio; nel “dialetto” dello Yorkshite, il termine si riferisce alla situazione in cui una pecora si trova sdraiata sulla propria schiena e non riesce ad alzarsi senza l’aiuto di qualcuno. Viene messa in commercio per la prima volte nel 1995, ed è attualmente la seconda birra in bottiglia più venduta, dietro alla Black Sheep Ale, ed ottiene un rimarcabile punteggio di 93/100 su Ratebeer ; la ricetta prevede un profilo di malti dato da Maris Otter e Pale Chocolate. L’aspetto è davvero sontuoso; un bell’ambrato carico, rossastro, con un cappello molto ampio di schiuma color ocra, fine e cremosa, molto persistente. Al naso sentori di toffee e di frutta (ciliegia matura, prugna, mirtilli) con leggerissime note di caffè in sottofondo. E’ una strong ale che arriva in bocca molto morbida, con una “texture” cremosa che invoglia la bevuta ed una carbonazione contenuta. Al palato troviamo toffee e frutta secca, banana matura, con un amaro terroso e tostato abbastanza piacevole a bilanciare; non c’è molta pulizia, ed una nota metallica fastidiosa rovina un po’ il finale. E’ comunque un discreto bere, una strong ale dal corpo medio che senz’altro si adatta meglio alle temperature autunnali che a quelle estive. Bottiglia prossima alla scadenza che ci ha dato l’impressione di non essere proprio in una forma ottimale, e che  ci proponiamo di riprovare in condizioni migliori. Formato: 50 cl., alc. 5.7%, lotto 1192, scad. 28/07/2012, prezzo 1.98 Euro.

martedì 19 giugno 2012

Mostodolce Dami Fume

Ipotizziamo si tratti di una delle ultime nate in casa “Mostodolce” (brewpub con sede a Prato e succursale a Firenze) questa Dami Fumè che non è presente sul sito ufficiale. L’affumicato ci porta subito con il pensiero in Franconia, terra delle grandi Rauchbier tedesche. Ma questa Damì Fumè non è una rauchbier e, probabilmente, neppure aspira ad esserlo. Da parte nostra, abbiamo fatto fatica a capire le intenzioni dietro a questa birra o, più semplicemente, ci siamo imbattuti in una bottiglia poco fortunata. Leggi “Fumè” in etichetta e ti aspetti un aroma che sia tale; l’affumicato qui è invece appena percettibile lasciando scaldare la birra ma complessivamente è una bottiglia che praticamente manca di profumi. Leggermente meglio in bocca, dove l’affumicato arriva subito dopo l’imbocco maltato di biscotto. Le note positive provengono invece dalla sensazioni palatali: carbonazione contenuta, ottima morbidezza, corpo medio. Ben presto però al gusto prende il sopravvento un amaro terroso, poco elegante, poco pulito e, soprattutto, molto poco gradevole. Il finale è coerente e purtroppo non lascia un bel ricordo. Ottimo invece l’aspetto di questa Dami Fumè: ambrata carica, velata, schiuma ocra, fine e cremosa, dalla media persistenza. Ma non basta. Birra (da noi) incompresa, speriamo che un eventuale prossimo assaggio riesca a chiarirci le idee. Formato: 75 cl., alc. 6%, lotto 15 12, scad. 25/07/2012, prezzo 8.00 Euro

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English summary:
“Mostodolce” is one of the oldest microbreweries in the Italian region of Tuscany, founded in year 2003. Headbrewer is Ms. Francesca Torri, and you can taste their beers either at their pub in hometown Prato or at the location in Florence. Demi Fume is supposedly a smoked beer which pours a beautiful deep amber color with a creamy off-white head. The nose delivers nothing but a very light smoked note. There's a soft creamy mouthfeel, and a stronger smokey quality with some biscuity malt in the taste. Finish is unpleasantly filled with earthy bitterness. A confused and not memorable brew, at least this bottle. 
In details:
Birrificio Mostdolce, Prato, Italy ( http://www.mostodolce.it/ )
Bottle: 75 cl., 6% ABV, batch 15 12, BB 25/Jul/2012, price 8.00 Euro.

lunedì 18 giugno 2012

Birrificio Emiliano Snoopy

Geograficamente ha sede ad Anzola Emilia (Bologna), ma le radici sono piantate nel territorio modenese: Birrificio Emiliano, non solo di fatto ma anche di nome, visto che il fondatore è Emiliano Govoni. I primi esperimenti sono da homebrewer nella (leggiamo) cucina della nonna con un fermentatore da 10 ettolitri. Dalle “pentole” si passa in breve tempo alla prime cotte, sperimentali e non, effettuate presso altri birrifici come ad esempio Birrificio Bi-Du e Lambrate. Ad inizio 2009 Emiliano decide di fare il grande passo ed aprire un birrificio in proprio; lascia il proprio posto di lavoro presso una fabbrica che produce macchine per la realizzazione di scope e spazzole, chiama a raccolta Giorgio Setti e Gabriele Zannini, già suoi soci della “Birroteca Al Goblet” di Modena, praticamente l’unico locale in centro città dove sia possibile bere alla spina birra (italiana) di qualità. Si parte con un impianto da 1200 litri, ma in arrivo ci sono già due nuovi fermentatori da 2000 litri. Arrivano anche i primi riconoscimenti: la birra “Pomposa” vince il primo premio in categoria 6 (Birre ad alto grado alcolico d’ispirazione angloamericana) a Birra dell’Anno 2012. Ci auspichiamo che il sito del birrificio venga presto sottoposto ad un restyling ed ad un aggiornamento, visto che le birre elencate sono solamente una parte di quelle che invece vengono prodotte. All’appello manca infatti anche questa “Snoopy”, presentataci come una “blanche” anche se l’etichetta non prevede il frumento tra gli ingredienti. Dovrebbe trattarsi piuttosto di una bassa fermentazione ovvero una sorta di “pils blanche” (vedi Untappd).  Tralasciamo però l’incasellamento stilistico e dedichiamoci ad osservare il bicchiere: giallo paglierino, velato; molto persistente la schiuma, bianca, cremosa e fine. L’aroma è semplice, fresco e molto pulito; netti sentori di agrumi (arancia e mandarino), cereali, lievi sentori di paglia che le donano un leggero carattere rustico. L’ingresso in bocca è molto pulito e “fragrante” con un corpo è molto leggero; ci sono leggere note di cereali ma soprattutto un netto richiamo alla polpa d’agrume (arancia) seguito da scorza di limone. Il finale ha buona persistenza e non presenta grosse variazioni, proseguendo sulla strada dell’amaro “zesty”. Birra davvero molto pulita e rinfrescante; cade giusto a proposito, in queste giornate estive calde ed afose ed il generoso formato italico da 75 centilitri evapora davvero molto rapidamente. Una session beer assolutamente beverina, correttamente carbonata, poco impegnativa ma molto gustosa. Non abbiamo conferme che si tratti effettivamente di una bassa fermentazione; nel caso fosse, l’aggiungeremmo volentieri alla lista delle ottime “pils/lager” moderne e “ruffiane” come la My Antonia (Birra del Borgo) e la American Dream (Mikkeller). Formato: 75 cl., alc. 4.1%, lotto 11/12, scad. 30/08/2012, prezzo 5.00 Euro. 

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english sunmmary:
Birrificio Emiliano was started by ex-homebrewer Emiliano Govoni in year 2009; located in Anzola Emilia, a small village between the provinces of Modena and Bolonia. A relatively new brewery which is quickly growing in production volumes and reputation; their beer “Pomposa” was appointed a gold medal at Italian contest “Beer of the Year 2012. This beer named “Snoopy” has described to us as a “blanche” but it should actually be a bottom fermented lager. Straw yellow color with a creamy white head, the nose is fresh and clean, with citrus, cereals and straw. There’s more sweet citrus in the crisp taste, with a zesty bitterness to balance. The finish is dry and clean, followed by a zesty aftertaste. A very refreshing and tasty session beer, which we absolutely enjoyed on a hot summer evening.
In details:
Birrificio Emiliano, Anzola Emilia (Bolonia), Emilia Romagna. 
Bottle: 75 cl., 4,1% ABV, batch 11/12, BB 30/Aug/2012, price 5.00 Euro

sabato 16 giugno 2012

Overdose

Overdose nasce da una collaborazione "a tre mani" dei birrifici Opperbacco (Abruzzo), Foglie d'Erba (Friuli Venezia-Giulia) e Dada (Emilia Romagna). L'ispirazione della Overdose è la nota (agli appassionati di birra "artigianale") Pliny the Elder prodotta dal birrificio californiano Russian River, una Imperial India Pale Ale che secondo l'europeo Ratebeer è la seconda miglior birra al mondo nella categoria di riferimento (ed in generale la sedicesima miglior birra al mondo); il sito "cugino" americano Beer Advocate la posiziona invece al quarto posto tra le migliori Imperial IPA ed al quinto posto tra le  migliori birre al mondo. Luigi Recchiuti mastro birraio di Opperbacco ha abbozzato la prima ricetta, poi sviluppata assieme a Gino Perissutti di Foglie d'Erba ed Enrico Bartoli del Dada. Dalla Pliny the Elder la nostrana Overdose riprende in particolare il dry-hopping di un mese, effettuato con quattro diverse gettate di luppoli; molto lunga la lista di quelli utilizzati: chinook, simcoe, centennial, columbus, hercules, perle, tettnanger e sorachi ace. Il risultato è una massiccia IPA dal rispettabilissimo contenuto alcolico (9.2%) e, se la memoria non ci inganna, la birra italiana con il più alto numero di IBU: 409. Per i meno "esperti" ricordiamo brevemente che l'acronimo IBU sta per International Bittering Units, ovvero la misura della concentrazione di alfa acidi isomerizzati persenti nella birra finita. L'IBU è comunque una misura relativa e "teoretica", non direttamente correlata con la percezione dell'amaro che si ha durante la bevuta, per la quale entrano in gioco molti altri fattori che non stiamo a spiegare in questo sede. Possiamo comunque testimoniare che di amaro, in questa "spremuta di luppolo" che è la Overdose ne troverete parecchio.  Ramata, colma completamente il bicchiere di schiuma leggermente "sporca", fine e cremosa, che però ci costringe ad un'estenuante attesa prima di riuscire ad ottenere un quantitativo decente di birra nel bicchiere. L'aroma non è esplosivo come ci si potrebbe aspettare, ma è comunque ancora molto fresco, pulito ed elegante; c'è netta predominanza di agrumi, con sentori che ricordano dall'arancia al lime, passando per il pompelmo. C'è anche frutta tropicale dolce, soprattutto ananas e mango. Il difetto principale di questa bottiglia/lotto di Overdose è però l'esagerata carbonazione che disturba la percezione gustativa; l'imbocco è di malto biscotto, ma si tratta solamente di un attimo di "calma" apparente prima di una serie di ondate amare, resinose e vegetali, che scorrazzano per il palato, prendendone possesso e pungolandolo con una discreta pepatura enfatizzata dalla carbonazione vivace. Un altro istante di tregua, con un timido richiamo fruttato all'aroma, e poi via verso un finale lunghissimo ed amarissimo, resinoso e vegetale, che riesce ad essere molto intenso senza mai raschiare la gola. L'alcool è nascosto in modo superbo, e sarebbe una birra "relativamente" facile da bere non fosse per l'elevatissima gasatura che obbliga a piccoli sorsi. Volutamente sbilanciata sul versante dell'amaro, si rivela solida, ben fatta e molto pulita. Non è senz'altro una birra da bere tutti i giorni, ma se la trovate vi consigliamo senza dubbio di provare l'esperienza. Non possiamo esprimerci riguardo al confronto con la Pliny the Elder, che speriamo di assaggiare nel corso delle prossime vacanze estive. Molto bella l'etichetta, indiscutibilmente a firma "Dada" e menzione anche per la bottiglia da 33 cl. di Unionbirrai. E' la prima volta che l'incontriamo, e ci è piaciuta molto di più della sua sorella maggiore da 75. Formato: 33 cl., alc. 9.2% , 409 IBU, lotto 5311, scad. 02/2013, prezzo 5.50 Euro.

_____________________English summary:
Overdose is born out of a collaboration between Italian craft breweries Opperbacco, Foglie d’Erba and Birrificio Dada. Deliberately inspired by Russian River’s Pliny the Elder, this is possibly the first attempt in Italy to brew a massively hopped Imperial IPA. The result is 409 IBUs and a 9.2% ABV beer brewed with chinook, simcoe, centennial, columbus, hercules, perle, tettnanger and sorachi ace, dry-hoppped for one month. It pours a copper color with a huge off-white head which never dissipates. Fresh and clean hoppy aroma filled with citrus and zest (lime, grapefruit, orange) and some hints of tropical sweet fruits such as mango and pineapple. Taste is very bitter, herbal and resinous biting the palate with a peppery note. After a dry finish with a citrusy touch, there’s a long intense bitter aftertaste. Deliberately unbalanced, this Imperial IPA has a drinkability which is limited by the excessive carbonation rather than by its bitterness. However it is, indeed, very bitter. Solid and clean, we would not drink it regularly but overall it’s a pleasant and tasty experience.
In Details:
Bottle: 33 cl., 9.2% ABV, 409 IBUs, batch 5311, BBE 02/2013, price 5.50 Euro.

venerdì 15 giugno 2012

Cochonnette

Prende il nome dalla sua stessa essenza, la Brasserie à Vapeur; si tratta infatti di uno degli ultimi esempi al mondo di birrificio "a vapore" ancora operativi. Situato a Pipaix/Leuze-en-Hainaut, a pochi chilometri da Tournai, nasce raccogliendo l'eredità (e l'edificio) della Brasserie Cuvelier aperta all'inizio del 1800.  Birrificio ed edificio sembravano abbandonati al destino che ha determinato la scomparsa di più di 3000 birrifici esistenti in Belgio agli inizi del 1900. Jean-Louis Dits era un insegnante di storia, con un grande amore per la tradizione del proprio territorio;    produceva già birra in casa,  amatorialmente, e nel 1984 decide di acquistare il birrificio dall'ultimo proprietario, Gaston Biset. La Brasserie à Vapeur funziona ancora oggi grazie al grande motore a vapore costruito nel 1885, mentre gran parte delle attrezzature risalgono al periodo tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Jean-Louis fu inizialmente aiutato dalla moglie Anne-Marie Lemaire, un' ex-insegnante di biologia che, come segnala Michael Jackson nel suo Great Beers of Belgium, rimase tragicamente uccisa in un incidente avvenuto proprio all'interno del birrificio. Attualmente con  lui lavorano le  sue due figlie e la seconda moglie Vinciane Corbisier. Solamente quattro le birre attualmente prodotte, in quasi trent'anni di storia, in forte contrasto con la tendenza attuale di molti birrifici "contemporanei" di produrre decine di birre diverse all'anno; nel 1992 viene brassata per la prima volta La Cochonne, rinominata poi Cochonnette nelle bottiglie da 33 centilitri, con la divertente etichetta disegnata dal fumettista belga Louis-Michel Carpentier, collaboratore fisso del birrificio proprio da quell'anno ed autore anche di tutta la parte grafica dell'amatoriale sito internet. La Cochonne  viene prodotta con l'utilizzo, tra l'altro, di cicoria, coriandolo e scorza d'arancio. L'aspetto non è evidentemente il suo punto forte; nel bicchiere è di un nebuloso color ambra carico, con una schiuma molto generosa, color ocra, che però scompare quasi immediatamente come se fosse quella di una qualsiasi bibita gassata. La bottiglia che abbiamo degustato ha come scadenza dicembre 2012, e si tratta quindi di un esemplare con qualche anno di vita alle spalle che però ha mantenuto una carbonazione ancora molto elevata. Il naso è molto dolce, quasi strabordante di frutta candita, pesca, uvetta, ciliegia, zucchero di canna; vi sono anche dei sentori più nascosti tendenti all'acetico, che ricordano la  frutta rossa (ribes). C'è anche una leggera speziatura da lieviti, appena percepibile. Il gusto coincide quasi completamente con l'aroma: inizio molto dolce, con frutta candita (albicocca, uvetta) e biscotto al burro; anche qui ci sono in secondo piano delle note leggermente aspre di frutti rossi e una leggera speziatura per cercare di equilibrare la bevuta. Il finale è agrodolce: ancora frutta candita, bilanciata da una leggera asprezza e da un tiepido calore etilico. Anche se l'alcool (9%) è molto ben nascosto, si tratta certamente di una birra "poco" estiva, soprattutto per il fatto di lasciare il palato un po' legato nel dolce di frutta e zuccheri; non c'è praticamente amaro a bilanciare (nonostante abbiamo letto diverse opinioni che parlano di un retrogusto medicinale), ma piuttosto dei leggeri sentori aspri di frutti rossi. Penalizzata da una carbonazione troppo vivace, è una birra che secondo noi va bevuta ad una temperatura molto più bassa di quella consigliata in etichetta (18°C).  Formato: 33 cl., alc. 9%,  scad. 12/2012, prezzo 2.25 Euro.

giovedì 14 giugno 2012

Stavio Flohp

Dopo il Birrificio Pontino presentato poco tempo fa, parliamo oggi di un’altra nuova realtà laziale chiamata “Stavio”; con sede legale a Velletri (Roma) non si tratta per il momento di un vero e proprio birrificio in quanto senza impianti. I due soci fondatori sono Luca Parisi e Marco Meneghin, quest’ultimo con esperienza come birraio presso il Birrificio Bauscia e la “beer firma” Revelation Cat.  Al momento le birre vengono prodotte appoggiandosi ad altri birrifici, ma nel progetto societario vi è l’acquisto a breve di impianti propri, la costruzione di un pub/ristorante annesso al birrificio e la coltivazione di malto e luppolo per raggiungere in futuro lo status di “Birrificio Agricolo”.  A questo scopo ci sono già tre ettari coltivati ad orzo e una piccola coltivazione sperimentale di luppolo.  “Stavio” è nata nell’autunno del 2011, e dopo alcuni esperimenti a fermentazione spontanea chiamati “Birrozzi” (in collaborazione con l’Azienda Agricola “Le Coste sul Lago” di Gradoli, sul lago di Bolsena) sono disponibili per ora una IPA  (“Critical”)  e questa blond ale belga chiamata Flohp, prodotta presso gli impianti del birrificio Free Lions di Tuscania (Viterbo).  Di color oro velato, forma un “cappello” di schiuma bianca, fine e cremosa, mediamente persistente. Il naso non è molto pronunciato ma elegante; oltre ad una gradevole speziatura donata dai lieviti (sorpattutto pepe) c’è molta frutta, polpa d’arancio ed albicocca. In bocca si presenta con una frizzantezza molto sostenuta, abbinata ad un corpo molto snello; rapido ingresso di crosta di pane, un leggero richiamo frutta all’aroma (polpa d’arancio) con un amaro abbastanza delicato, erbaceo, a bilanciare. E’ una birra molto secca, che lascia il palato quasi assetato ed avido di un nuovo sorso;  il finale è corto, moderatamente amaro erbaceo. Aroma molto pulito, grande facilità di bevuta, secondo noi c’è ancora qualcosina da sistemare in bocca per quel che riguarda la pulizia; ma considerando che è una delle prime cotte del birrificio (Novembre 2011) le premesse sono decisamente buone.  Formato: 50 cl., alc. 5%, lotto 24/11/2011, scad. 24/11/2013, prezzo 5.40 Euro.

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English summary:  “Stavio” is a new “beer firma” project based in Velletri (Rome) started by brewer Marco Meneghin and Luca Parisi; they do not own a brewery yet, so currently beers are brewed with the help of other breweries. The project started in September 2011 and this beer called “Flohp” was bottled on November 2011; it’s a hazy golden Belgian ale with a nicely spicy (pepper) and fruity (orange, apricot) aroma. Very carbonated, the taste has a light bready malt and orange pulp backbone with a moderately grassy bitter finish. A very dry and easily drinkable beer; overall a good product which needs some minor tunings. In details:Stavio, Velletri (Rome); bottled brewed at Free Lions Brewery, Tuscania (Viterbo).Bottle: 50 cl., 5% ABV, batch 24/11/2011, BB 24/Nov/2013, price 5.40 Euro.

mercoledì 13 giugno 2012

Bath Barnstormer

Non ha certo bisogno di presentazioni la splendida cittadina di Bath, nel Somerset inglese, una stazione termale fondata dai Romani con il nome latino di Aquae Sulis all’incirca nel 60 a.C e dal 1987 parte del  Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il birrificio che porta il nome della città ha però sede a Warmley, una quindicina di chilometri a nord-est. Fondata nel 1995 da alcuni ex-dipendenti della Smiles Brewery di Bristol, Bath Ales possiede oggi anche diversi pub dislocati nei dintorni di Bath e di Bristol.  Il mastro birraio è attualmente Gerry Condell, responsabile di un portafoglio brassicolo che include una dozzina di birre tra stagionali e non, tra le quali però, sul sito del birrificio, non figura questa Barnstormer. La diffusione delle bottiglie nei supermercati dell’area Bath/Bristol è davvero capillare e se capitate da quelle parti non avrete nessuna difficoltà a portare via qualche "souvenir" brassicolo. L’etichetta descrive questa Barnstormer come una dark bitter prodotta con malti Maris Otter, Chocolate e Crystal; il luppolo utilizzato è il Bramling Cross. L’aspetto è davvero molto invitante, una pinta di color ambra molto carico, con riflessi rossastri; schiuma color ocra, fine e cremosa. L’aroma sprigiona sentori di pane nero di segale e di frutta matura, soprattutto prugna e ciliegia. Molto buono l’ingresso in bocca, caratterizzato da una discreta morbidezza e cremosità abbinata ad una corpo leggero ed una carbonazione bassa. Al gusto c’è  frutta secca, un ritorno di pane di segale, una nota di cacao con un finale amaro molto terroso che continua anche nel retrogusto, abbastanza persistente.  Complessivamente equilibrata e secca, sarebbe una buona session beer con una buona intensità di gusto che manca però di un po’ di pulizia in bocca. Formato: 50 cl., alc. 4.5%, scad. 01/10/2012, prezzo 2.42 Euro.

martedì 12 giugno 2012

Statale Nove Zenit

Seconda degustazione del Birrificio Statale Nove, dopo la positiva Hemi 426. Questa è la volta della Zenit, una classica hefeweizen tedesca nell’insolito formato italico da 75 cl. Si presenta di colore oro velato, con un “cappello” bianco di schiuma abbastanza piccolo, se rapportato alla categoria stilistica, ma di buona persistenza. L’aroma è semplice ma pulito: netta la predominanza di banana con una leggera speziatura a contorno, dalla quale emergono sentori di chiodi di garofano. Il percorso continua in linea retta al palato, dove si ripresenta la banana, dolce, con qualche nota di frutta secca; c’è una leggera acidità che rinfresca tutta la bevuta. Per il resto c’è completa aderenza ai parametri di stile: corpo leggero, carbonazione abbastanza vivace, consistenza watery; il finale ha una virata amara molto più decisa rispetto ad una classiza weizen bavarese. Pulita e discretamente intensa la nota erbacea che emerge e che va a caratterizzare il retrogusto. Un’interessante interpretazione di stile; birra fragrante, rinfrescante e dissetante. Bene così.
Fomato: 75 cl., alc. 4.5%, 18 IBU, lotto 192, scad. 01/08/2012, prezzo 6.00 Euro. 
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english summary:
"Statale Nove" is a microbrewery opened in 2008 by ex-homebrewer Filippo Bitelli and named after the "State Road 9" (Statale Nove) also known as Via Aemilia, an old roman trunk, completed in 187 BC and crossing all the Emila Romagna region from the town of Piacenza (north west) to Rimini (south east). The brewery is located in the outskirts of the small village of Anzola Emilia (Bolonia). Zenit is a cloudy pale golden colour german-style hefeweizen. Banana and yeast spices (mostly clove) in the nose. There’s more banana in the taste, with a pleasant refreshing light acidity. The finish is surprisingly grassy with an amount of bitterness well above a standard german hefeweizen standard. Very nice beer, crisp and thirst-quenching.
In details:
Birrificio Statale Nove, Crespellano, Bologna (Emilia Romagna), Italy ( www.statalenove.it )
Bottle: 75 cl., 4.5% ABV, 18 IBUs, batch 192, BB 01/Aug/2012, price 6.00 Euro.

lunedì 11 giugno 2012

Mostodolce Martellina

Probabilmente la birra di maggior “successo” del brewpub Mostodolce, la “Martellina” viene descritta come una Belgian Ale  prodotta con l’utilizzo del miele di castagno della Val Bisenzio. Ha già ottenuto numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali, come quello di Miss Pasturana 2011, un secondo posto a Birra dell’Anno 2011 nella categoria “birre al Miele” ed  il primo posto nella stessa categoria a Birra dell’Anno 2012. Bella l'etichetta di questa bottiglia, un'illustrazione con dedica proveniente dal sito Quaz-art.it. Dichiariamo da subito di non amare particolarmente le birre al miele e, in questa Martellina, di miele ce n'è davvero tanto.  Nel bicchiere è di color ambra/rame velato, con una schiuma di modesta quantità ma di buona qualità: bianca, fine, cremosa, persistente. Il miele guida le danze da subito caratterizzando completamente l'aroma; è molto pulito e pronunciato, lasciando a contorno qualche lieve sentore floreale. Presenza massiccia di miele anche in bocca, con un gusto che ovviamente tende deciso al dolce; in disparte c'è qualche nota di caramello e di arancia amara che cerca di portare un po' di equilibrio. E' una birra che si lascia bere molto bene grazie ad un corpo leggero e ad una consistenza watery, peccato che in questa bottiglia la carbonazione sia molto bassa; qualche bollicina in più avrebbe probabilmente contribuito ad attenuare la grande presenza di miele. C'è però un'ottima secchezza ed a fine bevuta il palato è sempre pulito, con una breve nota amara leggermente terrosa a chiudere; l'alcool (7.3%) è davvero impercettibile. L'unico limite alla bevuta in grande quantità è la caratterizzazione al miele davvero spinta; dopo un bicchiere, il palato è già saturo e inizia a rivolgersi altrove. Ma quello che abbiamo apprezzato maggiormente in questa Martellina è la grande pulizia; di rado ci è capitato di incontrare una birra al miele con un profilo così distintamente percepibile. Dedicata senza dubbio a quelli che amano lo stile (ed il miele), per i quali diventerà una compagna imprescindibile; agli altri potrà piacere o non piacere, ma vale senz'altro la pena assaggiarla.
Formato: 75 cl., alc. 7.3%, lotto 2412, scad. 25/08/2012, prezzo 8.00 Euro.

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english summary:
“Mostodolce” is one of the oldest microbreweries in the Italian region of Tuscany, founded in year 2003. Headbrewer is Ms. Francesca Torri, and you can taste their beers either at their pub in hometown Prato or at the location in Florence.  "Martellina" is described as a belgian ale brewed with chestnut honey. And there's really plenty of honey in this bottle.  It pours a cloudy amber color with a small creamy white head. The nose is completely dominated by honey with just a fainting flowery note. If you did not get enough, there's more honey in the taste, with some caramel and bitter orange peel. The finish is surprisingly dry, with a earthy bitter aftertaste. We rarely met a beer with such a massive use of honey. The result is a easily drinkable sweet beer balanced by a good amount of dryness. Both aroma and taste are exceptionally clean, so that any honey lower can become istantly a fan of this beer. For all the others, perhaps a sampler is enough.
In details:
Birrificio Mostdolce, Prato, Italy ( http://www.mostodolce.it/ )   
Bottle: 75 cl., 7.3% ABV,  batch 2412, BB 25/aug/2012, price 8.00 Euro.

domenica 10 giugno 2012

Birra del Borgo ReAle 7° Anniversario

Dopo il quinto anniversario abbiamo purtroppo perso il sesto, ma quest’anno non ci siamo fatti mancare l’appuntamento con il settimo anniversario di Birra Del Borgo. Come al solito, per l’occasione viene brassata una versione ad-hoc della “birra-bandiera” del birrificio, la Reale; la ricetta elaborata quest’anno ricalca in buona parte quella dell’anniversario precedente, con un “ventaglio” di luppoli che copre (quasi) tutti i continenti: Hallertau Saphir per l’Europa, Amarillo per l’America, Nelson Sauvin per l’Oceania e Sorachi Ace per l’Asia. A rappresentare l’Africa (ed è questa sostanzialmente la novità delle "Reale 7") c’è invece un arbusto (il roiboos) le cui foglie vengono solamente usate per preparare un infuso simile al tè di colore rossastro e speziato con, in questo caso, pepe, scorza d’arancia, cannella, zenzero ed altre spezie provenienti da Zanzibar. La Reale 7 è stata poi anche commercializzata in versione “oak aged”, con invecchiamento in tino di legno. Noi ci siamo accontentati di quella “standard”, di color ambra molto carico, dai riflessi rossastri; la schiuma è ocra, fine e cremosa, dalla buona persistenza. L’aroma è dolce, con prevalenza di polpa di frutta (pompelmo, mango, ananas); ci sembra di avvertire anche una nota di lampone, con una speziatura delicata e diffusa a corollario. In bocca si presenta abbastanza morbida e rotonda, nonostante una carbonazione vivace. C’è un imbocco che rimane dolce, con caramello, biscotto e note di frutta che richiamano l’aroma, cui fa seguito abbastanza velocemente un amaro caratterizzato da scorza di pompelmo, resina e una bella pepatura. Nel corso della bevuta ci sembra anche emergere una nota di zenzero, preludio al finale amaro, abbastanza lungo, resinoso e pepato. Birra ben equilibrata e pulita, che si lascia bere con la stessa facilità della “madre” Reale, rappresentandone un’interessante versione. Se però ci trovassimo di fronte due bicchieri con la Reale 7 e la Reale, non avremmo nessuna esitazione a ritornare alle origini. Formato: 75 cl., alc. 6.4%, lotto LS 6012, Scad. 05/2014, prezzo 8.20 Euro


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english summary:
Birra del Borgo" brewery and headbrewer Leonardo Di Vincenzo perhaps need no introduction, being amongst the pioneers of Italian craft brewery revolution, and their beers being exported almost worldwide. Established in year 2005, the brewery is based in a small village in the province of Rieti (Lazio region). “Reale” is the brewery’s flagship beers, and each year the brewery, celebrating its birthday, would release a different version of this India Pale Ale. For the 7th anniversary, the “Reale” has been hopped with Hallertau Saphir, Amarillo, Nelson Sauvin and Sorachi Ace. All the continents in the world have been represented; in Africa grow no hops, and Leonardo has used a plant called “roiboos”; this plant is often used to make the redbush tea. In addition there’s a mix of spices including pepper, orange peel, cinnamon and ginger. The “Reale 7th Anniversary” pours a reddish deep amber color with a creamy off-white head. Sweet grapefruit and tropical fruits in the nose, with a delicate spiciness and a hint of raspberry. The taste is initially sweet with tropical fruit, biscuit and caramel, followed by an intense resinous and citrusy bitterness. And there’s more hops to come in the long peppery and resinous finish. A well balanced and easily drinkable IPA which represents an interesting different interpretation of the brewery flagship beer.
In details:
Birra del Borgo, Borgorose, Rieti (Lazio), Italy ( www.birradelborgo.it )
Bottle: 75 cl., 6.4% ABV, batch LS 6012, BBE 05/2014, price 8.20 Euro.

sabato 9 giugno 2012

Zimella Girasole

Ultima bottiglia "Zimella" rimasta in cantina, dopo le altre degustate in queste occasioni.  Approfittiamo dell'arrivo del caldo per stappare la weizen "Girasole", una delle tipologie più rinfrescanti ed adatte ai mesi più caldi dell'anno. Ci è piaciuta molto anche l'etichetta, che riporta il classico logo del birrificio di Bagno (Reggio Emilia) con un bel contorno di colori che inneggiano al sole ed ai colori della bella stagione. Nel bicchiere è di un nebuloso color oro pallido; schiuma generosa e pannosa, bianchissima, molto persistente. Il lotto di produzione (391011) ci fa intuire che questa birra ha almeno 6-7 mesi di vita in bottiglia, non proprio l'ideale per una tipologia di birra che non trae assolutamente nessun beneficio dall'invecchiamento. Comunque, al naso questa Girasole si difende ancora bene: c'è l'attesa banana, un profilo fenolico di chiodi di garofano e pepe, leggeri sentori di agrumi a contorno. Aroma pulito e gradevole. Corretta anche la sensazione al palato: è una weizen leggera e beverina, vivacemente carbonata. Il gusto si rivela meno incisivo dell'aroma; secondo e manca un po' di intensità: c'è una leggera acidità rinfrescante, la banana è scomparsa lasciando il posto a note di agrumi (polpa e scorza). Il finale è un'inaspettata risalita; ti aspetteresti un retrogusto corto e leggermente abboccato, come molte sorelle di stile bavaresi, ed invece c'è una bella nota amara che emerge, con note erbacee e di scorza d'agrumi. Il risultato - a noi gradito - è una weizen che risulta decisamente più amara di una classica tedesca. Un'interessante interpretazione di stile, pulita e senza sostanziali difetti, che parte con un bel naso, accusa qualche colpo per strada ma si risolleva con un bel finale. Promossa. Formato: 50 cl., alc. 4.3%, lotto 391011, scad. 30/11/2012.

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english summary:
"Zimella" is a microbrewery located within the Farm Zimella near the rural city of Bagno (Reggio Emilia).  "Girasole" ("Sunflower") is a german-style hefeweizen which pours a cloudy pale golden color with a big lasting frothy white head. The nose has banana, spices (cloves, pepper) and a nice citrusy touch. There's more citrus in the taste, which lacks a bit in intensity. The final is very pleasant, with a nice and unexpected (for the style) grassy and zesty bittering note. An interesting interpretation of the style, a beer which is surely worth trying. 
In details:
Birra Zimella, Bagno, Reggio Emilia  ( www.birrazimella.com )
Bottle: 50 cl., 4,3% ABV,  batch 391011, BB 30/nov/2012.

venerdì 8 giugno 2012

Birrificio Pontino Olim Palus IPA

Se “Roma e dintorni” sono l’indiscutibile capitale birraria italiana, per quantità e qualità di locali/pub e beershop, lo stesso non si può certamente dire per quel che riguarda la produzione di birra, con un numero di birrifici davvero esigua rispetto alla media nazionale. Le cose stanno però cambiando e, nell’attesa dell’imminente apertura del brewpub all’interno della nuova filiale romana di Eataly (Stazione Ostiense), nel Lazio i microbirrifici sono ormai una quindicina. Tra i nuovi arrivati figura anche il Birrificio Pontino di Latina, fondato da quattro soci (il birraio Matteo Boni, Gianni Ceccano, Davide Gardosi e Stefano Ruffa) che ha effettuato la prima cotta a Novembre 2011. La presentazione ufficiale del birrificio se non erriamo è avvenuta a Latina a marzo 2012. Una realtà molto giovane quindi, ancora in fase di assestamento, che al momento ha in gamma solamente due birre, entrambe battenti bandiera a "stelle e strisce". Una American Pale Ale, chiamata Runner Ale, ed una American IPA che andiamo ad assaggiare, chiamata Olim Palus. Il nome fa riferimento alla scritta presente sullo stemma di Latina, città fondata nel 1932 nel cuore dell'Agro Pontino e conosciuta, fino al 1946, con il nome di Littoria; al centro dello stemma vi è una torre civica che emerge dalle paludi che furono allora bonificate, circondata da fasci di spighe di grano legate tra di loro da un nastro che reca la scritta "Latina Olim Palus" (ovvero "Latina un tempo palude"). Dall'acqua della palude dell'etichetta di questa birra fuoriesce un enorme pesce stilizzato che ci ha vagamente ricordato quelli raffigurati sulle etichette del birrificio americano Ballast Point, sicuramente un punto di riferimento per birre "amare" e "ultraluppolate". Questa IPA viene brassata con malti Maris Otter, Carapils e Crystal; i luppoli utilizzati sono Citra, Chinook ed  Amarillo. Si presenta di color rame/arancio, molto nebuloso; la schiuma, poco  generosa, è bianca ed un po' grossolana, discretamente persistente. Il naso è fresco, decisamente pronunciato, con una leggera presenza di aghi di pino e tanto pompelmo, circondato da arancio e frutti tropicali (mango, ananas). L'imbocco è di biscotto, seguito da note fruttate un po' sciroppose che richiamano la polpa del pompelmo, cui fa seguito abbastanza rapidamente un amaro ricco di scorza di pompelmo e di note vegetali. Gli elementi "giusti" ci sarebbero tutti, ma la birra secondo noi manca ancora un po' di quella pulizia necessaria per essere davvero convincente. Il corpo leggero, la carbonazione contenuta e la consistenza "watery" la rendono necessariamente beverina, anche se il prezzo da pagare è la mancanza di rotondità in bocca. Il finale spinge deciso sul pedale dell'amaro, accellerando ulteriormente nel retrogusto molto intenso ma mai "raschiante", resinoso e vegetale. Una IPA che sembra un po' assecondare la tendenza della "damme la più amara che c'hai"; c'è la luppolatura americana giusta, c'è l'amaro importante, adesso si tratta di solo di sgrezzarla e ripulirla un po'. Il birrificio è giovane, le idee sembrano chiare, diamo loro il tempo di crescere e teniamoli d'occhio. Formato: 50 cl., alc. 6.4%, 86 IBU, lotto 12004, scad. 03/2013, prezzo 6.10 Euro.

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english summary:
Birrificio Pontino is a brand new brewery (November 2011) in the city of Latina, not too faraway from Rome. So far they only have two beers available, both inspired by US hoppy ales. “Olim Palus” is an American IPA which name is to be found in the history of town of Latina. Formerly known as “Littoria”, the town was built in 1932 after the a very big swamp was reclaimed by Italian Fascist regime. On the coat of arms of the town you can read in latin “Latina Olim Palus” which means “Latina once a swamp”. Hopped with Citra, Chinook and Amarillo, it pours a very cloudy copper color with a small frothy white head. The nose delivers a fresh aroma with pine and lots of grapefruit, orange and tropical fruits (mango, pineapple). The taste has biscuit malt and more sweet grapefruit juice, balanced by an intense zesty and resinous bitterness. The result is a very hoppy and bitter IPA but not very clean. With some tunings, this brew could possibly become the playground for all the hopheads in Rome.  
In details:
Birrificio Pontino, Latina (Lazio) ( www.birrificiopontino.com )
Bottle: 50 cl., 6,4% ABV, batch 12004, BBE 03/2013, price 6.10 Euro.

giovedì 7 giugno 2012

Maxlrainer Schloss Trunk

Della Schlossbrauerei Maxlrain avevamo già parlato più in dettaglio in questa occasione   e quindi passiamo subito alla sostanza, ovvero questa Schloss Trunk, una kellerbier non filtrata venduta nella bella ma pesante bottiglia con tappo meccanico. Il colore è ambrato chiaro, leggermente velato, con un bel cappello di schiuma persistente, fine e cremosa, bianca. L’aroma è semplice ma gradevole ed elegante, c’è molto miele di acacia, leggeri sentori di pane e floreali.  Il gusto ha grande corrispondenza con l’aroma: pane e miele caratterizzano la bevuta con una leggera nota amara erbacea che arriva sul finale a bilanciare. Kellerbier molto leggera, correttamente carbonata e giustamente “watery”;  molto rinfrescante, beverina e pulita. C’è tutto quello che serve, insomma.  Bottiglia non lontana dalla data di scadenza ma che si difende ancora bene e si lascia immaginare per come dovrebbe essere fresca, appena spillata da un fusto.   Formato: 50 cl., alc. 5.3%, lotto 1921, scad. 04/07/2012, prezzo 0.87 Euro.

mercoledì 6 giugno 2012

Vecchia Orsa Stout

Dopo le impressioni molto positive della Blonde e della Saison assaggiate nelle scorse settimane, passiamo all'assaggio di una bottiglia di Stout del birrificio di Crevalcore (Bologna) Vecchia Orsa.  Si presenta di colore nero, formando un modesto "cappello" di schuma cremosa e persistente color nocciola. Il naso, abbastanza elegante, è ricco di caffè (liquido), sentori di cenere, cioccolato al latte e liquirizia. Nonostante in etichetta venga descritta come "ispirata allo stile Imperial Russian Stout", all'ingresso in bocca rivela un corpo medio, una carbonazione moderata ed una consistenza oleosa. C'è molta, troppa, liquirizia che tende a dominare il gusto lasciando molto poco spazio al caffè e alle tostature per lo più non particolarmente raffinate. L'alcool (8%) è ben nascosto ed è una birra che si lascia bere molto facilmente, pagando però il pegno della mancanza di "calore" e di cremosità che ci aspetteremmo da una Imperial Stout. Buono il livello di secchezza, termina con retrogusto amaro caratterizzato da (ancora!) liquirizia e malti tostati.  Una stout poco "imperiale", che in questa bottiglia ci ha convinto poco; tra le produzioni del birrificio assaggiate di recente, questa è quella che abbiamo apprezzato di meno.  Una liquirizia troppo invadente pregiudica l'equilibrio generale e la pulizia del gusto; l'alcool è ben mascherato nel corso della bevuta ma non riesce a riemergere - ed a scaldare - neppure nel finale, lasciandoci un po' delusi. Non l'abbiamo mai provata alla spina, dove forse riesce a dare il meglio di sè. Formato: 50 cl., alc. 8%, 75 IBU, lotto 6 5, scad. 09/2012, prezzo 5.00 Euro.

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english summary:
"Vecchia Orsa" ("Old Bear") is a microbrewery located in a small farmhouse in the province of Bologna, established in year 2008. The two headbrewers are Enrico Govoni and Roberto Poppi, producing a range of six top fermented beers.  According to the label this beer simply called "stout" is inspired to the "Imperial Stout" style. It pours a black color with a small creamy tanned head. Liquid coffee, roasted malt, ashes, milk chocolate and licorice are in the nose. The taste is somehow dominated by licorice, with light hints of coffee and roasted malts. With an 8% ABV this is an easy drinkable stout which  fails to deliver any warmth; body is medium, mouthfeel is oily rather than creamy. And there's even more licorice in the bitter roasted aftertaste. Not really clean and unbalanced with too much licorice, this beer obviously needs some tuning.
In details:
Bottle: 50 cl., 8% ABV, 75 IBUs, batch 6 5, BBE 09/2012, price 5.00 Euro.

martedì 5 giugno 2012

Hardknott Code Black IPA

La Hardknott Brewery viene fondata nel 2005 da  Dave Bailey ed Ann Wedgwood ai piedi del passo sul monte Hardknott; siamo all’interno del Lake District, in Inghilterra (Cumbria) ed il passo collega la vallata di Eskdale con quella di Duddon. La strada che conduce al passo è considerata la strada inglese con la massima pendenza (33%) e porta anche ad un sito archeologico (Hardknott Roman Fort) di epoca Romana. Dave ed Ann gestivano un pub (The Woolpack Inn) ad Eskdale che hanno poi venduto per concentrarsi esclusivamente sulla produzione di birra; al tempo stesso il birrificio è stato spostato un po’ più a sud, a Millom, sull’estuario del fiume Duddon, proprio di fronte all’Isola di Man.  Le birre Hardknott sono da poco disponibili anche in Italia  (per la prima volta, ci sembra) grazie all’importazione di Ales & Co.; il birrificio può essere inserito all’interno della cosidetta “new wave” brassicola inglese, con produzioni che utilizzano soprattutto luppoli americani ed esotici e prediligono categorie stilistiche un po’ modaiole (Imperial IPA, Black IPA, Imperial Stout) piuttosto che i grandi classici britannici. Come ad esempio questa Code Black una Black IPA prodotta con Cascade ed Amarillo; bello l’aspetto, marrone scuro con riflessi rosso rubino. Schiuma molto persistente, color beige, quasi pannosa. Ottimo anche l’aroma, pulito ed elegante, complesso; ad una prima “ondata” di luppoli (pompelmo e scorza di limone, soprattutto) fanno seguito sentori più delicati di caffè in grani, cenere, persino una leggera affumicatura. Le ottime aspettative vengono però un po’ deluse in bocca, dove lo scenario è quasi completamente capovolto; c’è una quasi assoluta dominanza di tostature dall’imbocco al finale, con qualche nota di cenere. Completamente svanite le note citriche, a parte un leggerissimo richiamo di polpa di pompelmo rosa; anche l’amaro che bilancia è caratterizzato da tostature e da note prevalentemente terrose, che culminano in un retrogusto amaro che non ci è parso molto gradevole. Una birra che sarebbe facile da bere, più “stout luppolata” che “Black IPA”, con un corpo snello ed una consistenza acquosa; ma dopo un ottimo inizio questa Code Black inizia una rapida discesa dalla quale non riesce più a risollevarsi.. Da riprovare sperando di esserci imbattuti in una bottiglia poco in forma. Formato: 50 cl., alc. 5.6%, scad. 22/12/2013, prezzo 5.50 Euro.

lunedì 4 giugno 2012

Statale Nove 426 Hemi

Anche se il cancello d’ingresso è situato al civico 86 di via Cassoletta (Crespellano, Bologna), il casale di campagna in cui ha sede il birrificio Statale Nove s’affaccia sulla via Emilia, altresì nota appunto come Strada Statale 9. Siamo alle porte di Anzola Emilia (Bologna), in una zona che sembra essere particolarmente fertile dal punto di vista “birrario” in quanto a qualche centinaia di metri, sempre sulla Via Emilia,  ha anche sede il Birrificio Emiliano. Ma torniamo alla “Statale Nove”, fondato da quattro soci nel 2008 e guidato in sala cottura principalmente dall’ex homebrewer Filippo Bitelli; il suo amore per la Germania e per le basse fermentazioni è evidente dalle birre  che compongono la gamma. Anche se vi è qualche incursione in territorio belga ed anglosassone, la parte del leone lo fanno (Keller) Pils, bock, ed hefeweizen. A tre anni di distanza dalla prima cotta (2011), la produzione era già passata da 46 mila a 69 mila litri l’anno, a testimoniare l’interesse crescente verso la birra di qualità anche in un territorio famoso per un vino, il Lambrusco, che per frizzantezza e basso tenore alcolico sembra essere un concorrente molto temibile alla birra anche nelle calde serate estive. Per questa volta lasciamo da parte la Germania per degustare invece l’ultima nata (in bottiglia) in casa Statale Nove; si tratta della 426 Hemi, un’American Pale Ale che era già disponibile alla spina nel locale di mescita attiguo al birrificio e che è stata per la prima volta imbottigliata a Maggio 2012, in occasione del quarto compleanno. Il nome della birra deriva da un potente motore ad otto cilindri (lo "Steet Hemi 426") prodotto nel 1966 con il quale era equipaggiato il primo modello della Charger, autovettura americana del marchio Dodge (Chrysler). Per chi volesse approfondire, ecco  l'immancabile pagina Wikipedia. La birra nel bicchiere è di colore arancio pallido, velato; mediamente persistente la schiuma, bianca, fine, cremosa. Ottime impressioni al naso, fresco e molto pulito, ricco di sentori dolci di frutta (pesca, mango, ananas, pompelmo, forse un leggero accenno di lampone), aghi di pino e scorza di pompelmo. Le premesse trovano conferme al palato, dove un leggero imbocco di biscotto e pane viene seguito da note di frutta tropicale; a bilanciare c'è subito un amaro elegante, netto, ricco di scorza d'agrumi. Corpo snello e consistenza watery "quanto basta" garantiscono a questa session beer (4.2%) una grande facilità di bevuta. Non si tratta però di una birra leggera e sfuggente; c'è infatti una grande morbidezza in bocca a renderla beverina e persistente al tempo stesso. Chiude molto secca, lasciando ben pulito il palato ed un retrogusto persistente ed amaro, con note di scorza di'agrumi e di resina. Fa capolino anche una nota di cereali. Ottima American Pale Ale, da bere a secchi, caratterizzata da grande equilibrio e pulizia; con l'estate alle porte, urge rifornire il frigorifero con qualche bottiglia di questa 426 Hemi.  Formato: 75 cl., alc. 4.2%,  47 IBU, lotto 201, scad. 20/11/2012, prezzo 6.00 Euro.

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english summary:
"Statale Nove" is a microbrewery opened in 2008 by ex-homebrewer Filippo Bitelli and named after the "State Road 9" (Statale Nove) also known as Via Aemilia, an old roman trunk, completed in 187 BC and crossing all the Emila Romagna region from the town of Piacenza (north west) to Rimini (south east). See Wikipedia page for more info. The brewery is located in the outskirts of the small village of Anzola Emilia (Bolonia). "426 Hemi" is an American Pale Ale brewed to celebrate the brewery fourth anniversary; it is named after a powerful V8 engine called "Steet Hemi" launched in 1966 on the Dodge "Charger" cars.  A hazy pale orange beer with a creamy white head.  Fresh and clean aroma of grapefruit, mango, peach, pineapple and raspberries, pine and citrus zest. The taste is crisp with light bready and biscuity malt, sweet tropical fruit and plenty of zesty citrusy fruits. Light body but smooth to the palate, this is an excellent session beer with a dry finish and a bitter hoppy aftertaste featuring more citrus zest and resin. A very tasty brew.
 In details:

Birrificio Statale Nove, Crespellano, Bologna (Emilia Romagna), Italy  ( www.statalenove.it  )
Bottle: 75 cl., 4.2% ABV,  47 IBUs, batch 201, BB 21/Nov/2012, price 6.00 Euro.