giovedì 9 maggio 2019

Bearded Iris Homestyle IPA

Whiskey, musica country e pollo piccante/bbq: lo stato americano del Tennessee è principalmente noto per questo e non è ancora finito sulle mappe dei birrofili e dei beergeeks. Quasi sette milioni di residenti sono serviti da una settantina di birrifici artigianali (dato 2017) che si rifanno ad una tradizione portata sul suolo americano dai primi immigrati di origine tedesca. 
Kavon Togrye, Paul Vaughn e Matthew Miller sono tre amici di Nashville con la passione per l’homebrewing. Hanno sempre sognato di aprire un brewpub/birrificio e, terminati i loro studi universitari, sono riusciti a concretizzare il progetto all’inizio del 2016 inaugurando nel quartiere di Germantown il brewpub Bearded Iris, una dedica al fiore dello stato del Tennessee, l’Iris Germanica o Giaggiolo Paonazzo. Dei tre è Matt Miller ad occuparsi principalmente della produzione: per lui una esperienza alla SweetWater Brewing Company in Georgia; Paul Vaughn approfitta invece delle conoscenze del padre che da anni lavora nel settore del beverage. 
Bearded Iris inizia a produrre come beerfirm nel 2015 appoggiandosi per qualche mese alla Blackstone, altro birrificio di Nashville. L’inaugurazione del brewpub con impianti a vista avviene il 6 febbraio 2016:  mille metri quadrati dedicati alla produzione e 140 alla taproom. Niente cucina, ma potete portarvi il cibo da casai o utilizzare i food truck che spesso sostano al di fuori. Nonostante le promesse di voler mischiare tradizione e innovazione, di voler affiancare alle IPA anche la tradizione belga, gli invecchiamenti in botte e di voler sperimentare con diversi ceppi di lievito, è proprio grazie alle IPA/DIPA (ovviamente “Hazy”) che  Bearded Iris inizia a farsi conoscere tra i beergeeks. Nel 2017 sono arrivate anche le prime lattine, packaging ormai irrinunciabile se si vuol competere sul mercato craft, e nel 2018 il completo restyling di logo ed etichetta ad opera dello studio Punch Design. Qualche mese fa il birrificio ha annunciato la prossima apertura di un ristorante/punto vendita nel Sylvan Supply a Charlotte Avenue, una zona commerciale di Nashville che è attualmente oggetto di un’importante opera di riqualificazione. Al progetto partecipa anche la torrefazione Barista Parlor.

La birra.
Homestyle è la birra più venduta da Bearded Iris, una IPA (6%) prodotta con avena e abbondantemente luppolata con Mosaic. Curiosità? Leggo che le sue vendite aumentano ogni mese del 25% nonostante sia il 4 pack più caro sul mercato locale di Nashville. Sarà vero? 
Nel bicchiere è  solare, anche se hazy: oro e arancio, quasi un succo di frutta; paga dazio la schiuma, scomposta e poco persistente. Nonostante questa lattina sia nata alla fine dello scorso gennaio l'aroma è ancora intenso e sorprendentemente fresco. C'è grande pulizia ed una sorprendente eleganza per una IPA che guarda al New England: arancia, pompelmo, cedro, qualche intermezzo tropicale di mango e ananas, accenni dank. Il contributo dell'avena si avverte in maniera determinante al palato: birra morbidissima, leggermente chewy e assolutamente non ingombrante. Il gusto mantiene le elevate promesse fatte dell'aroma è regala una grande intensità per una IPA dal contenuto alcolico tutto sommato contenuto, se pensiamo agli standard americani. Un piccolo benvenuto di malto (pane e crackers) e poi tanta frutta tropicale, presente sempre in maniera intelligente e mai sfacciata. Mango, ananas e pesca sono incalzati deal pompelmo, preludio ad un finale molto secco nel quale il delicato amaro della scorza d'agrumi viene affiancato da qualche nota vegetale e resinosa. Nessun "grattino in gola" (o hop burn, per dirla all'americana) in quella che si può considerare una session beer da 6%, dalla sorprendente bevibilità. E' il Juicy che piace a me: elegante e raffinato, pulito, bilanciato, intelligente. Livello molto, molto alto. E chissà com'era tre mesi fa. 
Formato 47,3 cl., alc. 6%, imbott. 28/01/2019, prezzo indicativo 7.00-800 Euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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