mercoledì 28 agosto 2019

Pelicon Coffee Stout

Ammetto la mia ignoranza sulla birra artigianale Slovena. Mi affido al beer-rating che mi propone questi nomi in cima alle classifiche locali: Reservoir Dogs, Lobik, HumanFish, Hopsbrew, Pelicon. Quest’ultimo, occasionalmente distribuito anche sul nostro territorio, viene fondato da Matthew Pelicon e Anita Lozar ad Aidussina, valle del Vipacco, a soli venti chilometri dal confine italiano. I due hanno vissuto per qualche anno a Londra dove sono venuti a contatto con la Craft Beer Revolution britannica e, tornati in Slovenia, hanno cercato di “replicare quelle birre che amavano bere”. 
Dopo aver tentato con poca fortuna la strada del crowfunding Matthew e Anita hanno comunque reperito le risorse necessarie per acquistare un impianto che inizialmente si è assestato su una produzione di circa 1200 ettolitri l’anno. Il  birrificio ha debuttato con la Pally Pale Ale alla fine del 2013 seguita dalla IPA 3rd Pill: nel 2014 il popolo di Ratebeer ha eletto Pelicon come miglior birrificio sloveno dell’anno. Piano piano sono arrivate anche la Double IPA Quantum, la Hoppy Red Ale Out of China, la Dark Ale Black Aurora e un’imperial stout al caffè. Il database di Untappd annovera al momento una ventina d’etichette.  Matthew, una decina d’anni di homebrewing alle spallle, è oggi aiutato in sala cottura dall’assistente Sebastian; Anita si occupa invece di design, marketing e degli aspetti commerciali. Di recente Pelicon ha inaugurato un punto vendita che si trova ad una cinquantina di metri dal birrificio: qui potete acquistare birre e merchandising nei pomeriggi di giovedì, venerdì e sabato.

La birra.
Color ebano scuro, scura generosa e molto persistente: la robusta (8%) Coffee Stout di Pelican. L’aspetto è bello, goloso e l’aroma mantiene le promesse di quanto scritto in etichetta: il caffè è protagonista assoluto e lascia poco spazio alle tostature e a qualche accenno di tabacco. La sensazione palatale è poco ingombrante e non regala particolari carezze: c’è qualche bollicina in eccesso. La bevuta è abbastanza facile e l’alcool ben nascosto ma, benché gradevole, questa stout risulta piuttosto monotematica. Oltre al caffè non c’è molto altro e la pulizia, solamente discreta, non favorisce il compito di scavare oltre la superficie alla ricerca di dettagli. Annoto un po’ di caramello, di orzo tostato e qualche suggestione di liquirizia prima di un finale amaro nel quale l’acidità del caffè, piuttosto pronunciata, accompagna le tostature. Il tepore etilico che permane in gola è paragonabile al ricordo di questa birra: non particolarmente lungo. Discreta (imperial) stout, un po’ noiosa e ben lontana dall’olimpo dello stile.
Formato 50 cl., alc. 8%, lotto e scadenza non riportati.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia/lattina e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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