venerdì 10 gennaio 2020

Extraomnes Iconic

Credo che in pochi se lo sarebbero aspettato: le lattine di Extraomnes, birrificio che ha da sempre sposato la tradizione del Belgio, paese che privilegia le bottiglie lasciando il formato lattina quasi esclusivamente ai prodotti industriali. Sorprendendo un po’ tutti a luglio del 2019 il birrificio di Marnate ha pubblicato sulla propria pagina Facebook le immagini di due lattine formato 44 centilitri, ovvero quello che in Europa sta ormai diventando lo standard per le birre artigianali: dentro al contenitore ci finiscono Guld, saison alla frutta, e una nuova american Pale Ale chiamata Iconic.  Volendo essere precisi bisogna però ricordare l’antefatto Schandaal, quadrupel con aggiunta di biscotti Speculoos macinati che era stata realizzata nell’ottobre del 2018 assieme al birrificio Canediguerra: per questa birra si era scelto il formato lattina da 33 centilitri. 
Come segnala il sempre preciso blog Malto Gradimento le lattine vengono prodotte in contropressione e quindi le birre non sono rifermentate: è questa la grande differenza rispetto alla linea classica Extraomnes che continuerà ad essere commercializzata nelle classiche bottiglie. Lo scorso ottobre è poi arrivata la lattina numero tre che contiene la Wit.

La birra.
“Siamo veramente orgogliosi di come siamo riusciti ad utilizzare un nuovo contenitore, affrontare un nuovo metodo produttivo e sperimentare uno stile che non era nel nostro DNA, in così poco tempo”: con queste parole Extraomnes presentava le prime lattine sui social network. Il “tradimento” nei confronti della tradizione belga si consuma con Iconic, un’American Pale Ale caratterizzata da luppoli Citra e Simcoe, usati anche in dry hopping: non si tratta tuttavia della prima birra “americana” in casa Extraomnes. I più attenti ricorderanno che nell’estate del 2015 aveva debuttato la Yanqui.  “Volevamo solo dimostrare che possiamo fare la migliore APA italiana”, aveva provocatoriamente dichiarato a quel tempo Luigi Schigi D’Amelio: di quella Yanqui (5.5%) la Iconic riprende in parte la luppolatura (Citra e Simcoe) e abbassa leggermente l’alcool portandolo a 4.8%. 
Nel bicchiere è perfettamente dorata ed è sormontata da una candida schiuma compatta e cremosa dall’ottima persistenza. E’ leggermente velata, ma se siete amanti dell’effetto “haze” non dovete far altro che agitare la lattina e rimpinguare il bicchiere: avrete una birra torbida (quasi) come quei succhi di frutta che vanno di moda oggi. Il naso è una splendida festa tropicale nella quale sono protagonisti mango e ananas, affiancati da arancia, pompelmo, pesca e qualche nota vegetale; pulizia e finezza sono a livelli con capita spesso d’incontrare. Magari ricordate una di quelle birre che sbandierano l’utilizzo di XXX grammi di luppolo al litro in dry-hopping e che vengono vendute ad oltre venti euro al litro? Annusando questa lattina vi accorgerete di quanta materia prima sia spesso inutilmente sprecata. Al palato è leggera, mediamente carbonata e scorre con la velocità che ogni session beer dovrebbe sempre avere: pane, crackers, un bel intermezzo dolce tropicale anticipa un finale amaro caratterizzato da note zesty e terrose che, alla faccia degli Stati Uniti, fa quasi l’occhiolino al Belgio moderno, quello di Zest e Blond, tanto per giocare in casa. La chiusura perfettamente secca e pulita rispetta pienamente il DNA di Extraomnes: Iconic è una session beer perfetta, definita e pulitissima, semplice ma dalla grande intensità a fonte di un contenuto alcolico piuttosto contenuto. Una birra che va solamente bevuta – riprendendo lo slogan della casa -  ma che si beve con enorme soddisfazione.
Formato 44 cl., alc. 4.8%, lotto 297-19, scad. 25/10/2020, prezzo indicativo 5.00-6.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa lattina e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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