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lunedì 25 marzo 2019

Kees Peated Imperial Stout

Del birrificio olandese Kees abbiamo già parlato più di una volta. Kees Bubberman, homebrewer dal 1996, ha lavorato come birraio per sette anni (2007-2014) presso il birrificio olandese Emelisse per poi mettersi in proprio.  Acquistato il vecchio impianto da 25 hl dagli inglesi di Magic Rock, grazie anche all’aiuto del crowfunding e aggiunto sei fermentatori, a febbraio 2015 ha prodotto il primo lotto di East India Porter alla nuova Brouwerij Kees che si trova ad una ventina di chilometri di distanza da Emelisse.  Da allora Bubberman ha progressivamente ridotto il numero di birre prodotte tutto l’anno per seguire la moda al ritmo di una novità o quasi ogni quindici giorni. Attualmente Session IPA e Pale Ale Citra guidano la classifica delle vendite, affiancate da numerose produzioni stagionali, occasionali e da altre cinque birre sempre disponibili: Double Rye IPA, Porter 1750, Mosaïc Hop Explosion IPA, West Coast IPA e American Barley Wine. Nella gamma non mancano poi New England IPA, aromatizzazioni alla frutta e pastry stout.  Kees poi ha lanciato il proprio Barrel Project dedicato agli invecchiamenti in botte; è stato anch’esso finanziato con un crowfunding che ha raccolto 23.000 dei 15.000 euro richiesti. Ai finanziatori è stato offerto in cambio la birra Bubberman, una potente imperial stout (13.5%) invecchiata due anni in botti di bourbon. Potevano mancare le lattine? Ovviamente no: anche Kees ha da qualche tempo iniziato ad utilizzare questo ormai imprescindibile contenitore.

La birra.
Variante torbata di una delle birre di successo di Kees, la Peated Imperial Stout non viene oggi più prodotta. La ricetta era basata su quella della  Export Porter 1750 (malti Pale Ale, Caramel, Carafa 1, Carafa 2, luppoli Fuggles e Sorachi Ace) alla quale viene aggiunta una imprecisata percentuale di malto torbato. 
Nel bicchiere è quasi nera e forma una piccola testa di schiuma un po’ grossolana che svanisce piuttosto rapidamente.  Il torbato è protagonista di un aroma che regala in sottofondo anche profumi di cuoio/pelle e frutta sotto spirito: intensità, pulizia e finezza sono tutt’altro che impressionanti. Aspetto visivo e naso sembrerebbero un mediocre biglietto da visita ma questa Peated Imperial Stout di Kees riesce fortunatamente a riscattarsi al palato, regalando una bevuta bilanciata, intensa e piuttosto godibile. Caramello, fruit cake, prugna e uvetta, accenni di cioccolato e di caffè: il torbato è il filo che lega questi elementi tra loro, entrando e uscendo di scena a più riprese. L’alcool (11.2%) fa sentire la sua presenza soprattutto nel finale, riscaldando il lungo retrogusto amaro di caffè, torrefatto e cioccolato. Corpo quasi pieno, morbida: al palato non ci sono particolari densità o viscosità. 
Il livello generale è piuttosto buono anche se ci sarebbero ampi margini di miglioramento per quel che riguarda pulizia ed eleganza;  in generale non posso dire di amare le birre di Kees, ma in questo caso la bevuta è risultata davvero piacevole.
Formato 33 cl., alc. 11.2%, IBU 65, lotto 16.33, scad. 12/2018, prezzo indicativo 5.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

venerdì 27 gennaio 2017

Kees Caramel Fudge Stout

Ritorna sul blog anche il birrificio olandese Kees che avevamo incontrato non molto fa. Il fondatore, Kees Bubberman, è un personaggio già noto ai birrofili europei e non: per sette anni  (2007-2014) è stato il birraio presso il birrificio Emelisse prima di presentare le dimissioni nell’autunno 2014.  Acquistato il vecchio impianto da 25 hl dagli inglesi di Magic Rock e aggiunto sei fermentatori, a febbraio 2015 ha prodotto il primo lotto di East India Porter alla nuova Brouwerij Kees!, che si trova ad una ventina di chilometri di distanza da Emelisse ed ha un potenziale annuo di circa 1800 hl.  
Il database di Ratebeer elenca 52 birre prodotte in quasi due anni di attività, praticamente una nuova ogni quindici giorni. La gamma delle otto birre prodotte tutto l’anno (Double Rye IPA, Export Porter 1750, Peated Imperial Stout, East India Porter, Pale Ale Citra, Barley Wine, Just Another IPA, Session IPA, Mosaic Hop Explosion) è stata affiancata dai primi invecchiamenti in botte (Barrel Project) e da una serie di one-shot o produzioni stagionali. 
Nell’ultimo periodo anche Kees ha imboccato la strada delle aromatizzazioni: oltre ad una “innocua” Grapefruit IPA e ad una Pale Ale Citra Papaya & Chilli Infused, ha di recente realizzato alcune birre “strane” (disney o “pupazze”, a seconda di come volete chiamarle) che si spingono nella direzione di dessert in forma liquida: una porter al cocco (Mutiny On The Bounty) una Vanilla Crème Brûlée Stout, la natalizia  Xmas Chocolate Muffin e la potente Caramel Fudge Stout: proviamola.

La birra.
Caramello e cioccolato sono i due ingredienti aggiunti ad una birra che utilizza luppoli Summit e Cascade, giusto per la cronaca. Ci sono sostanzialmente due approcci alla realizzazione di questo tipo di birre: una caratterizzazione molto delicata che apporta dei semplici dettagli arricchenti la birra, la quale rimane comunque l’indiscussa protagonista. L’altro si muove all’estremo opposto:  scompare la birra, gli ingredienti aggiunti trionfano in maniera sfacciata per stupire il bevitore che, in assenza di punti di riferimento noti, si trova spaesato nei confronti di quelli che ha nel bicchiere:  amore o odio, questione di gusti personali. Sfortunatamente, per le mie preferenze, questa Caramel Fudge Stout si colloca nella seconda categoria.
Debutta alla fine del 2015 e si presenta nel bicchiere di colore ebano scuro, con venature rossastre; la generosa testa di schiuma che si forma è cremosa e compatta ed ha un'ottima persistenza. L'aroma mette subito in evidenza la volontà di una birra che ha deciso di sacrificarsi per diventare una sorta di dessert: cioccolato al latte, gianduia e soprattutto tantissimo caramello. Dolce e zuccherino, il  risultato non brilla certo di eleganza e risulta un po' artificioso. Non ci sono ovviamente grossi cambiamenti al palato, dove questa Caramel Fudge Stout continua il suo percorso nell'abbondanza di caramello/fudge e cioccolato al latte ben riscaldati da un contenuto alcolico importanti (11.5%) che cresce man mano che la bevuta avanza e riesce in qualche modo a contrastare il dolce. L'etichetta dice "stout" ma non vi aspettate di trovare molte tostature o caffè nel bicchiere: l'amaro, che arriva a fine corsa, è sopratutto luppolato e la resina non è esattamente l'accompagnamento ideale ad un dessert.  L'incontro-scontro è evidente e lascia piuttosto perplessi, nonostante nel retrogusto arrivi un po' di cioccolato a riportare la birra (?) sui binari del dessert.
Mi trovo sinceramente in difficoltà ad esprimere un'opinione su questa Caramel Fudge Stout: il gusto personale quasi m'impedisce di descriverla oggettivamente. Se avete intenzione di bere una birra, sicuramente questa bottiglia non fa per voi; dopo un paio di sorsi, come è capitato a me, avrete probabilmente voglia di bere qualcos'altro. Se invece siete per le birre-non-birre alla Omnipollo, annotatevela sul taccuino. Non è probabilmente al livello della beerfirm svedese, ma ne può rappresentate una valida alternativa low cost.
Formato: 33 cl., alc. 11.5%, IBU 45, lotto 16.64, scad. 11/2019, pezzo indicativo 5.50/6.50 Euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia  e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

venerdì 13 maggio 2016

Brouwerij Kees Export Porter 1750

Kees! Se questa parola non vi è nuova, avete ragione: Kees Bubberman, homebrewer dal 1996  e poi birraio per sette anni (2007-2014) presso il birrificio olandese Emelisse. Nell’autunno del 2014 ha presentato le sue dimissioni per mettersi in proprio, e non ci ha messo molto a partire. Acquistato il vecchio impianto da 25 hl dagli inglesi di Magic Rock e aggiunto sei fermentatori, a febbraio 2015 ha prodotto il primo lotto di East India Porter alla nuova Brouwerij Kees!, che si trova ad una ventina di chilometri di distanza da Emelisse ed ha un potenziale annuo di circa 1800 hl.
In poco più di un anno d'attività Kees ha già alle spalle una trentina di etichette che includono un'inevitabile collaborazione con Magic Rock ed anche i primi invecchiamenti in botte. Al di là di questo, la gamma si compone di otto birre prodotte regolarmente: Double Rye IPA, Export Porter 1750, Peated Imperial Stout, East India Porter, Pale Ale Citra, Barley Wine, Just Another IPA, Session IPA, Mosaic Hop Explosion.

La birra.
Kees dichiara di essersi ispirato ad una ricetta inglese del 1750, un'interpretazione piuttosto personale visto che i luppoli utilizzati sono Fuggles e Sorachi Ace, quest'ultimo disponibile solo a partire dal 1984; l'elenco dei malti include invece Pale Ale, Caramel, Carafa 1 e Carafa 2.
Nera, forma un dito circa di schiuma nocciola un po' scomposta e grossolana, poco persistente. Al naso, di scarsa intensità, annoto tostature, carne e pelle/cuoio, un lieve salmastro e, in sottofondo, cioccolato, vaniglia e un tocco di cenere: il bouquet è tutt'altro che goloso, anche se abbastanza pulito. 
La sua consistenza è piuttosto densa, quasi masticabile, con poche bollicine ed un corpo tra il medio ed il pieno: la scorrevolezza ne risente e sin dall'ingresso appare chiaro che questa è una birra che va sorseggiata lentamente. Il gusto picchia duro, monotono, con tostature intense circondate da caffè, liquirizia ed una discreta componente etilica; il dolce (caramello, uvetta) è ridotto ai minimi termini, mentre all'opposto l'acidità portata dai malti scuri è invece piuttosto marcata. Non c'è molto movimento, non ci sono emozioni: una Imperial Porter che martella dall'inizio alla fine battendo sugli stessi tasti, senza particolare eleganza e con un livello di pulizia ampiamente migliorabile. Rilevo anche una lieve nota salmastra che richiama quella dell'aroma. In internet leggo descrizioni molto diverse di questa birra e opinioni molto positive: in verità questa bottiglia è stata da me acquistata nel 2015 appena Kees ha aperto i battenti, e dovrebbe quindi trattarsi del primo lotto prodotto. Evidentemente il birraio ha successivamente corretto il tiro sistemando il necessario: mi ripropongo quindi di tornarla ad assaggiare alla prima occasione.
Formato: 33 cl., alc. 10.5%, IBU 108, lotto e scadenza non riportati, 5.19 Euro (beershop, Germania).

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.