venerdì 3 aprile 2015

De Ranke Saison De Dottignies

Homebrewer sin agli anni ’80, Nino Bacelle ha iniziato nel 1994 a commercializzare la sua prima birra, la Guldenberg, a quel tempo prodotta presso gli impianti della Deca e venduta a nome di "Brouwerij Nino Bacelle” ; nel 1996 avviene l’incontro con un altro appassionato, Guido Devos, e dall’unione delle “forze”  nacque la Brouwerij De Ranke, operante sempre presso la Deca sino al 2005, anno in cui sono stati inaugurati gli impianti Dottignies. 
Il birrificio, pochi chilometri a sud di Kortrijk, non si trova distante dalla regione di Poperinge, nota per la coltivazione del luppolo; il nome scelto (De Ranke) fa per l’appunto riferimento ai “filari” (rank) delle piante di luppolo. Nomen omen,  De Ranke è stato tra i primi in Belgio a offrire birre “amare”, come ad esempio  la splendida XX Bitter, divenuta rapidamente la loro “flagship” beer: quasi la totalità dei luppoli  utilizzati proviene da un coltivatore di Warneton, vicino a Poperinge. 
Nel 2009 Nino vuole realizzare una birra per celebrare il quindicesimo compleanno della sua attività da birraio professionista che, se non erro, coincideva  anche con il quindicesimo compleanno della “Heerlijk Obiectief Proeven”, un’associazione di homebrewers e di birrofili dei quali faceva parte. Si tratta di una Saison abbondantemente luppolata con Brewer’s Gold, Challenger,  Saaz e Mittelfruh, con un dry-hopping di ottanta chili di fiori freschi raccolti un paio di giorni prima del loro utilizzo che, a detta dei birrai, “ha riempito con i suoi profumi l’aria di Dottignies per almeno due giorni”. La birra viene chiamata Hop Flower Power, e da quanto ho capito si è trattato di una “one shot” mai più replicata, anche se ogni tanto ne spunta in giro una qualche bottiglia che, a cinque anni dalla produzione, sarà sicuramente fantastica. 
La Hop Flower Power viene in seguito leggermente rivisitata per dare poi forma alla Saison de Dottignies; la nuove birra di De Ranke debutta allo Zythos Bier Festival del 2010, per poi arrivare anche in anteprima (o quasi)  in Italia  al Villaggio della Birra dello stesso anno: qui trovate il video della sua degustazione, condotta da Kuaska, Ben Vinken e Schigi. In perfetto stile belga, il sito ufficiale del birrificio non è più aggiornato dal 2010 e la birra ancora non figura tra quelle prodotte. 
La sua ricetta prevede malti Pils e Pale Ale, luppoli Challenger, Brewers Gold, Hallertau Mittelfruh e Styrian Goldings. 
Nel bicchiere è di un bel color dorato carico, velato, sul quale si forma una bianchissima testa di schiuma, compatta e cremosa, molto persistente. Il naso è molto fresco, regalando l’impressione, tra i forti sentori erbacei e quelli floreali, di trovarsi nel bel mezzo della campagna, dove splende forte il sole: sono i profumi mediterranei degli agrumi (limone, mandarino) a comunicarcelo. Più in sottofondo qualche leggera nota di miele, e una delicata speziatura (pepe). In bocca c’è una gran bella intensità, per una saison dalla gradazione alcolica del 5.5%: un sottofondo dolce dato dalla crosta di pane, dal miele e dalla frutta gialla è a supporto di una generosa luppolatura,  che assume subito il colore verde dell’erba appena tagliata, un po’ pepata e terrosa, con una suggestione di tè verde. L’amaro, protagonista assoluto anche del retrogusto, è intenso ma molto elegante, senza mai raschiare o saturare il palato: la bevuta è quindi agilissima, grazie ad una carbonazione sostenuta ed al giusto grado di acquosità.
Un'interpretazione dello stile abbastanza particolare e piuttosto spinta sull'amaro, una saison profumatissima e molto pulita in bocca con un bel taglio finale secco che disseta e ri-asseta al tempo stesso, obbligando ad accelerare la frequenza dei sorsi: formato da 33 insufficiente, decisamente meglio procurasene una da 75.
Formato: 33 cl., alc. 5.5%, lotto B87T11, scad. 19/12/2018, pagata 3.00 Euro (beershop, Italia)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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