venerdì 25 novembre 2016

Tennents India Pale Ale,Tennents Super & Tennents Scotch Ale

La storia del marchio Tennent risale al 1740 quando Hugh Tennent fonda a Glasgow la Drygate Brewery, rilevando il birrificio che produceva ininterrottamente dal 1556 sulle rive del ruscello Molendinar e rinominandolo Wellpark Brewery. I figli di Hugh, John and Robert, continuarono il business di famiglia con il nome di J&R Tennent facendolo diventare il più grande esportatore di birra in bottiglia del Regno Unito; l’ultimo membro della famiglia a possedere il birrificio fu Hugh, pronipote del fondatore, che lo guidò dal 1827 al 1855. Fu lui ad attrezzare il birrificio per la produzione di birre a bassa fermentazione ed iniziò a commercializzare la Tennents Lager: fu un incredibile successo ed ancora oggi la birra è la lager più venduta in Scozia, con all’incirca il 60% del mercato.  Nel 1963 la J&R Tennent fu acquisita dalla Charrington United Breweries di Londra che nel 1967 si unì alla Bass dando vita al Bass Charrington Group, a quel tempo il più grande produttore di tutto il Regno Unito. Nel 2000 il gruppo passò nelle mani di Interbrew, dal 2008 divenuta Anheuser-Busch InBev. 52 miliardi di dollari la cifra che Interbrew aveva sborsato per acquistare Anheuser-Busch: la necessità di ridurre il debito la porta ad elaborare un piano strategico di dismissione assets e marchi. Il  27 agosto 2009 AB-InBev cede per 180 milioni di sterline  il marchio Tennents e la Wellpark Brewery di Glasgow al gruppo irlandese C&C; l'accordo comprende anche la cessione dei diritti per la distribuzione dei marchi  Budweiser, Beck's e  Stella Artois in Irlanda e in Scozia. 
La Wellpark Brewery, dove ancora oggi vengono prodotte quasi tutte le Tennents, viene rinominata Tennent Caledonian; tra i marchi posseduti dal gruppo C&C di Dublino ricordo il sidro Magners, le birre Caledonia Best ed Heverlee. 
Ammetto di non aver mai bevuto in vita mia una Tennent: non per snobismo, semplicemente non mi è mai capitata l’occasione neppure quando la birra per me era solo quella industriale. Apprendo quindi ora con sorpresa che le Tennent non sono tutte uguali: una in particolare, la diffusissima Tennent’s Super, pare sia stata esclusa dal passaggio di consegne avvenuto nel 2009 tra AB-InBev e C&C; questo marchio è infatti rimasto di proprietà AB-InBev e, come riportato in etichetta, non viene prodotta in Scozia ma in Inghilterra.

Pongo quindi oggi rimedio alla mia mancanza recuperando terreno e stappandone ben tre. Partiamo dalla ultima nata in casa Tennent’s, e parliamo del birrificio scozzese. Tennent’s IPA, disponibile in Italia dallo scorso febbraio e realizzata per cavalcare la diffusione di quello stile che la craft beer revolution ha reso così popolare. Perfettamente limpida, ambrata, genera un cappello di schiuma biancastro compatto e molto persistente. L’etichetta recita “rich aroma” ma in verità il naso è quasi assente: profumi dolciastri di caramello, qualche accenno floreale e di “luppolo vecchio”. Il gusto recupera in intensità ma non in gradevolezza: la bevuta inizia e prosegue dolce di caramello e biscotto, toffee, esteri fruttati che richiamano quasi la ciliegia. Dalla dolcezza si passa bruscamente all’amaro, con una chiusura sgraziata e poco gradevole che mette insieme note terrose, erbacee e di frutta secca; la percezione dell’alcool rispecchia quanto dichiarato in etichetta (6.2%), il palato rimane sempre avvolto da una patina dolciastra che va a caratterizzare anche il retrogusto. Non è una birra disastrosa, alla fine forse è appena meglio di altre IPA industriali (Ceres, Poretti ?) ma se volete bere bene andate a cercare altrove. Inizia dolce, lieve intermezzo amaro, ritorna il dolce: questa in poche parole la descrizione della Tennent’s IPA.

Passiamo alla Tennent’s Super Strong Lager, una vera delizia per chi vuole ubriacarsi in fretta spendendo poco più di un euro per la bottiglia/lattina da 33 cl.  Come detto sopra, questa birra non è prodotta in Scozia dalla Tennent Caledonian ma è rimasta di proprietà AB-InBev. Nel bicchiere si presenta di color oro antico, perfettamente limpida e con un bel cappello di schiuma bianca, cremosa e dalla discreta persistenza. L’aroma, di discreta intensità, affianca qualche nota di cereale al dolce del caramello;  alcool, esteri fruttati, qualche leggera puzzetta da “colpo di luce”, forse granoturco/mais. Il peggio tuttavia deve ancora arrivare: il palato è invaso da una massa dolciastra ed alcolica di caramello/toffee, forse miele, con una chiusura amaricante terrosa appena accennata ma sufficiente da risultare terribilmente sgradevole. L’alcool si sente proprio tutto, senza nessuno sconto:  forse una delle birre peggiori (escludendo quelle difettate) che mi siano mai capitate nel bicchiere. Affrontabile a temperatura frigo, assolutamente improponibile appena s’avvicina alla temperatura ambiente: impossibile (per me) andare oltre un paio di sorsi.

Di livello indiscutibilmente superiore è invece la Tennents Scotch Ale: dimenticate AB-InBev, qui torniamo in Scozia. E’ di un bel color ambra carico, limpido ed accesso da intensi riflessi rosso rubino: la schiuma è leggermente "sporca", cremosa ed ha una discreta persistenza. L'aroma non è tuttavia la sua caratteristica principale: quasi assente, a fatica si scorgono profumi di caramello, ciliegia e frutti rossi dolci. Con poche bollicine al palato è morbida e scorre piuttosto bene, risultando forse un po' leggera per la propria gradazione alcolica (9%). Biscotto, caramello, frutta sotto spirito (ciliegia, prugna, uvetta) caratterizzano un gusto che non è particolarmente intenso ma ha tuttavia un senso compiuto e non risulta affatto sgradevole. L'intensità non è di certo elevata, l'alcool è morbido e ben amalgamato con i sapori, contrariamente alla Tennents Super: nel finale la componente etilica spinge sull'acceleratore risultando meno morbida ma risultando efficace nel asciugare un po' il dolce della birra. Costa circa il doppio rispetto alla Super ma se proprio volete bere una Tennents almeno mettete nel carrello della spesa questa.
Ricapitolando: assolutamente inutile la Tennents IPA, senza infamia e senza lode la Scotch Ale. Per quel che riguarda la Super, la bottiglia da me bevuta non la augurerei neppure al mio peggior nemico.

Nel dettaglio:
Tennent's India Pale Ale,  formato 33 cl., alc. 6,0%, lotto L6082, scad. 30/06/2017, 2.29 Euro.
Tennents Super, formato 33 cl., alc. 9,0% , lotto L6 100MK, scad. 01/10/2017, 1.29 Euro.
Tennents Scotch Ale,  formato 33 cl., alc. 9,0%, lotto L5279, scad.  31/01/2017, 2.09 Euro.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

6 commenti:

  1. Anch'io ho assagiato per la prima volta la Super Strong recentemente. Ero a Milano, in stazione Rogoredo e avevo a disposizione solo questa o la Corona. Scelgo la Tennent's ma dopo il primo sorso ho mollato, lo ho regalata a un punk che passava.Imbevibile. Semplicemente imbevibile.

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  2. La tennent's è la migliore birra che abbia mai bevuto...è da 30 anni che bevo birre e ne ho bevute di tutti i tipi e paesi..da quelle italiane, utili per lavarsi i piedi, a quelle belghe d'abbazia (niente male)....ma la Tennent's, rimane sempre,e comunque, di gran lunga, la migliore.

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    1. "da quelle italiane, utili per lavarsi i piedi" ecco da questo si dimostra che non hai mai bevuto un cazzo in vita tua in realtà.

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    2. Quoto Adriano in tutto

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