mercoledì 20 dicembre 2017

Põhjala Jõuluöö

Secondo episodio delle birre di Natale 2017; restiamo al nord e da Oslo, dov’eravamo ieri, spostiamoci virtualmente ad est a Tallinn in Estonia dove ha sede il birrificio Põhjala che abbiamo già incontrato sul blog in diverse occasioni. Quella fondata nel 2014 da Enn Parel e Peter Keek è una realtà in forte ascesa guidata in sala cottura dallo scozzese Chris Pilkington che oggi coordina un team di birrai provenienti da varie nazioni. 
Põhjala produce oggi mezzo milione di ettolitri l’anno grazie all’aggiunta di numerosi fermentatori alimentati da un impianto da 12 ettolitri che produce ormai senza sosta; per soddisfare tutte le richieste del mercato il birrificio ha già avviato un piano di espansione da 4 milioni di dollari che diventerà operativo – pare – nella seconda metà del 2018.   Il nuovo impianto verrà installato nel quartiere di Kalamaja all’interno di una fabbrica dismessa nella quale venivano un tempo prodotti dei sottomarini e nella quale troverà ovviamente posto anche una taproom. 
Põhjala ha costruito buona parte del suo successo grazie a birre “scure” (stout e porter, spesso imperializzate e anche invecchiate in botte) e anche la sua proposta natalizia, che debuttò nel 2016, prosegue in questa direzione.

La birra.
Jõuluöö, ovvero “la sera di Natale”: questo il nome scelto da Põhjala per una imperial porter necessaria a riscaldare le fredde notti di Tallin, magari dopo una giornata passata tra i vicoli del centro storico medievale che ospita anche l’immancabile mercatino natalizio. La sua etichetta richiama, con il classico minimalismo del birrificio estone, le luci di natale.  La ricetta prevede malti Munich, Cara pale, Carafa T-2 Special, Pale Chocolate, Cara 150, Chocolate  e Chocolate wheat, avena e lattosio; i luppoli utilizzati sono Magnum e First Gold. Alla birra vengono poi aggiunte fave di cacao, baccelli di vaniglia e chips di rovere francese. 
Nel bicchiere non è nera ma poco ci manca e forma una bella testa di schiuma cremosa e compatta dalla buona persistenza. L’aroma è piuttosto sottotono: non c’è quella festa golosa che gli ingredienti utilizzati suggerirebbero e l’intensità è davvero modesta. Si avvertono tuttavia vaniglia e liquirizia, legno, qualche nota speziata che richiama cardamomo e anice. Fortunatamente al palato c’è un netto miglioramento, a partire dal mouthfeel:  corpo medio, poche bollicine, una bevuta morbida anche senza eccedere in consistenze particolarmente cremose o oleose. Caramello, liquirizia, vaniglia e marshmallow danno il via ad una imperial porter dolce che vira progressivamente verso l’amaro della polvere di cacao, del caffè e del torrefatto. La pulizia non è eccelsa ma nel complesso c’è un gusto gradevole e soddisfacente, intenso anche se non troppo preciso e definito. L’alcool (8%) è secondo me fin troppo nascosto: la facilità di bevuta ne trae beneficio ma ci vorrebbe un po’ più di calore – e di emozione – per scaldare la notte della vigilia di Natale.
Birra un po’ scolastica anche nelle sue imprecisioni ma comunque buona, bilanciata e fatta con creanza, ovvero ben lontana da quelle odiate/amate birre-dessert. 
Formato: 33 cl., alc. 8%, IBU 40, lotto 531, scad. 10/12/2018, prezzo indicativo 6.00 euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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