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giovedì 2 febbraio 2017

Kaiserdom Dark Lager

Del più grande birrificio di Bamberga, Kaiserdom Privatbrauerei, avevamo già parlato qualche mese fa;  200.000 circa gli ettolitri prodotti ogni anno, geograficamente nel sobborgo di Gaustadt, fondato nel 1718 negli edifici un tempo di proprietà del monastero benedettino di St. Michelsberg, che concesse a Georg Morg il permesso di produrre e vendere birra.  Agli inizi del 1900 il birrificio prese il nome di Müller’sche Brauerei zu Gaustadt in quanto di proprietà di Anton Müller, una delle cui quattro figlie sposò nel 1910 Georg Wörner, che così diventò co-proprietario del birrificio che più tardi cambiò il proprio nome in Brauerei Wörner e, in seguito, in BürgerBräu Gaustadt; nel 1953 il passaggio del testimone ai figli Theodor and Ludwig che negli anni ’60 iniziarono i lavori di costruzione della nuova sede di un birrificio ormai impossibilitato ad aumentare la propria capacità produttiva nei locali in cui si trovava. L’inaugurazione avvenne nel 1969. In seguito all’annessione di Gaustadt in Bamberga (1972) il birrificio iniziò ad utilizzare i simboli della città per le proprie birre, lanciando nel 1976 la Kaiserdom Pilsener, dedicata al duomo ovvero al Bamberger Kaiserdom Sankt Peter und Sankt. Nel 1978 l’improvvisa morte di Ludwig Wörner costrinse il figlio Georg ad abbandonare i propri studi all’università di Weihenstephan per raccoglierne il testimone; il successo delle birre "dedicate" al duomo di Bamberga convince la proprietà a modificare il nome del birrificio, nel 1983, da BuergerBrau a Kaiserdom, con il fatturato dell'export (Europa ed anche Asia) che inizia ad avere una rilevanza sempre più importante. Kaiserdom, Domfürsten, Alt-Bamberg e Bürgerbräu Bamberg sono i principali marchi prodotti da un birrificio rispettoso della tradizione tedesca che, se non erro, non produce nessuna rauchbier, la tipica "birra affumicata" di Bamberga.

La birra. 
Due le generose lattine da un litro che ogni tanto appaiono in qualche discount italiano ad un prezzo di circa 2 euro. Dopo la  Kellerbier assaggiata in questa occasione, è il momento di stappare la Kaiserdom Dark Lager. 
Esteticamente inappuntabile, colora il bicchiere di ebano scurissimo con una solida testa di schiuma color cappuccino, fine e cremosa, dall’ottima persistenza. Pane nero, pumpernickel e caramello formano un aroma che non  brilla di fragranza ma che mostra una buona intensità, per i dettami dello stile. In questo senso il gusto fa forse un mezzo passo indietro, evidenziando qualche passaggio un po’ troppo acquoso che tutta via non pregiudica la gradevolezza di una bevuta basata su caramello, pane nero appena tostato e, nel finale, persino un accenno di caffè. La scorrevolezza è tipicamente tedesca, ovvero elevata, con poche bollicine ed un corpo leggero.  C’è giusto una leggerissima nota metallica in bocca, mentre il retrogusto, abbastanza corto, ripropone le delicate tostature del pane.  La fragranza non è la sua caratteristica principale, il livello non è all’altezza di altri piccoli produttori della Franconia ma il rapporto qualità prezzo, in Italia, direi che è assolutamente positivo. Una birra che ti accompagna senza richiedere attenzione e alla quale le si perdonano senza rancore le imprecisioni; due euro per un litro di birra nettamente superiore a quanto offrono le industriali sugli scaffali dei supermercati.
Formato: 100 cl., alc. 4.7%, lotto 125G0318, scad. 04/11/2017, prezzo indicativo 2.19 Euro (supermercato).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

giovedì 13 ottobre 2016

Kaiserdom Kellerbier

Con 200.000 ettolitri circa prodotti ogni anno  la Kaiserdom Privatbrauerei è il birrificio più grande di Bamberga, ma non esattamente quello che vi consiglierei di visitare se vi trovate nella splendida cittadina della Franconia; geograficamente nel sobborgo di Gaustadt, il birrificio esiste dal 1718 negli edifici un tempo di proprietà del monastero benedettino di St. Michelsberg, che concesse a Georg Morg il permesso di produrre e vendere birra.  
Agli inizi del 1900 il birrificio prese il nome di Müller’sche Brauerei zu Gaustadt in quanto di proprietà di Anton Müller, una delle cui quattro figlie sposò nel 1910 Georg Wörner, che così diventò co-proprietario del birrificio che più tardi cambiò il proprio nome in Brauerei Wörner e, in seguito, in BürgerBräu Gaustadt; nel 1953 il passaggio del testimone ai figli Theodor and Ludwig che negli anni ’60 iniziarono i lavori di costruzione della nuova sede di un birrificio ormai impossibilitato ad aumentare la propria capacità produttiva nei locali in cui si trovava. L’inaugurazione avvenne nel 1969. In seguito all’annessione di Gaustadt in Bamberga (1972) il birrificio iniziò ad utilizzare i simboli della città per le proprie birre, lanciando nel 1976 la Kaiserdom Pilsener, dedicata al duomo ovvero al Bamberger Kaiserdom Sankt Peter und Sankt. Nel 1978 l’improvvisa morte di Ludwig Wörner costrinse il figlio Georg ad abbandonare i propri studi all’università di Weihenstephan per raccoglierne il testimone; il successo delle birre "dedicate" al duomo di Bamberga convince la proprietà a modificare il nome del birrificio, nel 1983, da BuergerBrau a Kaiserdom, con il fatturato dell'export (Europa ed anche Asia) che inizia ad avere una rilevanza sempre più importante. Kaiserdom, Domfürsten, Alt-Bamberg e Bürgerbräu Bamberg sono i principali marchi prodotti da un birrificio rispettoso della tradizione tedesca che, se non erro, non produce nessuna rauchbier, la tipica "birra affumicata" di Bamberga; in Italia si trova qualcosa nei supermercati. 

La birra.
Kellerbier "unfiltriert", ovvero non filtrata,  recita la generosa latta da un litro: nel bicchiere è in effetti velata, dorata, e forma una compatta e cremosa testa di schiuma bianca che tuttavia svanisce abbastanza rapidamente. Aroma e gusto viaggiano a braccetto disegnando uno scenario composto soprattutto da miele e pane, con qualche lieve accenno biscottato; la pulizia c'è, ma in una birra semplice come questa è la fragranza l'elemento determinante. Purtroppo in questa Kellerbier di Kaiserdom non ce n'è, ed il risultato è  una birra bilanciata ma piatta e monocorde, facile ma altrettanto facilmente dimenticabile; chiude con una leggerissima nota amaricante erbacea, presente anche al naso. Il rapporto qualità prezzo è l'unico aspetto non negativo sul quale mi soffermerei: con poco più di due euro al litro siamo davvero vicini ai prezzi tedeschi. Se volete un litro di birra da bere assieme agli amici senza prestare molta attenzione a quello che c'è nel bicchiere, potete farci un pensiero: per quanto mediocre, il livello di questa Kellerbier di Kaiserdom è senz'altro superiore a quello delle lager industriale che trovate sugli scaffali dei supermercati. Se invece cercate in lei qualche traccia delle splendide birre che la Franconia sa regalare, è meglio che lasciate perdere.
Formato: 100 cl., alc. 4.7%, IBU 13, lotto 124G0302, scad. 03/11/2017, 2,19 Euro (supermercato, Italia).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

mercoledì 11 settembre 2013

Bürgerbräu Bamberg Weissbier

Facciamo un piccolo break dalle produzioni norvegesi per spostarci in Germania, precisamente a Bamberga; nessuna rauchbier però (lo stile che più ha reso celebra la piccola città tedesca) ma una Hefeweizen prodotta dalla Kaiserdom Privatbrauerei, che ha sede nel sobborgo di Gaustadt. E' il birrificio più grande di Bamberga, con produzione annua di circa 250.000 ettolitri, situato nei vecchi edifici della Burgerbrau, attivo dal 1718 ma completamente rinnovato e rinominato Kaiserdom nel 1986. Dal 1910 è di proprietà della famiglia Woerner. A memoria ricordiamo una discreta Alt-Bamberg Dunkel bevuta proprio a Bamberga qualche anno fa; questa Bamberg Weissbier è invece distribuita in alcuni supermercati italiani, e sebbene le Weizen siano uno stile che la bottiglia non tende particolarmente a valorizzare (provarne una alla spina, magari proprio in Germania, per credere), l'abbiamo messa nel carrello della spesa. Aspetto canonico, colore oro leggermente pallido, velato, e generosa testa di schiuma bianca, compatta, dalla buona persistenza. Aroma abbastanza scarso, banana, cereali, speziatura del lievito appena avvertibile; poca roba. Il panorama non migliora di molto in bocca; leggera ed acquosa, con una carbonazione bassa che uccide in partenza qualsiasi intenzione di riscatto. Scarsino anche il gusto, che si mantiene su binari dolci (banana matura e cereali) con un'acidità molto scarsa che non la rende neppure dissetante quanto potrebbe essere. Finisce scivolando ulteriormente nell'acquosità, lasciando il palato insoddisfatto e privo di qualsiasi retrogusto. Se non altro, costa poco. Formato: 50 cl., alc. 5%, lotto 1 4 16, scad. 09/2014, prezzo 0,79 Euro (supermercato, Italia)