venerdì 26 settembre 2014

Williams Brothers Double Joker

Il mio primo incontro con il birrificio scozzese Williams Bros. Brewing Co. lo trovate qui, e non è stato dei più entusiasmanti; a nessuno (o quasi) si nega una seconda possibilità ed eccomi di fronte alla loro Double Joker I.P.A. Di solito evito l'acquisto di IPA e Double/Imperial IPA se non trovo indicazioni sulla data d'imbottigliamento o se non riesco a risalire, in qualche modo, al loro grado di freschezza. Aiuta in questo senso avere un beershop "di fiducia", dal quale acquistate con regolarità e che può darvi indicazioni in questo senso. Sono birre (e ripeterlo non è mai abbastanza, visto che sono anche quelle - forse?- ancora più richieste) che vanno bevute fresche, entro poche settimane (pensiero ortodossa del beergeek americano) o almeno entro pochissimi mesi dal loro imbottigliamento; il discorso vale in maniera ancora maggiore per le Double IPA, più alcoliche e più luppolate, dove l'affievolirsi dei luppoli col passare dei mesi crea degli squilibri molto più forti trasformando le birre in "dolcioni" alcolici squilibrati e molto poco gradevoli.  Aggiungiamo a questo il fattore rischio della Grande Distribuzione, che notoriamente tratta le cosiddette birre "artigianali" come quelle pastorizzate o come i cartoni di acqua, senza troppo preoccuparsi di proteggerle dalla luce e dagli sbalzi  termici (calore). L'acquisto di una Double IPA in un supermercato sarebbe quindi da non fare a prescindere; ma una stanca sera d'estate dopo otto ore di lavoro passate a far la spesa tra le corsie, e la visione di birre "insolite" su uno scaffale a fianco della solita carrellata di Ainechenmorettiperonituborg possono procuravi, come nel mio caso, un attacco di immotivata euforia a spingervi all'acquisto di quello che - a mente fredda - non acquistereste mai. Metteteci anche un prezzo (2.29 Euro per trentatré centilitri) al quale non siete abituati: quante bottiglie, nei beershop, hanno come prima cifra del prezzo un numero inferiore al tre, nella migliore delle ipotesi? 
Mi ritrovo dunque nel frigorifero la versione "potenziata" della Joker Scottish IPA del birrificio di Kelliebank, Alloa; è realizzata con malti Lager, Vienna e Pale Crystal, frumento, avena e segale. 
La scelta dei luppoli cade su Southern Cross, Amarillo, Cascade, Citra e Calypso. Nel bicchiere si presenta di colore oro antico, quasi limpido: forma una buona testa di schiuma biancastra, fine, cerosa e compatta, dalla buona persistenza. Ma il vero biglietto di visita di una IPA/IIPA è l'aroma: bastano pochissimi secondi per avere un'idea di quello che ti ritroverai a bere, e del suo livello di freschezza. Purtroppo il riscontro (quasi come aprire un referto medico!) non è affatto positivo; l'aroma è tutt'altro che fresco, anche se tutto sommato pulito: caramello, marmellata d'arancia, frutta disidratata, quasi candita, qualche remoto sentore di frutta tropicale molto matura (mango). Tutto il resto non è altro che una conferma di qualcosa che sai già, senza neppure bisogno di bere: gusto molto dolce, sbilanciato, con abbondanza di marmellata d'agrumi, frutta candita e caramello (c'è anche un po' di biscotto, qui). L'amaro non morde, fa quasi fatica a contenere il dolce, alzando il capo solo nel finale: ma è un amaro poco elegante, che pesta sul vegetale, che satura subito il palato. Il passaggio dal "troppo dolce" al "cattivo amaro" è brusco, senza nessuna sfumatura; la birra è bevibile, intendiamoci, l'alcool si fa sentire quanto basta, ma una (Double) IPA fresca è ben altra cosa. Difficile quindi dare un'opinione veritiera su una birra così diversa da come dovrebbe essere: bene il prezzo ma, Grande Distribuzione, dovresti trovare il modo di trattare questi prodotti con le dovute attenzioni. Non pretendo di trovare tutte le birre in frigorifero come negli Stati Uniti (dove peraltro i "cadaveri" s'incontrano comunque), ma almeno mettete sugli scaffali delle tipologie di birre che siano un po' meno "delicate".
Formato: 33 cl.,  alc. 8.3%, IBU 65, lotto 1703 0914, scad. 09/2015, pagata 2.29 Euro (supermercato, Italia). 

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