mercoledì 22 febbraio 2017

Brekeriet Funkstarter

Torna sul blog il birrificio svedese Brekeriet, già ospitato con la Saison Sauvage e con la EKG Sour. L’azienda nasce nel 2010 come importatrice di birra per il mercato domestico e diventa nel 2012 un vero e proprio birrificio. Alla guida ci sono i fratelli Ek (Fredrik, Christian ed André) che hanno scelto di focalizzarsi esclusivamente su birre a fermentazione selvaggia, inoculando brettanomiceti e batteri. 
La produzione è partita nel 2012 a Djurslöv, dieci chilometri da Malmö con 6000 litri che sono poi divenuti 18000 nel 2013 e 36000 nel 2014. Si è reso quindi necessario un ampliamento degli impianti (20 HL)  e un trasferimento un po’ più a nord nella nuova e più ampia sede (800 mq) di Landskrona, a metà strada tra Malmö ed Helsingborg, inaugurata a settembre 2015.  Qui vengono prodotte le birre acide fermentate con saccaromiceti e brettanomiceti,  mentre la vecchia sede a Djurslöv rimane operativa sino alla fine del contratto di locazione con altri fermentatori in acciaio e botti in legno: è qui che vengono realizzate le birre che prevedono l’utilizzo di batteri. Il nuovo stabilimento ha portato anche il restyling delle etichette e l’arrivo del formato 33 centilitri, almeno per le tre birre che vengono prodotte regolarmente tutto l’anno e distribuite anche in Svezia attraverso il monopolio di Stato, il Systembolaget. Sino ad allora, Brekeriet lavorava solamente con l’export: quasi tutta Europa ma anche USA, grazie al lavoro dell’importatore Shelton Brothers i cui ordini avrebbero potuto assorbire tutta la produzione del vecchio impianto. 240.000 litri è l’obiettivo che il birrificio svedese si è prefissato per il 2017.

La birra.
Funkstarter, ovvero una “Scandinavian saison” (sic.) secondo la definizione che ne dà il birrificio: la ricetta dovrebbe includere malti Pislner, Carahell e Acidulato, farro, luppolo Magnum. Dopo la fermantazione primaria con (credo) lievito tipo Saison, quella in bottiglia avviene con brettanomiceti.
Dorata e leggermente velata, forma un generoso cappello di schiuma biancastra un po’ scomposta ma dall’ottima persistenza. Ad un anno dalla messa in bottiglia l’aroma mostra un buon equilibrio tra le note funky dei lieviti selvaggi e quelle del Saison: i profumi di fiori, pepe, arancio e di frutta tropicale (lievissimi) accompagno gli odori di sudore, cantina/granaio. 
Il gusto è invece un po’ meno interessante, soprattutto perché la componente fruttata risulta molto meno in evidenza: si parte dai malti (pane, miele) per passare quasi subito agli “off-flavors” dei brettanomiceti; di frutta ce n’è veramente pochissima, giusto nell’amaro finale, dove un po’ di scorza di limone affianca le note terrose.  Facile da bere, leggera, solletica il palato con la sua vivace carbonazione ma non ha quella grande secchezza di altre saison brettate che mi sono capitate nel bicchiere; disseta, ma una leggera patina dolce rimane sempre ad avvolgere il palato. Nel complesso c’è un buon livello di pulizia, la bevuta è gradevole ma a mio parere le manca ancora qualcosa per fare il salto qualitativo da “buona” ad “ottima”. 
Formato:  33 cl., alc. 5%, IBU 50, lotto 4 imbott. 01/2016, scad. 13/01/2021, prezzo indicativo 4.50/5.00 Euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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