lunedì 6 febbraio 2017

Yblon Hoppa

Debutta (o rinasce, dovrei dire) alla fine del 2015 il Birrificio Yblon di Ragusa; la “rinascita” per chi segue la cronaca birraria italiana è una vicenda abbastanza nota, che riassumo per chi l'avesse perduta.
Yblon, progetto dell’homebrewer Marco Gianino con i soci Antonio Frasca e Giusto Occhipinti, già operativo da poco come beerfirm, doveva infatti aprire le porte nel 2011, ma il 10 giugno di quell’anno gli impianti non ancora messi in funzione vennero sequestrati con l’accusa di “fabbricazione clandestina di birra”. All’interno di quello che a quel tempo era ancora un cantiere i soci avevano posizionato un piccolo impianto da 20 litri col quale effettuare le cotte di prova per le birre che sarebbero state prodotte in futuro.  L’agenzia di dogana di Siracusa effettuò un’ispezione trovando l’impianto principale ancora scollegato ma, insospettita dalla presenza dell’impiantino pilota, dei piccoli fermentatori in plastica e di alcune bottiglie (prodotte presso un altro birrificio), ne dispose il sequestro. 
Il legale di Yblon riuscì dopo qualche mese ad ottenere il dissequestro dei locali, ma le attrezzature rimasero confiscate per quasi due anni ad impedire il proseguimento di quella che veniva considerata un’attività illecita; ovviamente anche i lavori di costruzione furono bloccati e nel frattempo le birre prodotte come beerfirm erano scadute e quindi invendibili. 
A maggio 2015 il dal Tribunale di Ragusa assolve finalmente i titolari del birrificio Yblon in quanto “il fatto non sussiste”. Il sapore della vittoria legale fu tuttavia piuttosto amaro, come dichiarato a quel tempo da Gianino: “ci chiediamo come mai ci sono voluti due anni per arrivare a una conclusione che era già chiara il giorno del sequestro (visto che il funzionario stesso delle dogane ha confermato che non era in atto alcuna attività illecita, ma che si stavano “facendo delle prove”). E come mai il pm non ha mai acconsentito all’archiviazione del caso, salvo poi chiedere l’assoluzione al processo? Durante questi due anni il birrificio ha avuto delle perdite piuttosto rilevanti che hanno minato il futuro dell’attività. Con buone probabilità la nostra avventura non andrà avanti.” 
Fortunatamente Marco Gianino e Antonio Frasca hanno trovato la forza (e altri soci) per poter finalmente inaugurare il birrificio alla fine del 2015: quasi 300 gli ettolitri prodotti nell’anno appena concluso, con l’obiettivo di arrivare almeno a 500 nel corso del 2017.  Sono attualmente cinque le birre prodotte e caratterizzate da una parte grafica molto ben curata: la Y Blond, una robust porter chiamata Juta, la strong ale Culovra, la IPA Hoppa e la saison Timpa.

La birra.
Cono di luppolo stilizzato a diamante in etichetta ed una ricetta tutta basata su luppoli europei, nello specifico  EK Goldings, Cascade sloveno, Mandarina ed  Huell Melon: ecco la Hoppa,  IPA di Yblon. 
Il suo colore dorato è leggermente pallido e velato, sormontato da una bianchissima testa di schiuma, fine e compatta, dall’ottima persistenza.  Al naso i profumi floreali introducono quelli degli agrumi (soprattutto mandarino e limone candito) con qualche accenno erbaceo in sottofondo;  bene per quel che riguarda pulizia  ed eleganza, mentre l’intensità non è particolarmente elevata.  L’interpretazione dello stile è quello che tocca le mie corde: niente caramello, base maltata leggera con crackers e qualche accenno di miele, giusto quanto basta per supportare adeguatamente gli agrumi, in particolare quelli pasta gialla. La bevuta è secca e agile, scorre con ottima facilità grazie anche ad un finale nel quale il pedale sull’acceleratore dell’amaro viene spinto con giudizio:  scorza d’agrumi e note erbacee ripuliscono bene il palato senza mai saturarlo e lasciandolo subito pronto per un altro sorso. La birra è ben bilanciata, con una luppolatura delicata ma ben valorizzata dalla freschezza della bottiglia (dicembre 2016). 
Una IPA godibile ma nel complesso un po' carente di personalità e timida, soprattutto se confrontata con le migliori rappresentanti italiche: la pulizia e le basi ci sono, e questo è senz'altro un buon punto di partenza, ma un po' più di carattere sarebbe secondo me davvero necessario per farsi notare nel panorama nazionale che inizia ad essere piuttosto affollato. Ringrazio il birrificio per avermi inviato la bottiglia da assaggiare.
Formato: 33 cl., alc. 5.8%, IBU 55, lotto1611030, scad. 08/2017.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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