lunedì 12 giugno 2017

HOMEBREWED! Birrificio del Molino: Ride the Bastard (BA Wee Heavy) & Your Doom (Peated Imperial Stout)

Nuovo appuntamento con HOMEBREWED!,  lo spazio dedicato alle vostre produzioni casalinghe. Tocca nuovamente al birrificio casalingo marchigiano del Molino, ovvero gli homebrewers Leonardo Tufoni, Matteo Catalini e Matteo Pulcini, del quale avevo assaggiato una “Chili IPA” poco tempo fa.  Le due birre di oggi non sono esattamente quello a cui normalmente pensate per rinfrescarvi in una calda giornata estiva ma basta attendere una serata di pioggia per creare l'occasione giusta.
Partiamo dalla Ride the Bastard, una potente (13.2% ABV) Wee Heavy  invecchiata per circa cinque settimane in botte di rovere.  L’ispirazione viene ovviamente dalle muscolose interpretazioni dello stile fatte dai birrifici americani; Leonardo cita la Ride the Lion di Clown Shoes  e la Backwoods Bastard di Founders come muse ispiratrici, due birre che da amante delle Wee Heavy desiderava bere ma non riusciva a reperire in giro.  Ma dove non riesce ad arrivare lo shopping ci pensa l’homebrewing: non trovi la birra che vorresti? Fattene una simile in casa! 
Malti Maris otter, Crystal 80L e  Carafa III special, luppolo Columbus e lievito Wyeast scottish ale vengono utilizzati per una birra la  cui preparazione utilizza anche il “boil down”, ovvero la bollitura di una parte del mosto in un recipiente più piccolo sino a quando non diventa uno sciroppo per poi raggiungerlo alla pentola principale. In mancanza delle botti ex-bourbon, non semplici da reperire per un homebrewing italiano, si opta per una botte di rovere.  Questa birra si è piazzata al secondo posto nel concorso 2016 organizzato da Birrando S’Impara  e decima a quello dei Southern homebrewers.
Il suo colore è un tonaca di frate piuttosto carico con qualche venatura rossastra; la schiuma cremosa e compatta mostra un'ottima persistenza per una birra dal contenuto alcolico così elevato. Prugna, uvetta, ciliegia sotto spirito e caramello danno forma ad un naso pulito ma dall'intensità modesta che viene impreziosito da lievi note legnose. La sensazione palatale è davvero ottima: corpo quasi pieno, poche bollicine, birra viscosa e morbida che avvolge il palato. L'unico problema di quella che sarebbe un'ottima Scotch Ale è la componente etilica, molto, tanto troppo in evidenza: la bevuta è potente ma sono necessarie troppo pause tra un sorso e l'altro per riprendersi dalla "botta" etilica. Finiscono così in secondo piano il caramello e gli esteri fruttati di una bevuta piuttosto dolce che viene tuttavia molto ben bilanciata da un'ottima attenuazione e, ovviamente, dall'alcool. Un tocco di legno nel finale, una lievissima e perdonabile astringenza prima di un retrogusto etilico che brucia un po', ovvero un ruvido abbraccio.  
Questa la  valutazione su scala BJCP:  38/50 (Aroma 9/12, Aspetto 3/3, Gusto 14/20, Mouthfeel 5/5, impressione generale 7/10). 

Passiamo ora alla Your Doom, una potente (12% ABV) imperial stout prodotta con una percentuale di malto torbato. L’idea di Leonardo e dei suoi compagni di birra era di unire due stili da loro molto amati: imperial stout e birre affumicate; assaggi recenti di whiskey torbati hanno poi determinato la scelta di utilizzare un malto “peated” anziché “smoked”.  Al contrario di quanto pensassi, il nome scelto non è assolutamente un tributo a una qualche canzone di un gruppo heavy metal: è in realtà il nickname scelto da un giocatore professionista  americano di poker. Contattato da Leonardo, ha accettato di “prestare” il suo nome alla birra a patto che gliene fosse tenuta da parte una bottiglia da bere nel corso della sua prossima visita in Italia.  La ricetta parla di malti Maris otter, Vienna, Caramunich III, Aromatic, Carafa I special, Carafa III special, Peated e Roasted barley, luppolo Magnum e lievito US-05.
Nel bicchiere è nera e genera una bella testa di schiuma color nocciola, cremosa e compatta. L'alcool (12%) fa subito capolino al naso e non è supportato da un adeguata compagnia: ci sono solo delle leggere tostature, un tocco torbato e un po' di salamoia a comporre un aroma poco intenso, poco pulito e  - tocca ammetterlo - poco invitante. Anche in questa birra l'alcool è protagonista e la bevuta diventa da subito lenta e difficoltosa: peccato, perché la sensazione palatale sarebbe quella giusta, quella che manca a quasi tutte le Imperial Stout prodotte in Italia. Corpo quasi pieno, consistenza viscosa e morbida. Caramello e tostature cercano di mettere la testa fuori dall'alcool accompagnate da un tocco torbato in un gusto che non inizia male ma che non brilla di pulito. Purtroppo strada facendo c'è solo tanta monotonia e nessuna sorpresa finale; anziché la ricchezza delle tostature, del caffè o del cioccolato la chiusura vede l'alcool un avido protagonista che si porta via qualsiasi cosa e domina la scena arrivando rapidamente a saturare il palato. Questa la  valutazione su scala BJCP:  25/50 (Aroma 5/12, Aspetto 3/3, Gusto 8/20, Mouthfeel 4/5, impressione generale 5/10). 
La componente etilica è il maggior problema da risolvere per migliorare queste due ricette: va bene disegnare una birra potente ma non si deve mai perdere di vista l'equilibrio e, soprattutto la bevibilità.  La birra deve scaldare senza bruciare, la bevuta dev'essere potente ma si deve riuscire a sorseggiare con relativa facilità: eccone un esempio commerciale.  
La birra dietro all'alcool della Ride the Bastard c'è e mi sembra solida. Apprezzabile anche l'apporto dato dal passaggio in botte. Si potrebbe migliorare l'intensità dei profumi e dei sapori (malti ed esteri fruttati) portandoli davanti (e non dietro) alla componente etilica. La Your Doom, al di là del problema etilico, ha invece bisogna di una profonda revisione: manca pulizia e sopratutto manca quella ricchezza di aromi e sapori a supporto di una gradazione alcolica così importante: altrimenti è senz'altro meglio abbassare l'asticella etilica.
Ringrazio ovviamente Leonardo per avermi inviato le due bottiglie da assaggiare.

Nel dettaglio:
Your Doom, 50 cl.,  alc. 12%, imbotigliata 28/01/2017
Ride the bastard, 50 cl., alc. 13.2%, imbottigliata 31/01/2016

2 commenti:

  1. hai recensito la desperados?

    metti il tasto "cerca" nel blog.

    saluti

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    Risposte
    1. La desperados è quella aromatizzata alla tequila? No.

      il tasto cerca c'è in alto a sinistra. Da cellulare non compare, devi navigare in versione desktop.

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