giovedì 11 gennaio 2018

Wylam Remember 430 & Wylam 45:33

Altro debutto sul blog, anche questo dal Regno Unito: Wylam Brewery, microbirrificio attivo dal 2000 che nasce nel piccolo e omonimo villaggio del Northumberland inglese, ai confini con la Scozia. A fondarlo furono John Boyle e Robin Leighton, quest’ultimo un ex ufficiale di marina mercantile in pensione ed esperto homebrewers: le qualità delle sue produzioni casalinghe impressionarono Boyle, appassionato di Real Ale, al punto da spronare l’amico a tentare l’avventura tra i professionisti. La loro prima birra, la bitter Landlord’s Choice, ottenne un successo tale da costringerli a trasferirsi in breve tempo dal proprio garage ai locali presi in affitto all’interno delle South Houghton Farm a Heddon on the Wall, Wylam, dove viene installato un impianto da cinque ettolitri, che nel giro di tre anni satura la propria capacità.
Nel 2005 Leighton all’età di 63 anni muore improvvisamente a causa di un infarto e, sebbene le sue figlie decidano di rimanere in società, Boyle si trova a dover gestire il birrificio da solo: ad aiutarlo arriva il figlio Matt che, dopo alcuni tentennamenti, accetta di rientrare dalla Spagna per lavorare a fianco del padre e poi prendere il comando delle operazioni, al suo pensionamento. Il birrificio trasloca in locali più ampi nella periferia di Wylam, l’impianto viene ingrandito per permettere alla produzione di triplicare e raggiungere i 30 ettolitri l’anno.
Ma la vera svolta per Wylam avviene nel 2010 quando entrano in società Dave Stone e Rob Cameron: i due provengono dal mondo della musica, avendo organizzato per 25 anni concerti, DJ-set ed eventi a Londra, Brighton e nel nord-est dell’Inghilterra. Arrivati a cinquant’anni i due vogliono abbandonare la vita notturna per dedicare più tempo alle proprie famiglie: fondano la società Greenan Blueaye e lanciano due gastropub a Newcastle, il Town Wall e la Bridge Tavern, iniziando a collaborare con il birrificio Wylam che li rifornisce di birre. Nel 2015 la collaborazione si trasforma in una vera e propria partnership nella quale la Greenan Blueaye investe 750.000 sterline, quota di un ambizioso piano di espansione da quasi 2 milioni che si concretizza nella ristrutturazione del Palace of Arts dell’Exhibition Park di Newcastle, ultimo edificio superstite della la North East Coast Exhibition del 1929. La palazzina, che giaceva da dieci anni in uno stato di desolante abbandono, viene acquistata da Freddy e Bruce Shepherd, ex presidenti del Newcastle United Football Club, che entrano in società assieme a Wylan e Greenan Blueaye. La ristrutturazione include l’installazione di un nuovo impianto da 35 ettolitri, la costruzione di taproom con 12 spine e 6 casks, bar, beer-garden, ristorante ed un spazio per organizzare eventi, matrimoni, concerti e serate, attività nelle quali Stone e Cameron sono esperti. Il vecchio birrificio a Heddon continua ad essere utilizzato come magazzino e come impianto pilota.
Il nuovo corso Wylam, inaugurato a maggio 2016, coinvolge anche il portfolio birrario che viene rinnovato e ampliato; arrivano le lattine, che vengono ovviamente riempite con quel liquido opalescente amato dai beergeeks chiamato New England IPA.
 
Le birre.
Partiamo da un’American Pale Ale che ci riporta indietro nel tempo al Twin Peaks di David Lynch, conclusosi con la frase: ricorda 430. Richard e Linda. Due piccioni, una fava. L’etichetta ripropone, sebbene in colori diversi, il pattern grafico del pavimento della Loggia Nera. Avena, frumento e destrine hanno il compito di renderla opalescente e di donarle un mouthfeel “cremoso”, mentre il doppio dry-hopping di Citra e Mosaic quello di renderla “juicy”.
All’aspetto è di colore arancio pallido opalescente e forma un cappello di schiuma biancastra cremosa ma un po’ scomposta, dalla buona persistenza. Il naso, fresco, pulito e discretamente elegante, offre una macedonia di agrumi (arancia, mandarino e pompelmo), pesca e frutti tropicale (ananas, mango). Al palato è leggera, scorrevole e, nonostante l’uso di avena non noto un mouthfeel particolarmente ”cremoso”  o “chewy” come vorrebbe il “protocollo New England IPA”. La bevuta è piuttosto intensa ma il succo di frutta non è del tutto convincente e mostra qualche spigolosità che andrebbe limata: ci sono soprattutto agrumi, con un sottofondo dolce appena accennato di mango e ananas. L’asprezza degli agrumi la rende molto secca ma anche un po’ ruvida, l’amaro zesty ed erbaceo è abbastanza intenso ma dall’eleganza piuttosto discutibile, per non arrivando a “raschiare” il palato. Pulita e gradevole, si beve con qualche pausa di troppo e non è un complimento per una birra dal contenuto alcolico del 5.5%: godibile ma con margini di miglioramento che possano aumentarne la fruibilità.
Dal cinema passiamo alla musica con la Double IPA chiamata 45:33: i numeri sono quelli dell’omonimo disco degli LCD Soundsytem; un’unica traccia, della durata di 45 minuti e 33 secondi, commissionata dalla Nike nel 2006 al gruppo statunitense come “colonna sonora” per la corsa. La strobosfera in etichetta è un altro riferimento al gruppo guidato da James Murphy. Il birrificio la descrive come una “multispeed Double IPA prodotta con dosi psichedeliche di luppolina Cryo: Amarillo, Citra e Chinook”. Anche lei è ovviamente opalescente e il suo color arancio pallido è sormontato da un piccolo cappello di schiuma biancastra che svanisce piuttosto rapidamente. Il naso è fresco e dolce, ricco di mango e pesca, ananas, frutto della passione; in secondo piano un lieve “dank”, poi arancia e pompelmo. A voler essere precisi anche in questo il mouthfeel non è così cremoso come ci si aspetterebbe da una NEIPA, ma non è un grosso problema: il gusto segue l’aroma con buona corrispondenza anche se con intensità leggermente inferiore. Si avverte un timida presenza maltata (crackers) ma è la dolce frutta tropicale a guadagnarsi subito il palcoscenico; l’amaro, resinoso e pungente, è di buona intensità e di breve durata, chiudendo la bevuta con eleganza. L’alcool apporta senza eccedere un discreto tepore giusto per avvertire che nel bicchiere c’è una Double IPA pericolosa, la cui facilità di bevuta non è tuttavia elevatissima: anziché berla, si sorseggia con discreta frequenza. Pulita e fresca, abbastanza elegante, la 45:33 di Wylan ha ancora qualche spigolo da smussare ma non le manca molto per raggiungere gli altri birrifici inglesi che stanno cavalcando l’onda del “juicy”: non solo l’hype di Cloudwater ma anche Northern Monk, Verdant, Deya.
 Nel dettaglio:
Remember 430, formato 44 cl., alc. 5.5%, scad. 25/04/2018, prezzo indicativo 7.00 euro (beershop)
45:33 Double IPA, formato 44 cl., alc. 8.4%, scad. 30/05/2018, prezzo indicativo 8.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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