lunedì 19 febbraio 2018

PicoBrew Bomboclat

PicoBrew debutta nella primavera del 2016: a fondarlo il birraio Pietro Tognoni assieme agli amici/soci Jacopo Volontè e Milo Madia. Un picobirrificio è ancora più piccolo di un microbirrificio ma PicoBrew non è solo questo: interesse lo desta soprattutto il modo scelto per proporsi al pubblico utilizzando una sorta di “pub itinerante”. La birra viene infatti portata in giro per Milano a pedali su di una bicicletta cargo, dotata anche di un piccolo bancone. 
Tognoni inizia con l’homebrewing ai tempi del liceo, partecipa a numerosi concorsi e questa passione lo porta ad iscriversi alla facoltà di Agraria, Scienze e Tecnologie Alimentari: la birra e il "picobirrificio" sono parte della sua tesi di laurea che viene scritta mentre frequenta un periodo di tirocinio presso il Birrificio Italiano. Terminati gli studi le pentole casalinghe non bastano più e Pietro vuole trasformare il suo hobby in una professione: con i soci Volontè e Madia nasce la PicoBrew Srl che si sposta a produrre all’interno di una cascina a Cisliano (Milano) dove viene posizionato un impianto pilota professionale da 100 litri. L’idea del pub itinerante per Milano è accattivante ma il suo fascino è un po’ ridotto dal fatto che, se non erro,  la burocrazia non permette purtroppo di spillare la birra dei fusti: ci si deve accontentare delle bottiglie. L’offerta iniziale prevede la Big Up (imperial pils con bacche di Goji), la Bomboclat (Hoppy Belgian Ale), la Pull Up (Blanche) e la Schwarze Negher (ovviamente una schwarzbier) alla quale se ne sono via via aggiunte molte altre. 
Il pub si sposta a seconda degli eventi milanesi ma lo potete solitamente trovare in Alzaia Naviglio Grande e, dallo scorso ottobre, una seconda bicicletta sosta anche alle Colonne di San Lorenzo; seguite la pagina Facebook di PicoBrew se volete essere sempre aggiornati. Questo canale distributivo è ovviamente meteo-dipendente: difficile sedersi all’aperto a bere una birra nei mesi più freddi dell’anno o in caso di maltempo. Fortunatamente per PicoBrew le bottiglie e fusti sono richiesti anche da altri locali e, per far fronte all'aumento di domanda, la produzione oggi avviene principalmente sugli impianti di Serra Storta (Buscate, MI), birrificio italiano che produce unicamente per conto terzi. Il che rende tecnicamente PicoBrew una sorta di beerfirm. 
Nei progetti futuri c’è l’ulteriore ampiamento dell’offerta produttiva iniziando dalle birre acide e l’apertura di un pub vero e proprio, una dimora “fissa” che consenta di rimpiazzare le biciclette soprattutto nel periodo invernale.

La birra.
Bomboclat è un’espressione giamaicana che indica stupore e meraviglia: le stesse sensazioni, assicurano i ragazzi di PicoBrew, che proverete assaggiando questo Belgian Ale caratterizzata da una generosa ed abbondante luppolatura con varietà continentali ed americane. Sarà vero? 
All’aspetto è di un dorato leggermente velato sul quale si forma una generosa testa di schiuma pannosa, compatta e dall’ottima persistenza. Al naso c’è pulizia ed equilibrio tra esteri fruttati (banana, pera), spezie da lievito (coriandolo, pepe bianco), profumi floreali, frutta a pasta gialla e agrumi, in particolare cedro e limone. Il bouquet è espressivo e di buona intensità, preludio ad un gusto che mantiene le aspettative: è una Belgian Ale vivacemente carbonata (forse un pochino troppo) che scorre veloce senza incontrare resistenza. I malti (pane, accenni di miele) disegnano un tappeto leggero a sostegno di una bevuta fruttata che mostra buona corrispondenza con l’aroma: pesca e agrumi conquistano la scena, pera e banana rimangono nelle retrovie: una delicata speziatura amalgama le varie componenti. Si finisce con una bella secchezza e un amaro di buona intensità nel quale convivono note terrose, erbacee e zesty. 
Davvero una piacevole sorpresa questa Bomboclat, una Belgian Ale moderna e vivace che non potrà non piacere a chi ama le produzioni di De La Senne o, per restare nei nostri confini nazionali, Extraomnes. Il Belgio è sempre un banco di prova impegnativo per un birraio e qui il lievito lavora bene, con pulizia ed espressività: si potrebbe osare ancora qualcosa in più per quel che riguarda l’intensità, ma già così il risultato è ampiamente soddisfacente, dissetante e rinfrescante.
Formato 33 cl., alc. 5.0%, lotto 146 17, scad. 01/12/2018, prezzo indicativo 4.00-4.50 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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