venerdì 13 marzo 2020

Oskar Blues Barrel-Aged Jefe’s Horchata

The Darkest Day, il giorno più buio: con questo evento il birrificio americano Oskar Blues  celebrava il solstizio d’inverno 2018. La festa si tenne il 21 dicembre alle taproom degli impianti di Boulder e Longmont, in Colorado,  e per l’occasione vennero rivelate al pubblico cinque nuove imperial stout invecchiate in botti ex-bourbon. Si trattava di due birre nuove e di tre varianti di Ten Fidy, l’imperial stout della casa che già ogni anno viene messa in vendita nell’edizione Barrel Aged.
Le prime due sono la Jefe’s Horchata  (con aggiunta di vaniglia e cannella) e la Santa’s Beer Breath (menta e cacao); le varianti di Ten Fidy sono invece la Chocolate Hazelnut Praline Barrel-Aged (con aggiunta di cioccolato e nocciola, per ricordare una  ganache belga), la Hot Buttered Rum Barrel-Aged (doppio passaggio in botti ex-bourbon ed ex rum) e la Salted Caramel Barrel-Aged.
Andiamo in dettaglio sulla Jefe’s Horchata Barrel-Aged Imperial Stout (12.8%), una ricetta elaborata in collaborazione con Jefe’s Tacos & Tequila,  ristornate messicano in tacos e tequila bar di di Longmont.  L’idea è quella di replicare una delle infinite varianti di Agua Fresca, un infuso analcolico realizzato  con acqua fresca e frutta, verdura, fiori, cereali o altri ingredienti che viene anche bevuto durante i pasti per aiutare il palato a contrastare il piccante della cucina messicana. Nello specifico si tratta di una variante con vaniglia e cannella che, se prodotta con riso e latte, viene chiamata El Agua de Horchata.

La birra. 
La deriva “pastry” rende oggi davvero difficile sapere cosa aspettarsi da un’imperial stout prodotta con vaniglia e cannella: i due ingredienti possono essere usati in maniera educata ed intelligente oppure smodata per cercare di emulare una sorta di dessert o, nella peggiore delle ipotesi, una merendina. In questo caso mi fido della reputazione del produttore Oskar Blues e decido di tentare la sorte. 
Nel bicchiere è nera, la schiuma è cremosa, compatta ed ha ottima ritenzione.  Se conoscete bene Ten FIdy, l’imperial stout di casa Oskar Blues, l’aroma vi risulterà piuttosto familiare: fruit cake, cioccolato, accenni di torrefatto e di legno. In questo caso s’aggiungono profumi di vaniglia, bourbon e accenni di cannella, questi ultimi molto lievi. Un bene, per chi come me non la ama troppo. Corpo medio-pieno, consistenza oleosa, qualche bollicina di troppo: il mouthfeel è gradevole, la birra è densa ma non particolarmente morbida: a voler essere pignoli si potrebbe fare di meglio. Al palato c’è grande coerenza con l’aroma: pulizia, intensità ed equilibrio non mancano. Bourbon, vaniglia, prugna disidratata e uvetta, fruit cake iniziano un percorso dolce che viene progressivamente bilanciato dall’amaro del cioccolato, da qualche richiamo di caffè. Il passaggio in botte è particolarmente evidente nella seconda parte di una bevuta che termina molto calda e avvolgente, asciugata dalla componente etilica e dai tannini. Ottima.
Chi ama le pastry resterà un po’ deluso, chi ama la birra può dormire sonni tranquilli; nella Jefe’s Horchata di Oskar Blues vaniglia e cannella sono usate con intelligenza e parsimonia ed il risultato è assolutamente gratificante. 
Formato 56,8 cl., alc. 12.8%, lotto 12/12/2018, prezzo indicativo 13-18 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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