lunedì 11 maggio 2020

Dark Horse Scotty Karate Scotch Ale - Bourbon Barrel Aged 2016


Il birrificio del Michigan Dark Horse è transitato sul blog più di una volta: la distanza geografica non mi permette ovviamente di berlo con regolarità ma tutte le volte che sono riuscito a farlo non sono mai  rimasto deluso, soprattutto per quel che riguarda le birre “scure”. Nel 1997 Bob Morse ed il figlio Aaron avevano riconvertito una vecchia stazione di rifornimento in disuso prima in un brewppub dallo scarso successo e dopo tre anni in un microbirrificio: spente le cucine, il birraio Brian Wiggs affiancava l’ex-homebrewer Aaron e per Dark Horse era l’inizio del successo e delle difficoltà di non poter soddisfare la richiesta dei clienti.  Nel terreno di proprietà adiacente alla taproom la famiglia Morse aggiunse un piccolo capanno/negozio dove comprare il merchandising del birrificio, uno studio di tatuaggi ed un negozio di skateboard, tutti distrutti in un incendio (doloso, pare) nel 2010. Vennero ricostruiti in un paio di mesi e furono affiancati da un General Store dove acquistare caffè, gelati e biscotti e da un’officina per riparare le motociclette.  La famiglia Aaron aveva creato una specie di mini centro commerciale, piuttosto rustico, dove la gente poteva trascorrere un’intera giornata sorseggiando le birre ai tavoli del beer-garden ed assistere anche a qualche concerto. La taproom diventò una piccola comunità frequentata da bikers che avevano la propria tazza personale appesa al soffitto e nel 2014 il canale History Channel aveva persino messo in onda la prima puntata di un reality show ambientato all’interno del birrificio, chiamato Dark Horse Nation
Fin qui tutto bene: ma il mercato della birra artigianale negli Stati Uniti è estremamente dinamico e tutti i birrifici storici sono andati, chi più chi meno, in difficoltà. Alla Dark Horse non hanno mai voluto seguire le mode e hanno continuato a fare le solite birre che hanno evidentemente perso attrattiva verso i clienti: anche le prime lattine sono arrivate con molto ritardo. Questi fattori, oltre ad evidenti errori nel management, portarono all’impressionante crollo dei volumi (-59%) con il quale si concluse il 2018. Aaron disse che importanti lavori di ristrutturazione e di ampliamento avevano portato a frequenti interruzioni della produzione, ma tra i forum degli appassionati iniziarono a circolare le prime voci che parlavano di problemi finanziari e conseguenti difficoltà nel pagare i fornitori delle materie prime come causa principale dei bassi volumi prodotti. Le conferme arrivarono nel settembre del 2019 quando i documenti di una causa legale della Chemical Bank rivelarono che Dark Horse doveva 12.000 dollari di tasse alla contea di Marshall e, soprattutto, era in arretrato di 1,5 milioni di dollari nei pagamenti delle rate del mutuo firmato nel 2007. 
Agli Aaron non restava che fallire o trovare le necessarie risorse finanziarie che arrivarono dal birrificio Roak Brewing fondato nel 2015 da John Leone; le dichiarazioni ufficiali parlarono di una “fusione” tra i due birrifici ma ovviamente ad Aaron Morse fu concesso solo di avere una percentuale di minoranza di quella nuova società nata lo scorso  febbraio 2020 e chiamata Michigan Brewers Union. Per rilanciare il marchio Dark Horse John Leone ha recentemente reclutato Adam Lambert, uomo con esperienza ventennale nel Sales & Marketing di Virtue Cider, New Holland, Dogfish Head, Rogue Ales e SLO Brew; negli ultimi diciotto mesi aveva lavorato come Chief Revenue Officer per la BrewDog USA. Dark Horse e Roak avrebbero una capacità complessiva  di circa 50.000 ettolitri all’anno ciascuno ma la sfruttano per un quarto: “il primo obiettivo – dice Lambert – è di arrivare cumulativamente a circa 14.000 ettolitri l’anno e pian piano avvicinarci a quota 23.000. Abbiamo molta capacità produttiva che non sfruttiamo ma io non sono un mago; non è più come in passato, oggi non è facile crescere rapidamente. Dark Horse era un birrificio molto innovativo ma si è poi fermato, la priorità dev’essere quella di ricostruire l’immagine del marchio”.  Il primo passo sarà probabilmente l’abbandono delle storiche etichette fatte in casa dagli Aaron ed il completo restyling affidato allo studio Ebbing Branding & Design. Attualmente la taproom/ristorante è l’unica cosa rimasta  aperta del piccolo complesso commerciale che gli Aaron avevano creato a Marshall: bottega, tatuaggi e officina motociclette sono già stati chiusi.


La birra.
Scotty Karate è la potente (9.75%) Wee Heavy che Dark Horse ha dedicato al musicista e concittadino Scotty Karate, un “one man band” nato a Marshall: la ricetta di questa birra prevede una piccola percentuale di malto affumicato su legno di ciliegio. Nel 2016 per celebrarne il decimo compleanno veniva messa in vendita la sua versione Bourbon Barrel Aged: il suo debutto avvenne sabato 12 marzo alla taproom, 576 casse prodotte e un prezzo di vendita in loco di 16,99 dollari per il 4 pack o 100 dollari per la cassa da  24 bottiglie. 
Il suo splendido color ambrato è acceso da intensi riflessi rossasti; la schiuma è cremosa ma di dimensioni piuttosto modeste, così come la ritenzione. C’è un bel naso ricco e caldo di bourbon, uvetta e prugna disidratata, note di vaniglia e vino fortificato, melassa, caramello bruciato, ciliegia. Il mouthfeel conferma le impressioni positive: birra dal corpo pieno, morbida, avvolge tutto il palato in modo perfetto. La bevuta prosegue nella stessa direzione con  caramello, melassa e frutta sotto spirito, accenni biscottati, di vaniglia e vino fortificato: è una Wee Heavy dal contenuto alcolico ragguardevole (quasi 10%) ma si beve con una facilità impressionante. Alcool e bourbon sono dosati con grande maestria e si fanno sentire quasi solo alla fine del percorso. Gran bell’uso della botte che in questo caso non è protagonista ma va solo ad impreziosire quella che di per sé era già un’ottima base: gli anni in cantina l’hanno ammorbidita al punto giusto. 
Birra sensuale e suadente, pulita, elegante e pericolosa: il futuro del birrificio e del marchio Dark Horse è abbastanza incerto e bisognerà vedere quale direzione la nuova proprietà vorrà prendere. Sarebbe in ogni caso un peccato se ottime birre come questa e l'Imperial Stout Plead The 5th scomparissero per sempre.
Formato 35,5 cl., alc. 9,75%, IBU 26, lotto 03/2016, prezzo indicativo 7,00-8,00 euro (beershop)

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