lunedì 29 giugno 2020

Oskar Blues / Cigar City Barrel Aged Bamburana


Il 2019 si è chiuso in maniera piuttosto positiva per la CANarchy Craft Brewery Collective, una sorta di “ombrello sinergico” che dal 2015  racchiude al suo interno Oskar Blues, Perrin, Cigar City, Squatters,  Wasatch, Deep Ellum e Three Weavers. Il progetto è stato parzialmente finanziato dall’equity firm  Fireman Capital Partners  e sforma circa 480.000 barili di birra, un bel +14% rispetto al 2018. La crescita è stata spinta soprattutto dal successo dell’Hard Seltzer Wild Basin Boozy Water di Oskar Blues e dall’introduzione di alcune confezioni miste di birre di Cigar City e Oskar Blues, nonché del CANarchy IPA pack, una selezione di dodici IPA in lattina prodotte da Oskar Blues, Cigar City, Three Weavers e Deep Ellum. Nell’ambito del mercato craft, la Jai Alai IPA di Cigar City è il secondo 6 pack in lattina più venduto negli Stati Uniti con un aumento di vendite del 41%., mentre il 6 pack di Dale’s Pale Ale di Oskar Blues si trova in quarta posizione. 
Alquanto curiosamente i birrifici che fanno parte del progetto CANarchy non avevano mai collaborato tra di loro, limitandosi ad altre tipologie di sinergie commerciali. E’ soltanto nel gennaio del 2019 che Oskar Blues e Cigar City hanno potuto annunciare la prima collaborazione in lattina tra  due membri del CANarachy:   Bamburana, una massiccia imperial stout prodotta con aggiunta di fichi e datteri ed invecchiata in botti che avevano in precedenza contenuto whiskey e brandy; prima del confezionamento c’è stata una successiva maturazione in tank dove sono state aggiunte spirali di Amburana, un legno tipico del Sud America col quale vengono assemblati barili comunemente utilizzati per la produzione di cachaça, acquavite brasiliana ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero. L’idea di Tim Matthews, Head of Brewing Operations di Oskar Blues e Wayne Wambles, birraio di Cigar City, era di “imitare i sapori di un biscotto al pan di zenzero ripieno di fichi; abbiamo passato molto tempo e selezionare le giuste tipologie di fichi e datteri per dare anche alla birra quella leggera appiccicosità che potesse contrastare le note ruvide del legno Amburana”. 
Entrambi i birrifici sono noti per le loro imperial stout barricate di successo, come le varianti di Ten Fidy prodotte in Colorado e quelle di Marshal Zhukov e Hunahpu in Florida. 

La birra. 
 Molto prossima al nero, forma una testa di schiuma molto “abbronzata” e un po’ scomposta ma dalla discreta persistenza. L’aroma è in parte spiazzante: oltre alla rassicurante presenza di fichi, datteri, uvetta e distillato c’è un mix di spezie non ben identificato che richiama zenzero, cannella e cardamomo. C’è anche una netta nota affumicata e qualche richiamo al rabarbaro. Il naso è comunque avvolgente e riscalda con i suoi ricordi di whiskey e brandy.  Un eccesso di bollicine compromette quella che dovrebbe essere una birra morbida e piena, da sorseggiare con calma sul divano:  agitare il bicchiere aiuta ma non risolve del tutto il problema. La bevuta è dolce di melassa e caramello, liquirizia, cioccolato e frutta sotto spirito: alcool (12.2%), delicate tostature e note legnose riportano la livella in equilibrio prima di un finale caldo, piuttosto etilico, nel quale i distillati sposano qualche goccia di cioccolato e un filo di fumo.  E’ una birra interessante che lascia inizialmente un po’ spiazzati ma che riesce pian piano a conquistare chi ha il bicchiere in mano: un’imperial stout leggermente speziata in maniera abbastanza poco tradizionale, immagino per effetto del legno Amburana. Peccato per l’eccesso di bollicine: il risultato è positivo ma poteva essere migliore.
Formato 35,5 cl., alc. 12,2%, imbott. 10/01/2019, prezzo indicativo 7,00-8,00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

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