giovedì 7 febbraio 2019

Oskar Blues Ten FIDY vs Ten FIDY Bourbon Barrel Aged


Il birrificio del Colorado Oskar Blues è già transitato sul blog in diverse occasioni;  inaugurato come brewpub a Lyons nel 1997 da Dale Katechis e sua moglie Christi, Oskar Blues è oggi divenuto uno dei maggiori produttori artigianali degli Stati Uniti grazie a numerose espansioni. Dale’s Pale Ale fu (molto probabilmente) la prima birra artigianale americana in lattina: era il 2002 e il birrificio produceva 840 ettolitri all’anno. Da allora Oskar ha utilizzato esclusivamente quel contenitore: nel 2011 gli ettolitri erano già diventati 70.000, salendo a 170.000 nel 2013 e superando quota 200.000 nel 2017. Al brewpub di Lyon (contea di Boulder, 45 spine operative) si sono affiancati nel 2008 il birrificio di Longmont (Colorado) con relativa taproom,  nel 2012 quello di Brevard (Carolina del Nord) e nel 2016 il brewpub di Austin, Colorado. Nel 2015 il birrificio è confluito nella società CANarachy, con Fireman Capital Partners come azionista di maggioranza, assieme a Cigar City Brewing, Perrin Brewing Company, Squatters Craft Beers and Wasatch Brewery, Deep Ellum Brewing and Three Weavers Brewing: un’associazione "sinergica" tra birrifici artigianali  che ha chiuso il 2017 producendo 420.000 ettolitri, distribuendoli in tutti gli stati americani ed in una ventina di paesi all’estero. 

La birra.
Ten Fidy è quasi certamente la prima imperial stout in lattina prodotta negli Stati Uniti: o forse nel mondo? L’avevamo già incontrata qualche anno fa. Sul suo nome si sono fatte alcune supposizioni: la prima riguarda ovviamente il suo contenuto alcolico, 10.5%. Ten Fidy dovrebbe riferirsi a quello (“fidy” sarebbe una sorta di slang per “fiity”), non fosse che per molti anni la birra ha avuto un contenuto alcolico del 9.5%; altri pensano sia ispirata ad un tipo di olio motore (10W-50) che visivamente ricorda la birra. Dal birrificio voci ufficiose dicono invece che FIDY è l’acronimo di  “Fuck the Industry, Do it Yourself”.
Ten FIDY è stata per molti anni una produzione stagionale autunnale, disponibile ogni anno in settembre; credo che ora sia invece prodotta tutto l’anno, o più volte nel corso dell’anno. La ricetta non è nota ma il birrificio ammette che è una birra estremamente laboriosa da fare, prodotta con il 50% di malti speciali (two-row, chocolate, roasted) e fiocchi d’avena. 
Nel bicchiere è bellissima, assolutamente nera con un generoso cappello di schiuma cremosa e compatta. Aroma ricco, goloso, intenso; ci convivono fruit cake, melassa, prugna e uvetta sotto spirito, cioccolato, qualche nota di caffè e di torrefatto. Al palato non ci sono particolari viscosità ma il mouthfeel è comunque morbido, il corpo tra il medio ed il pieno. Il gusto è ricalca in pieno l’aroma e ne mantiene in pieno le promesse: è un’imperial stout pulita, intensa ed elegante, nella quale il dolce iniziale del fruit cake, del caramello e della frutta sotto spirito viene progressivamente bilanciato dall’amaro del caffè e del torrefatto, con suggestioni  di cioccolato fondente. L’alcool riscalda ogni sorso con vigore senza far mai male e nel finale arriva anche una spolverata di tabacco. Non ho mai avuto l’opportunità di berla “fresca” ma i due anni passati dalla messa in lattina non le hanno fatto sicuramente male: è ancora una birra vigorosa, molto amalgamata tra le varie componenti, che riscalda corpo e anima, emozionando. 

Nel 2015 arrivò anche la naturale evoluzione della Ten Fidy, ovvero il suo invecchiamento in botte: per la precisione un blend di diversi botti che avevano ospitato vari bourbon e whiskey.  Anch’essa produzione stagionale (novembre) la Barrel Aged Ten Fidy è stata prodotta per un paio di anni in quantità piuttosto limitata e distribuita solo alla taproom birrificio, guadagnandosi quindi un po’ di hype e di beergeeks in fila a sfidare i freddi inverni del Colorado.  L’espansione del programma Barrel Aging, avvenuto nel 2017, ha poi permesso a Oskar Blues di distribuirla in tutta la nazione in quantità maggiori; l’hype è scemato, buon per noi europei ai quali è arrivata qualche lattina. Incomprensibilmente alla potente versione Barrel Aged (12.9%) è stata dedicato un formato “pinta imperiale” (56.8 cl.): impegnativo, se dovete berla in solitudine.  L’hype (se di hype vero e proprio si può parlare) si è oggi spostato sulle edizioni limitate come la Barrel Aged Ten Fidy Java (caffè) o altre invecchiate in particolari botti di bourbon o whisky. 
Anch’essa splendida e del tutto simile alla sorella, anche se la schiuma è un po' meno compatta, la  Barrel Aged Ten Fidy regala un aroma altrettanto pulito e complesso, caldo, avvolgente: a fruit cake e frutta sotto spirito, protagonisti della versione  “normale”, s’aggiungono note di vaniglia e bourbon, legno, cocco tostato, cioccolato e caffè. Una festa che continua al palato, partendo da una sensazione palatale leggermente oleosa ed un po’ più morbida rispetto alla sorella. La bevuta è potenziata dal calore del bourbon ma non ci vuole molto a trovarsi con il bicchiere vuoto a forza di piccoli ma frequenti sorsi: il distillato è accompagnato da fruit cake e melassa, cioccolato fondente, caffè e torrefatto, vaniglia. Non c’è molto amaro, il finale è lunghissimo e nuovamente dominato dal bourbon, nel quale si tuffa un pezzo di fruit cake al cioccolato fondente.  Splendida birra, davvero ben fatta, che emoziona e conquista come la versione base, potenziandola ed elevandola di qualche gradino: difficile resisterle e difficile dimenticarla. Dopo averla bevuta scoprirete che la lattina formato pinta imperiale era un finto problema.
Livello molto alto per queste due imperial stout di Oskar Blues: per chi ama il genere e le sue interpretazioni classiche, lontano dalle derive pastry/dessert, è un doppio appuntamento da non mancare.
Nel dettaglio:
Ten FIDY,  35.5 cl., alc. 10,5%, IBU 65, imbott. 19/01/2017, prezzo indicative 8,00 euro (beershop)
Ten FIDY - Bourbon Barrel Aged, 56.8 cl.,  alc. 12,9%, IBU 75, imbott. 10/11/2017, prezzo indicative 18.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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