Due sono le passioni di Aart van Bergen: musica e birra. La prima viene perseguita attraverso il sassofono nello Starlight Jazz Trio, la seconda fino a qualche anno fa consisteva nel fare la birra in casa, cercando di replicare quelle bevute nei pub di Amsterdam. Nel 2013 assieme all’amico Peter Harms fonda la beerifrm De Vriendschap che produce inizialmente sugli impianti del birrificio Sallandse Landbier di Raalte e poi inaugura nel 2014 il proprio impiantino da un ettolitro nel centro culturale Melkweg di Amsterdam. Nel 2015 i due amici si separano: Harms gestirà De Vriendschap sino alla chiusura avvenuta nel 2016, van Bergen inaugura invece la sua nuova beerfirm Walhalla Craft Beer che debutta con vernissage ad Amsterdam nel febbraio 2016. Due le birre prodotte, la Osiris Farmhouse Ale (7.0%) e la Shakti Double IPA (8.8%). Per produrle si appoggia agli impianti dei birrifici Huttenkloas e Oproer.
Nel 2017 grazie ad una campagna di crowfunding vengono raccolti i centomila euro necessari alla ristrutturazione di una vecchia officina meccanica nella zona nord di Amsterdam: qui nasce la Walhalla Brouwerij & Proeflokaal, una quindicina di spine alle quali in un secondo periodo viene affiancato un piccolo impianto produttivo destinato ad alimentare fusti e lattine, oltre al brewpub. Le bottiglie sono invece ancora prodotte presso il birrificio Huttenkloas, anche se le etichette non lo indicano. Walhalla si trova letteralmente a due passi da un’altra taproom di Amsterdam, quella del birrificio Oedipus.
La produzione comprende birre prodotte tutto l’anno (Loki IPA, Ares American Amber, Oriris Farmhouse Ale, Shakti Double IPA, Wuldor Barley Wine, Ymir West Coast Pale Ale, Aphrodite Raspberry Berliner Weisse, Izanami Sorachi Ace Stout, Elixer Neipa), birre stagionali ed alte prodotte in edizione “limitata” come la serie Daemon: tra queste due Imperial Black IPA, alcune imperial stout e una imperial brown ale.
La birra.
La mitologia è un’altra della passioni di Aart van Bergen e a lei si ispira la maggior parte delle birre da lui prodotte; Baba Yaga è una creatura leggendaria della mitologia slava, una mostruosa vecchietta dotata di poteri magici e vari oggetti incantati, spesso paragonata ad una strega incantatrice. A noi interessa però la birra a lei dedicata, ovvero la quarta della serie Daemon: una imperial stout “nera come il suo cuore” commercializzata nel novembre del 2017. Duemila bottiglie prodotte con luppoli americani e un parterre di malti che include Pale, Monaco, Roasted, Dark Crystal, Brown e Chocolate.
Nel bicchiere è effettivamente nera come la notte e forma un generoso cappello di schiuma dall'ottima ritenzione. L'aroma non è molto intenso ma c'è un buon livello di pulizia: anch'esso nero, è dominato dal torrefatto e dai fondi di caffè. In secondo piano si scorge qualche nota terrosa e biscottata. Il mouthfeel è molto morbido, sebbene l'avena non sia citata tra gli ingredienti in etichetta: avvolge il palato con una coltre delicata e vellutata che non costituisce nessun ingombro. E' una birra che ha bisogno di un po' di tempo per aprirsi e rivelarsi completamente: inizialmente noiosa, tutta basata su torrefatto e fondi di caffè, man mano che s'avvicina alla temperatura ambiente rivela bei dettagli di frutta sotto spirito, caramello e sopratutto un bel cioccolato amaro che, abbracciando caffè e tostature, arriva ad ammorbidire un finale che sarebbe altrimenti stato un po' troppo ruvido. L'alcool è ben gestito a fa sentire la sua presenza senza esagerare.
Ci sono ampi margini di miglioramento ma nel complesso il risultato è abbastanza godibile, a patto che non abbiate pretese elevate. Buona parte del merito va alla sensazione palatale, davvero azzeccata.
Formato 33 cl., alc. 10.2%, IBU 104, imbotto 10/2017, scad. 10/2019, prezzo indicativo 4.00 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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