domenica 24 febbraio 2019

Evil Twin Consumed 15 Today, Diane. All Galaxy

Se la musica è una delle principali fonti d’ispirazione per quel che riguarda i nomi delle birre, la cinematografia segue probabilmente a ruota.  Per (i pochi) che non la conoscono, Twin Peaks è stata una serie televisiva ideata e diretta da David Lynch trasmessa agli inizi degli anni ’90; qualcuno la considera addirittura come lo spartiacque delle serie televisive. Nel 1991 al termine della seconda stagione di Twin Peaks, Laura Palmer sussurrava all’orecchio dell’agente Cooper “I’ll see you again in 25 years”,  ci rivedremo tra 25 anni.  David Lynch ha mantenuto la promessa e nel 2017 (ventisei anni dopo, in verità) è arrivata la terza stagione, trasmessa in Italia da Sky Atlantic. 
L’occasione non è sfuggita all’attento Mikkeller che ha subito realizzato tre Twin Peaks beers con il benestare di David Lynch: Log Lady Lager, Damn Good Coffee Stout e Red Room Ale. E altri birrifici si sono subito accodati, anche se in maniera non ufficiale: se cercate troverete decine di birre con nome o grafiche d’etichetta ispirate alla serie di David Lynch: la Remember 430 di Wylam bevuta qualche tempo fa è un esempio. 
Poteva il fratello gemello cattivo di Mikkeller, ovvero l’Evil Twin Jeppe Jarnit-Bjergsø, sottrarsi dall’operazione commerciale?  Certo che no e sono circa una decina le sue birre a tema Twin Peaks, ispirate da personaggi, frasi o dall’iconografia lynchiana.

La birra.
Che dire della IPA chiamata Consumed 15 Today, Diane? Il riferimento questa volta è a una parodia della serie Twin Peaks andata in onda al Saturday Night Live Show il 28 settembre del 1990. Il giorno prima dell’inizio della seconda serie, l’attore Kyle MacLachlan/agente Cooper fu protagonista di un divertente siparietto nel quale si prendeva gioco della sua maniacale abitudine di confidare le proprie riflessioni ad una misteriosa Diane, registrando dei messaggi su un piccolo registratore vocale. Perché a quel tempo gli smartphones ancora non esistevano. 
Ecco parte del testo: “Diane, 11:31 di sera. Ho appena finito di lavare i piatti e sono pronto per andare a letto. Questa mattina ho fatto una doccia durata nove minuti. Ho trovato diciassette cappelli, tre ricci e quattordici lisci (…)  ho mangiato quindici ciambelle oggi, Diane. Tutte ripiene di marmellata. Tra quattro minuti mi farò l’iniezione di insulina. Diane, ho dormito benissimo ieri sera.“ 
Consumed 15 Today, Diane. All Jelly: ne ho mangiate 15 oggi, Diane. Tutte alla marmellata. Nel caso specifico della birra, “All Jelly” è stato sostituito da “All Galaxy”: bevete questa birra allo stesso modo in cui l’agente Cooper beveva caffè e divorava ciambelle. Il primo lotto è uscito dalla Dorchester Brewing Co. di Boston a luglio del 2017. Attualmente siamo arrivati alla terza edizione, data di confezionamento sconosciuta; le prime recensioni di bevitori americani sono datate novembre 2018, quindi immagino che la lattina in mio possesso abbia quei 3-4 mesi che spesso hanno sul groppone le birre americane importate via mare. 
All'aspetto è velata è di colore dorato, la schiuma è cremosa, compatta e ha ottima persistenza. La freschezza non è purtroppo la caratteristica principale dell'aroma, ma se si è disposti a chiudere un occhio si può comunque apprezzare una piccola macedonia nella quale svettano mango, lychee e ananas, forse papaia. Non ci sono grandi ampiezze, in sottofondo s'avverte anche una nota biscottata. Il gusto ricalca in fotocopia l'aroma: la parte fruttata tropicale non è fragrante e non è molto intensa ma la bevuta è comunque gradevole. Biscotto in sottofondo, amaro resinoso finale delicato e di breve intensità; anche la secchezza potrebbe essere maggiore, secondo il mio guasto. La gestione dell'alcool non è agevolata dalla poca fragranza: come spesso accade nelle IPA che hanno perso un po' di smalto, la  componente etilica si fa avanti e in questo caso si percepisce per quanto dichiarato (7%).  Messe da parte le pretese di freschezza, fragranza ed esplosività rimane una birra comunque piacevole: se (giustamente) pensate che queste debbano essere le imprescindibili caratteristiche di una IPA allora evitate le importazioni dagli Stati Uniti (soprattutto quando sulle lattine/bottiglie non vedete la data di confezionamento) e guardatevi attorno, Europa o ancora meglio Italia. 
Formato 47.3 cl., ala. 7%, lotto 356 - 3rd edition, prezzo indicativo 7.00-8.00 Euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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