Munich Brew Mafia: un nome che potrebbe sembrare minaccioso ma che è in realtà un filosofia produttiva. “Vogliamo fare birra al limite dell’Editto di Purezza, rompere gli standard, fare una rivoluzione dal basso: sino ad oggi “la mafia della birra di Monaco” riguardava sei grandi birrifici che erano accusati di fare cartello sui prezzi, ma ora siamo arrivati noi!” Con queste parole il venticinquenne Dario Stieren annunciava nel 2016 la nascita di una beerfirm che vuole seguire i passi di altri due outsiders della capitale della Baviera: Giesinger e Crew Republic.
Dario coltiva il sogno di diventare birraio da quando aveva sedici anni ma per inseguirlo deve attendere la fine della scuola dell’obbligo quando con un lavoro part-time da barista riesce a finanziare i suoi studi all’Università di Weihenstephan. Le pentole di casa iniziano a bollire dal 2010 e nel 2014 va a lavorare alla TapHouse Munich, locale devoto al craft di proprietà del birrificio Camba Bavaria. E il tempo libero? Utile per fare un tirocinio pratico presso il birrificio Geisinger. Alla TapHouse lo raggiunge l’amico d’infanzia Niklas Zerhoch, anch’esso bisognoso di risorse economiche per i propri studi di Storia e Sociologia alla LMU di Monaco: i due sviluppano interesse per l’analisi sensoriale delle birre e Dario ottiene il diploma alla DLG e alla Doemens. Alla TapHouse i due realizzano anche alcune cotte davanti ai propri colleghi.
A settembre 2016 è tutto pronto per il debutto di Munich Brew Mafia che avviene con la Don Limone, una Pils con abbondante luppolatura di Citra: la produzione avviene sugli impianti del vecchio birrificio di Camba Bavaria (Old Factory) a Gundelfingen, 130 chilometri di distanza da Monaco. Dopo qualche mese arriva l’affumicata Habemus Cervesiam seguita da una Red Ale e dalla fresh-hop (Hallertauer Blanc) Green Business; in poco più di due anni di attività “la Mafia” ha prodotto una trentina di birre tre le quali spiccano i nomi Boppeldock, Il Capo (Porter), Gangsters Paradise Session IPA, Due Fortuna (IPA), La Dolce Vita (Bock) ed El Capitano (Imperial Stout).
La birra.
Monaco + birra = Helles. Anche Munich Brew Mafia si cimenta nello stile più bevuto nella capitale della Baviera con la propria Kriminelle, simpatico gioco di parole. La birra prevede una luppolatura di Callista, Hersbrucker, Hallertauer Tradition e Mistral.
E' dorata e velata, la candida schiuma è cremosa, compatta e mostra ottima ritenzione. Al naso emergono profumi floreali, di crosta di pane, miele e cereali, quest'ultimi un po' troppo invadenti; c,è tuttavia un buon livello di pulizia e di fragranza. Al palato la sento una po' più pesante dal dovuto, per quel che riguarda la sensazione tattile: la scorrevolezza non è tuttavia in discussione, anche se il corpo è verso il punto medio della scala. La bevuta è semplice come da manuale: pane, cereali e un tocco di miele; pulizia e finezza non sono esemplari anche se, rispetto alle helles industriali che dominano Monaco, l'intensità dei sapori è indiscutibilmente maggiore. La chiusura amara erbacea è abbastanza pronunciata per i parametri dello stile, a rovinare la festa arriva però una leggera ma fastidiosa astringenza che non vorresti mai trovare in una birra nata per scorrere come l'acqua. Difficile perdonare questo peccato in una birra semplice, quasi nuda, nella quale ogni minima imprecisione finisce sotto i riflettori. Il risultato è discreto ma, se si vuole insidiare le sei sorelle di Monaco, bisogna fare di più.
Formato 50 cl., alc. 5.0%, scad. 28/06/2019.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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