mercoledì 30 gennaio 2019

The Bruery Melange #3

Mélange:  mescolanza, insieme risultante dall’unione di elementi diversi. Quando si ha a disposizione un arsenale di botti piene di birra è difficile resistere alla tentazione di mescolarle e creare blend, o mélanges che dir si voglia.  Il birrificio californiano The Bruery ha a disposizione circa 4000  tra barili e foeders: il numero si riferisce al 2016 ed è quindi probabile che nel frattempo sia ulteriormente incrementato. 
Ma il primo mélange realizzato dal birrificio di Patrick Rue era arrivato già nell’anno del debutto: nel 2008 veniva offerta in cask la Mélange #1  (11.7%), un azzardato blend tra la imperial stout Black Tuesday invecchiata in botti di bourbon e la Oude Tart, birra acida ispirata alle  Flemish Red Ales.  La birra fu poi commercializzata in bottiglia a partire dal 2011 e ancora oggi viene di tanto in tanto replicata. Nello stesso anno arrivò anche la Melange #2 Yambic  (9.5%), un altrettanto curioso blend tra la belgian strong ale Autumn Maple e un Lambic di sei settimane.  Nel 2009 toccò a Melange #3 (della quale parleremo a breve in dettaglio), Melange #4 (blend tra una Berliner Weisse, una Flanders Red e una Imperial Stout) e Melange #5, una poderosa (15%) unione tra una Smoked, un Wheat Barley Wine  (White Oak, a sua volta blend  50%-50% di Wheat Barley Wine invecchiato in botti di bourbon e la strong ale Mischief)  e Papier, una delle birre che ogni anno The Bruery assembla per festeggiare il proprio anniversario. La Mélange #5  è stata replicata rifatta anche nel 2017.
Nel 2010 arrivò la Melange #6  (9%), curioso mix di una birra sperimentale per festeggiare San Valentino prodotta con aggiunta di barbabietole rosse per darle il colore appropriato; vennero poi aggiunte fave di cacao, petali di rosa e il risultato finale fu mescolato con la White Oak Sap (bourbon barrel aged wheat wine) e la Rugbrød (brown ale invecchiata in botti di bourbon). Qualche mese dopo giunse la Melange #7, blend tra Cuvee Jeune (“lambic”) e una birra realizzata per l’occasione con aggiunta di uva Pinot Noir.  La serie Melange fu poi temporaneamente sospesa per un triennio per ritornare nel 2013 con Melange #8 (14.5%), assemblaggio di una delle Anniversary di Bruery con White Oak Sap (bourbon barrel aged wheat wine) e aggiunta di caffè. Nel 2014 fu chiesto ai membri della Hoarders Society (qui la spiegazione) di partecipare ad un “concorso di blending” con le proprie idee per creare la Mélange #9 (8%): vinse un mix di una Sour Blonde Ale, Sour in the Rye  e White Oak Sap, al quale furono poi aggiunti cocco e zenzero fresco prima dell’imbottigliamento. Nel 2015 il concorso fu replicato per dar forma alla Mélange #10 (15%): questa volta il blend ebbe come protagonisti la solita Anniversary Ale, il Bourbon Barrel Aged Barley Wine Old Richland con aggiunta finale di cioccolato, cannella e peperoncino. Nello stesso anno arrivarono anche Melange #11  (9.3% -  blend tra Sour in the Rye e Anniversary Ale con aggiunta di datteri, cannella e anice stellato) e Mélange #12  (16.8%) con varie Strong Ales invecchiate in botte per una media di 22 mesi al quale furono poi aggiunti vaniglia, fave di cacao e nocciole.
Come saprete gli americani non amano il numero 13 e quindi per scaramanzia la Mélange #13 non fu mai realizzata, passando direttamente alla #14 del 2016 (13.4%): protagonisti furono imprecisate botti di Barley Wine, Old Ale e imperial stout, incluse Black Tuesday a Share This. Nello stesso anno arrivò anche l’ultima della serie, Mélange #15 (14.8%): ancora un blend di Barley Wine e Old Ale invecchiati in botti di bourbon con aggiunta di lattosio, noci, vaniglia e fave di cacao.   Nel 2017 non è uscito nessun nuovo blend ma The Bruery ha scelto di replicarne alcuni del passato: #3 e #5. E per quanto ne so neppure nel 2018.
 
La birra.
Melange #3, 16.3%: riedizione 2017 di una birra apparsa per la prima volta nel 2009 con un contenuto alcolico leggermente inferiore, 15.5%. Si tratta di un blend di tre birre tutte invecchiate in botti di bourbon: il  Wheat Wine White Oak Sap, l’Anniversary Ale (che ricordo è essa stessa un blend della stessa Old Ale, “fresca” con altre invecchiate in botti di bourbon) e l’esagerata (20%) imperial stout Black Tuesday, ovviamente anch’essa Bourbon Barrel Aged. Le percentuali del blend non sono state rivelate.
Il suo colore opaco ricorda la tonaca del frate cappuccino o l’ebano: la schiuma è sorprendentemente generosa, cremosa e compatta se si considera la gradazione alcolica.  Al naso c’è un’impressionante quantità di uvetta e prugna impregnati di bourbon; in secondo piano si scorgono frutti di bosco, legno, melassa, note vinose che richiamano il porto, qualche ricordo sbiadito di vaniglia. La bevuta prosegue nella stessa direzione senza raggiungere grosse profondità: inevitabilmente l’alcool si fa molto sentire e scalda ogni sorso, il corpo (medio) non è particolarmente ingombrante.  E’ chiaramente una birra da condividere con più persone o da bere in piccole dosi. Tanto bourbon, tanta uvetta e prugna, ricordi di porto: la sua dolcezza viene comunque asciugata da un potente finale nel quale il bourbon è protagonista assieme a qualche nota legnosa. Birra o liquore? Difficile tracciare il confine, anche se il risultato è molto appagante, pur non raggiungendo particolari vette espressive o emotive. Lascia una lunghissima scia di bourbon e frutta sotto spirito, un abbraccio caldo e quasi infinito.  
Se avete già provato qualcuna delle Anniversay di Bruery vi troverete molti punti in comune. Il suo prezzo di listino nel 2017 era di 30 dollari / 30 euro:  non ha forse avuto troppo successo anche a causa del rapporto alcool-formato, molto impegnativo. On line la si trova perciò abbastanza di frequente in offerta, talvolta anche alla metà:  a prezzo pieno forse il gioco non vale la candela, ma se la trovate scontata è un’esperienza che vale la pena di fare.
Formato 75 cl., alc. 16.3%, lotto 01/02/2017, #3832, prezzo indicativo 15.00-30.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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