Accendiamo i motori del decimo anno del blog con il birrificio americano Toppling Goliath, già ospitato in più di un’occasione. Siamo a Decorah, cittadina dell’Iowa sperduta tra chilometri di colline coltivate a mais e soia nella quale vivono circa ottomila persone: la storia ve l’avevo già raccontata qui. Il 2018 è stato un anno molto importante per il birrificio fondato nel 2009 da Clark Lewey e guidato dall’abile birraio Mike Saboe: il 6 febbraio è stato infatti inaugurato il nuovo birrificio (1600 Prosperity Road) costato quasi 15 milioni di dollari: cinquemila metri quadrati di spazio nei quali oltre all’impianto (Steinecker della tedesca Krones) e al magazzino trova spazio un’ampia taproom su due livelli con ristorante capace di ospitare settecento persone.
Nei piani di Lewey c’è una crescita lenta ma costante che dovrebbe arrivare, nei prossimi dieci anni, a raggiungere i 100.000 barili l’anno: il nuovo birrificio si trova a circa 8 chilometri dalla taproom originale di Decorah dove Toppling Goliath aveva iniziato con un impiantino da 50 litri, poi sostituito nel 2010 con uno da 11 ettolitri e nel 2014 con uno da 35 ettolitri posizionato a qualche chilometro di distanza, negli edifici di 1762 Old Stage Road che dovrebbero essere a breve dedicati alla produzione di birre acide. Il brewpub originale di Toppling Goliath (310 College Drive) è stato venduto alla famiglia Dixon che a maggio 2018 ha inaugurato il TGII Craft Brews, un beer bar che nel nome voleva omaggiare i precedenti inquilini. La scelta ha però generato confusione e chi veniva da fuori città pensava di trovarsi in una seconda taproom: il locale (che offre comunque regolarmente le birre di Toppling) è stato da poco rinominato Dixie’s Biergarten.
I nuovi impianti consentono di riportare Decorah la produzione di tutte le birre: fino ad oggi le lattine erano state realizzata appoggiandosi a birrifici terzi in Wisconsin ed in Florida. Il luogo di produzione non era mai specificato sul contenitore e la poca trasparenza aveva creato un po’ di malumori tra i beergeeks americani. E Clarke Lewey non intende fermarsi qui: oltre alla produzione di birre acide pare che stia pensando di aprire una taproom sulla West Coast. Nel frattempo tutta la cittadina di Decorah si gode il successo: nei weekend in cui il birrificio mette in vendita le sue birre più ricercate (ad esempio Kentucky Brunch e Morning Delight) si stima un giro d’affari che sfiora il milione di dollari. Oltre duemila le persone che affollano ristoranti, bar, negozi e hotel.
Duecentocinquanta al minuto; eco il potenziale della nuova linea di produzione lattine inaugurata nei primi mesi del 2018. Questo il formato scelto soprattutto per le birre che vengono prodotte tutto l’anno, attualmente cinque: la Dorothy New World Lager, la Pseudo Sue Pale Ale, le IPA Golden Nugget e Pompeii, affiancate da un numero sempre più crescente di IPA e Double IPA stagionali e occasionali. Se si tralasciano le ricercatissime (impossibili da reperire alle nostre latitudini) imperial stout, la produzione di Toppling Goliath è alquanto “luppolocentrica”.
Nasce nel 2013 nell’ambito della serie Hop Patrol, ovvero IPA “single hop” prodotte occasionalmente. Pompeii s’ispira alla Casa del Fauno, una delle domus più vaste del sito archeologico di Pompei: “alcuni dei mosaici più famosi del mondo sono stati preservati dalle ceneri del Vesuvio e, allo stesso modo, questa IPA vuole preservare il lussuoso sapore del luppolo Mosaic”. Il suo colore è tra il dorato e l’arancio pallido, piuttosto velato, la schiuma biancastra abbastanza cremosa e compatta, con buona ritenzione. L’aroma è ancora piuttosto intenso e fresco: ananas, pompelmo, arancia zuccherata, fiori, qualche leggero ricordo dank in sottofondo. Al palato è morbida e molto scorrevole, perfettamente rispettosa della scuola del Midwest statunitense, mentre la bevuta ripropone in pieno l’aroma con la tipica eleganza e precisione che caratterizza il birrificio di Decorah: nessun estremismo, grande pulizia ed equilibrio. Qualche nota di miele e biscotto anticipano un fruttato delicatamente tropicale che si mantiene a debita distanza dal succo di frutta: ananas, pompelmo e arancia vengono affiancati da qualche ricordo di mango, la chiusura è molto secca e caratterizzata da un amaro resinoso di discreta intensità e breve durata. L’alcool (6.2%) è praticamente inesistente e la Pompeii di Toppling Goliath è capace di scorrere ad altissima velocità. E’ tuttavia preferibile gustarsela con calma, visto che reperibilità e prezzo (via aerea) sono un problema nel nostro continente: ad essere pignoli qualche leggero cedimento di freschezza inizia già ad intravedersi ma su questa IPA si viaggia ancora in prima classe. Un solo luppolo (sarà poi vero?) ma risultati sempre impressionanti: vedasi il Citra nella Pseudo Sue, il Mosaic nella Sosus, il Nelson Sauvin nella ZeeLander ed il Nugget nella Golden Nugget IPA.
Formato 47,3 cl., IBU 50, lotto 30/10/2018, scad. 27/02/2019, prezzo indicativo 10.00 Euro (beershop).
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