Del birrificio svedese O/O Brewing vi avevo già parlato qualche tempo fa: eravamo alla metà del 2017 e Olle Andersson, titolare di quella che allora era solamente una beerfirm, era in procinto di dotarsi d’impianti propri. Andersson si è fatto conoscere per il suo ottimo lavoro come birraio presso il birrificio svedese Stigbergets, autore di alcune tra le migliori New England / Juicy IPA realizzate sul continente Europeo; e, sugli impianti dello stesso birrificio, realizzava le proprie birre a marchio O/O al ritmo di circa 35.000 litri/anno (dati 2016 e 2017).
Nella seconda parte del 2017 Andersson ha fatto da tutore ai due nuovi birrai di Stigbergets destinati alla sua successione e, a dicembre, O/O Brewing ha finalmente debuttato con le prime birre prodotte sul proprio nuovo impianto da 20 ettolitri. Ad aiutarlo nella sua nuova avventura è arrivato a Goteborg dalla vicina Copenhagen l’amico Olof Andersson: a lui il compito di seguire la parte amministrativa e commerciale dell’azienda. E il 2018 è andato ben oltre le più rosee aspettative: l’obiettivo era di produrre 120.000 litri ma l’annata si è chiusa a quota 250.000 e per il 2019 si potrebbe arrivare a vicino ai 400.000. “Siamo piccoli e questo al momento è per noi un vantaggio. – racconta Olle - Possiamo ancora scegliere a chi vendere la birra, vogliamo controllare la freschezza dei nostri prodotti e sapere dove viene distribuita. A breve inizieremo anche con gli invecchiamenti in botte e le birre acide. Non l’ho mai fatto sino ad oggi, sarà interessante.”
Nel 2014 O/O aveva debuttato sul mercato con una Baltic Porter seguita dalla 50/50: Amarillo/Simcoe IPA. Era la prima di una serie di birre con protagonisti due soli luppoli, ciascuno di essi utilizzati in eguali quantità; in quell’anno sono state realizzate anche la Citra/Chinook e Centennial/Columbus IPA prima che la serie venisse temporaneamente sospesa. Nel 2017 è ripresa con l’arrivo delle 50/50 Citra/Columbus e Mosaic/Citra IPA e nel 2018 si è espansa a macchia d’olio grazie alle Amarillo/Citra, Azacca/Citra, Azacca/Mosaic, Citra/Ekuanot, Citra/Nelson Sauvin, Comet/Citra, Comet/Mosaic, Enigma/Vic Secret e Mosaic/Simcoe IPA. Nei giorni scorsi è infine arrivata la Citra/Simcoe IPA. Noi facciamo invece un passo indietro alla fine di ottobre 2018 quando viene lanciata la Enigma/Nelson Sauvin IPA: il primo è un luppolo australiano commercializzato per la prima volta nel 2015 e discendente dello svizzero Tettnang, il secondo proviene dalla Nuova Zelanda e non credo abbia bisogno di presentazioni.
Il suo colore segue il protocollo “hazy” del New England: arancio torbido, schiuma biancastra un po’ scomposta e discreta ritenzione. L’aroma vede in primo piano i caratteristici profumi di uva bianca del Nelson Sauvin (ma anche dell’Enigma, a quanto leggo) affiancati da cedro e pompelmo rosa, papaia, maracuja; ancora piuttosto fresco, potente. Il mouthfeel è gradevole e morbido senza quelli eccessi che spesso rallentano la scorrevolezza delle NEIPA. La bevuta mostra buona corrispondenza con l’aroma: c’è qualche traccia dolce di mango, qualche nota maltata di pane e biscotto ma la bevuta è sostanzialmente caratterizzata dall’asprezza di uva, papaia e maracuja. L’amaro è quasi assente, ma asprezza e attenuazione lasciano il palato molto pulito alla fine di ogni sorso; l’alcool (6.5%) è molto ben nascosto e quella di O/O è una IPA intensa che si beve con grande facilità, anche se ci sono margini di miglioramento per quel che riguarda pulizia ed eleganza. A me è piaciuta, ma la consiglierei soprattutto a chi come me ama il Nelson Sauvin, luppolo in questo caso molto caratterizzante.
Formato 44 cl., alc. 6.5%, lotto 24/10/2018, scad. 24/04/2019, prezzo indicativo 7.00-8.00 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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