Che vi piacciano o no, le collaborazioni tra birrifici sono uno dei regali che ci ha portato la Craft Beer Revolution. Sono solo uno dei tanti strumenti di marketing che consentono con poco sforzo di soddisfare il mercato e la sua continua richiesta di novità? Sono utili occasioni di scambio di conoscenze di crescita reciproca tra birrai? Sono momenti goliardici tra colleghi e amici? C’è sicuramente un po’ di tutto in un fenomeno che, con le dovute proporzioni, ricorda un po’ quello dei supergruppi musicali nato alla fine degli anni ’60. Ricordate i Cream, i Blind Faith, il poker Crosby, Stills, Nash & Young o il trio Emerson, Lake & Palmer? Negli anni ’80 i supergruppi andarono via via scomparendo ma bisogna comunque annotare sul taccuino i Traveling Wilburys (Bob Dylan, George Harrison, Jeff Lynne della Electric Light Orchestra, Tom Petty e Roy Orbison), gli Asia, i The Firm, Mike and the Mechanics e soprattutto i due megagruppi “a progetto” Band Aid e USA for Africa. Del resto il legame tra musica e birra è più forte di quanto appaia: non si contano i nomi delle birre e le etichette ispirate al mondo della musica, o i gruppi musicali che per fare cassa hanno concesso il proprio nome ad una birra, con risultati spesso purtroppo imbarazzanti.
Questo preambolo mi è servito per presentarvi una sorta di “supergruppo” di birrai laziali che si sono riuniti a Latina nell’autunno dello scorso anno per produrre una birra a dieci mani; Eastside, Rebel’s, Vento Forte, Hilltop e Ritual Lab. Il risultato della notte insonne passata a lavorare sulla birra è stato appunto chiamato Sleepless Night: o forse la notte insonne è quello che vi aspetta dopo averla bevuta. Si tratta di una imperial porter (9.5%) prodotta con chicchi di caffè tostati dalla torrefazione Rinaldi di Ciampino, macinati a mano e tenuti in infusione per una settimana; al momento del confezionamento è stato poi aggiunto estratto di vaniglia del Madagascar. Gli impianti utilizzati sono stati quelli del birrificio Eastside. Anche se la presentazione ufficiale è avvenuta lunedì 15 ottobre presso la Scurreria Beer and Bagel di Genova, i primi fusti sono stati svelati al pubblico in occasione del weekend del festival Eurhop (12-13-14 ottobre).
Non è nera come la notte ma poco ci manca; la schiuma è cremosa e compatta ma di dimensioni molto modeste e piuttosto rapida nel scomparire. Il caffè, in forma liquida e macinata, è protagonista indiscusso di un aroma che annovera anche profumi terrosi, di orzo tostato, tabacco e cioccolato fondente. Chiudendo gli occhi si riesce ad immaginare anche un brownie al caffè. Il corpo è tra il medio e il pieno, la consistenza è oleosa e piuttosto gradevole anche se qualche bollicina di troppo, benché fine, ne pregiudica un po’ la morbidezza. Chi ha voglia di fare serata o di concluderla con una imperial porter al caffè non resterà deluso: questa Sleepless Night regala una bevuta ricca di caffè e di torrefatto, sostenuti da un velo dolce di caramello e vaniglia. In secondo piano troviamo accenni di tabacco e liquirizia, cacao amaro. L’alcool si fa sentire soprattutto a fine corsa, chiudendo un percorso intenso nel quale la vaniglia riesce a bilanciare molto bene l’acidità del caffè e dei malti scuri. Una birra che fa serata, da sorseggiare in tutta tranquillità. I lettori regolari del blog ricorderanno come spesso mi sia “lamentato” del livello delle imperial stout/porter italiane, ancora troppo lontane dai migliori esemplari prodotti all’estero, Stati Uniti in primis. In questa Sleepless Night c’è ancora qualche imprecisione ma è davvero questione di dettagli: per quel che riguarda pulizia, intensità e “mouthfeel” la distanza tra Italia e Stati Uniti (passatemi la semplificazione) risulta notevolmente ridotta e, se amate il genere, vi consiglio di metterla sulla vostra wishlist.
Formato 33 cl., alc. 9.5%, lotto 25 18, scad. 12/2021, prezzo indicativo 5.50-6.00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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