lunedì 27 gennaio 2014

Stone Smoked Porter

Stone Brewing Co., Escondido, California: un birrificio che non ha bisogno di presentazioni, ma eventualmente i meno "esperti" possono dare una sbirciatina qui, al post dedicato alla breve ma ancora indimenticata visita allo Stone World Bistro & Gardens. Il 26 luglio del 1996 il birrificio debutta con la Stone Pale Ale, il cui primo fusto viene ritirato (franco fabbrica) da Vince Marsiglia e spinato al Pizza Port di Solana Beach (San Diego); a dicembre arriva la seconda birra Stone, ed è questa Smoked Porter. Inizialmente è una produzione stagionale (per il "tiepido" inverno della SoCal) ma, ricorda Steve Wagner con un po' di ironia, "quelle tre persone a cui piacque ci convinsero a produrla per tutto l'anno". A quel tempo le Porter non erano un stile molto popolare, ma Wagner rimase profondamente impressionato dalla Alaskan Smoked Porter: "ho ancora oggi un ricordi così vivido del primo sorso... rimasi completamente sbalordito. Amavo la sua intensa affumicatura, era qualcosa che non avevo mai provato prima. Ma sebbene l'adorassi - racconta nel libro The Craft of the Stone Brewing Co. -  non ero sicuro che fosse una birra che avrei voluto bere continuamente, per via di quel suo carattere affumicato così predominante. Nell'elaborare la ricetta per la Stone Smoked Porter, usammo un'approccio diverso: l'affumicato doveva essere uno degli elementi della birra, non la sua caratteristica principale". Una delle prime birre prodotte da Stone, quindi, che nel tempo è stata rivisitata (e barricata) uno svariato numero di volte: le versioni più note sono forse quella del 2010, con chipotle (un peperoncino affumicato, argento al Great American Beer Festival dello stessso anno) e quella con bacche di vaniglia. Per chi si vuole divertire a passarle tutte in rassegna, c’è Ratebeer.
Malti North American Two-Row Pale, Crystal, Chocolate e Peat-smoked, luppoli Magnum e Mt. Hood; questa la spina dorsale della Smoked Porter; se volete provare a replicarla a casa, provate con il lievito WLP007 English Ale o con il WLP002 di White Labs.
Nel bicchiere è quasi limpida, di colore marrone con dei riflessi rosso porpora molto belli;  schiuma da manuale, fine e compatta, molto cremosa, molto persistente, di colore beige. L’aroma è però abbastanza debole: orzo tostato, qualche lievissimo sentore di caffè e di cioccolato al latte e, ovviamente, di affumicato visto che si tratta di una Smoked Porter. Molto meglio in bocca, dove è molto morbida, leggermente cremosa ma scorrevole al tempo stesso; la carbonazione è bassa, il corpo è tra il medio ed il leggero.  Il gusto ha intensità inversamente proporzionale dell’aroma: ci sono le tostature, qualche accenno di caffè e di cioccolato al latte, con una gradevole acidità data dai malti scuri. Molto secca, con un finale luppolato (lievemente resinoso) che lava bene il palato lasciandolo assaporare il lungo retrogusto amaro (tostature, caffè), dove finalmente s’avverte una leggera affumicatura. Non mi è sembrata un mosto di pulizia, ma è una  Porter (delicatamente) affumicata che si beve con grande facilità; l’amaro e le tostature sono abbastanza intense, nessuna “bruciatura”, ma aroma quasi inesistente.  Bottiglia in scadenza, ma considerando la breve shelf-life di (soli) quattro mesi stabilita dal birrificio, si tratta comunque di un esemplare ancora giovane. Non la migliore Porter a stelle e strisce che io ricordi, tra quelle bevute: il confronto “bottiglia su bottiglia” non fa molto testo, ma la stessa Alaskan e soprattutto la Founders mi erano piaciute nettamente di più. Se la gioca sullo stesso piano di Sierra Nevada ed Odell Cuttroath.    
Dimenticavo il video ufficiale di presentazione della birra, che ovviamente Stone non ci fa mai mancare.
Formato: 65 cl., alc. 5.9%, IBU 53, lotto 24/11/2013, scad. 24/01/2014.

3 commenti:

  1. ogni tanto leggo e rileggo le tue recensioni di Stone Brewing, mi viene l'acquolina solo a rileggerle....pirma o poi un giro a san diego lo DEVO fare
    per ora mi limito a studiare il libro di Mitch Steele , tento di replicare qualche loro gioiellino a casa ; una su tutte la Sublimely Self Righeous

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    1. San Diego merita davvero, e non solo per la birra ! La Sublimely è davvero ottima, forse la miglior Black IPA che abbia mai bevuto.
      Se a casa ti viene bene qualche loro replica, ti mando il mio indirizzo :)

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    2. l'anno scorso ci ho provato con la Sublimely, ho messo un pò troppo Carafa III, ma il profumo era eccezionale. a inizio 2014 ho ritoccato la ricetta, ma stavolta non ho "copiato" la SSR : magnum,columbus,cascade e centennial

      le tue recensioni sono ottime, grande
      cheers !

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