martedì 11 novembre 2014

Opperbacco Deep Underground

Dopo oltre un anno di assenza ritorna nel bicchiere il birrificio abruzzese Opperbacco, guidato dal 2009 da Luigi Recchiuti. 
Deep Underground è una delle ultime nate, arrivata a fine 2012, e si tratta di una collaborazione; non ci sono però altri birrifici coinvolti questa volta, ma due gli homebrewers Matteo “Iumbe” e  Loreto Lamolinara. Come racconta Ricchiuti, “Deep Underground è la prima birra pensata con Matteo (Iumbe) che mi ha spinto verso degli stili che non amavo ma che sono riuscito a fondere, reinterpretandoli e plasmandoli secondo i miei gusti. L'ho voluta secca ed amara, inseguendo un difficile equilibrio tra luppoli e malti scuri, senza vincoli di stile” La base di partenza è quella di una Robust Porter, prodotta con un bel parterre di avena, frumento e malti (pale ale, pilsner, crystal, special b, chocolate), e sottoposta poi ad una massiccia luppolatura di Dana e Summit. All’aspetto è di colore ebano scurissimo, con una cremosa testa di schiuma beige, molto persistente. Il naso, ancora abbastanza fresco, è effettivamente specchio della generosa luppolatura con pompelmo e qualche lieve nota di frutta tropicale (mango e melone retato); bisogna attendere che la birra si scaldi per avvertire la leggera presenza di toffee e di pane nero). 
C’è invece maggior equilibrio al palato, dove le note terrose, tostate e di pane nero e liquirizia si spartiscono il palco con quelle di pompelmo e di tropicale; man mano che la temperatura nel bicchiere si alza, la livella tende ad inclinarsi in direzione dei malti, con un bel finale intenso ed amaro, ricco di tostature e di caffè. L’alcool (7.1%) è molto ben nascosto, la bevuta è pulita e gradevole, con il giusto livello di bollicine ed un corpo medio; è molto chiaro (colore a parte) quello che c’è nel bicchiere ma forse risulta un po’ più difficile incasellarlo tra gli stili:  si potrebbe discutere sul fatto che ci sia troppo luppolo anche per una “hoppy” porter,  e troppi malti per una Black IPA. Il risultato – se dovete solo berla - è un sostanziale chissenefrega: Deep Underground è ben fatta e riesce a far convivere con buona eleganza due mondi spesso non facili da gestire, regalando buona soddisfazione a chi ha il bicchiere in mano.   Per chi non ne avesse abbastanza, ne esiste anche una versione “Imperial” (con aggiunta di liquirizia e caffè a fine bollitura) che alza ulteriormente il tasso alcolico a 9.5%. 
Formato: 33 cl., alc. 7.1%. IBU 104, lotto 3914, scad. 07/2015, pagata 4.20 Euro (foodstore, Italia).

Nessun commento:

Posta un commento