sabato 30 maggio 2015

Horizont Japán Búza, RothBeer Pyromania, Hedon Madame Porter

Nuovo trittico di birre ungheresi, dopo quelle della Monyo passate in rassegna qualche settimana fa. Ve le presento in ordine di gradimento in un post unico, visto che si tratta di birre che in Italia non sono mai arrivate e, forse, mai arriveranno. 
Dalla beerfirm di Budapest Horizont Sorok ecco la Japán Búza, una birra di frumento realizzata assieme all’homebrewer Kelemen Ottó, vincitore di un imprecisato concorso del 2014 dedicato alle produzioni casalinghe. La birra viene prodotta al birrificio Kaltenecker, in Slovacchia; da quanto leggo sul sito del produttore si tratta di una Hefeweizen la cui ricetta prevede, oltre al frumento, malti Pilsner, Munich, caraamber e caramünich II; ma la sua caratteristica principale dovrebbe essere la luppolatura affidata, oltre che al Magnum, al giapponese Sorachi Ace: da qui il nome scelto, Japán Búza (“buza” significa appunto frumento). 
5.6%  ABV ed un colore che l’avvicina più a quello di una Dunkelweizen (ambrato con riflessi arancio, opaco), presenta al naso sentori di banana matura, limone e, mi sembra, salvia: rendono davvero complicato descriverlo. Le cose non migliorano in bocca: pulizia cercasi disperatamente e sensazione palatale che di compone di banana matura, caramello ed un amaro erbaceo poco elegante e poco gradevole. Ma la cosa che disturba maggiormente è la sua pesantezza a livello tattile, ovvero tutto il contrario di quello che una Weizen dovrebbe essere. Le poche bollicine non aiutano di certo a risollevarla, con il risultato di una birra pesante e poco dissetante, che passa dal dolce del caramello e della banana matura all’amaro vegetale un po’ astringente. Bottiglia sfortunata?
Sempre alla slovacca  Kaltenecker produce anche la beerfirm Roth Beer che ha sede a Nagykovácsi, una quindicina di chilometri da Budapest. Fondato da Zoltán Róth, homebrewer dal 2005 e vincitore nel 2012 del titolo di miglior homebrewer ungherese con la Távoli Galaxis, una IPA che ho avuto l’occasione di provare a Budapest, onesta e di buona fattura. Nel 2013 la beerfirm viene proclamata da Ratebeer come il miglior “birrificio” ungherese; oltre alla già citata IPA, produce una serie di birre single hop IPA (Bakancslista IPA) e Pyromania (7.5%), una “Füstös Barna” (“scura affumicata”),  che tecnicamente è una Smoked Porter. Cinque i tipi di malto utilizzati (Pilsner, Munich, Dark Caramel, Carafa e Smoked) con luppoli Magnum e Spalter Spalt. 
Nel bicchiere è di un bel marrone limpido, con intensi riflessi rossastri ed una compatta schiuma beige, molto persistente. Il suo percorso inizia male, con un aroma poco intenso e  poco pulito: carne affumicata, una parvenza di pane nero. Molto meglio in bocca, dove c’è per lo meno una buona intensità ed un livello accettabile di pulizia. Il problema è che gli elementi che la compongono non sono in buona armonia tra di loro e sembrano far a spallate l’uno con l’altro per rubarsi la scena a vicenda: l’orzo tostato, il caffè e il lieve affumicato mal s’accompagnano alla generosa luppolatura che porta in dote un amaro vegetale, terroso e poco elegante. Ci sono anche liquirizia e dolce caramello, mentre la sensazione palatale è morbida; l’alcool è ben nascosto, portando solo un leggero tepore. Non ci sono evidenti difetti o puzzette, quello che manca soprattutto è amalgama ed armonia; aroma a parte, più che una porter affumicata ma ha piuttosto ricordato una Black Ale generosamente luppolata, quasi di stampo americano, non fosse che dichiara di utilizzare solo luppoli europei. La sufficienza comunque se la porta a casa, con ampi margini di miglioramento.
Chiudo il trittico con la Madame Porter prodotta da un'altra beefirm di Budapest, la Hedon, fondato da Németh Antal (birraio, ex-homebrewer), George Szlamka (Marketing) ed Elek Zoli, che attualmente produce al birrificio Guri Sörfőzde di Jászapáti, circa 150 chilometri ad est di Budapest. 
Marrone scuro, un po' torbido, con riflessi ambrati; schiuma beige, fine e cremosa, dalla buona persistenza. La gradazione alcolica quasi da session beer (5%) non è una scusa per rinunciare all'intensità: il naso è inaspettatamente ricco di orzo tostato, cioccolato al latte, chicchi di caffè, una suggestione di vaniglia e lievi sentori di carne affumicata e di cenere. C'è pulizia ed una discreta eleganza. Bene anche il gusto, semplice ma ben fornito di caffè, orzo tostato, cioccolato e liquirizia. L'unico appunto che mi sento di farle è di essere leggermente slegata ed un po' sfuggente in bocca, con troppe bollicine per lo stile ed un'acquosità un po' troppo accentuata. Detto questo, nonostante i 24 IBU dichiarati ha una chiusura amara abbastanza intensa di caffè e tostature. Una Porter ben fatta, bilanciata e pulita, che mantiene alta l'asticella dell'intensità garantendo il massimo della facilità della bevuta. 
Nel dettaglio:
Horizont Japán Búza, formato 33 cl., alc.5.8%, IBU 16, scad. 14/08/2015, pagata 2.51 Euro.
RothBeer Pyromania, formato 33 cl., alc. 7.5%, IBU 35, scad. 16/09/2015, pagata 2,79 Euro.
Hedon Madame Porter,formato 50 cl., alc. 5%, IBU 24, scad. 20/07/2015, pagata 2.68 Euro.

NOTA: la descrizione della birre è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglie, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale dei birrifici.

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