Torniamo ad accogliere sul blog Eastside Brewing, birrificio laziale (Latina) fondato nel 2013 da Luciano Landolfi, Tommaso Marchionne, Alessio Maurizi, Cristiano Lucarini e Fabio Muzio. La loro storia ve l’avevo raccontata dettagliatamente in quell’occasione; il birraio è Luciano il quale riesce ancora a coniugare gli impegni in birrificio con il suo lavoro quotidiano altrove: nel concreto questo “stakanovismo” si traduce nel recarsi in birrificio alla sera e ogni weekend.
Dopo Sunny Side e Sera Nera passiamo oggi in rassegna altre due birre disponibili tutto l’anno: si tratta dell’American Pale Ale Soul Kiss, la birra con la quale Eastside debuttò nel 2013 e l’(American) Brown Ale Sweet Earth. Entrambe disponibili oltre che in fusto anche nel formato 33 e 75 centilitri accompagnate dalle belle etichette realizzate da Roberto Terrinoni, ognuna delle quali racconta una breve storia per immagini collegata alla birra, al territorio o alle passioni dei soci del birrificio. Prima di stappare, un ringraziamento al birrificio che mi ha inviato queste birre da assaggiare.
Le birre.
Partiamo quindi dalla Soul Kiss, classica American Pale Ale che vede come protagonista il Cascade, ovvero il luppolo che ha caratterizzato l’inizio della Craft Beer Revolution americana; qui viene affiancato dal più moderno Citra, luppolo sviluppato nel 2007 e diventato in pochi anni molto popolare. L’etichetta rappresenta il bacio o, se preferite, l'unione tra il cielo e la terra che colorano il volto dei due amanti.
Il suo colore è ramato, con riflessi dorati ed una lieve velatura: bianca, cremosa e compatta, la schiuma ha un’ottima persistenza. L’aroma è un omaggio al Cascade e ai suoi inconfondibili profumi del pompelmo e floreali: qui vengono affiancati in secondo piano da quelli di frutta tropicale (mango, ananas) e di aghi di pino/resina, in un contesto pulito ed elegante, dalla buona intensità. Il percorso continua al palato senza deviazioni: la base maltata, biscotto e lieve caramello, non è invadente e consente ai luppoli di esprimersi senza impedimenti. Il pompelmo è sempre sugli scudi, poi qualche intermezzo di frutta tropicale prima di un bel finale amaro nel quale domina la resina, con un’intensità che punge senza eccedere in estremismi. La bottiglia in questione, nata lo scorso novembre, mostra ancora un ottimo livello di freschezza che consente d’apprezzare la pulizia e l’eleganza di un’American Pale Ale facile da bere e sempre bilanciata, anche nel retrogusto, dove l’amaro della resina viene ingentilito da accenni dolci che richiamano caramello e frutta tropicale. Un’interpretazione classica dello stile lontana da ruffianerie contemporanee e spremute di frutta: gradevole e morbida al palato, carbonazione medio-bassa, una birra che non stanca e che ti può accompagnare per tutta la serata pinta dopo pinta.
Passiamo all’American Brown Ale chiamata Sweet Earth, la cui etichetta parla di un frammento di storia del territorio, quello che riguarda la bonifica delle paludi dell'Agro Pontino; si dice infatti che i contadini, dopo aver ricevuto gli appezzamenti di terra, avessero l’abitudine di “assaggiarla” per valutarne la qualità. Ecco la “dolce terra”, protagonista di una birra che ha il suo stesso colore e che vede anche l’utilizzo di una piccola percentuale di malto torbato, altro elemento collegato alla terra. L’unico luppolo utilizzato in questa ricetta è il Summit.
Il suo colore "terroso" è impreziosito da riflessi ambrati e rossastri e sormontato da una cremosa e compatta testa di schiuma. Al naso un bouquet molto interessante nel quale trovano spazio profumi di pane nero e biscotto, le delicate tostature del pane e, in secondo piano, gli esteri fruttati (mirtillo); man mano che la birra s’avvicina alla temperatura ambiente emergono accenni di caffè e un lievissimo affumicato. La sensazione palatale è ottima, in un compromesso molto ben riuscito tra scorrevolezza e morbidezza: poche le bollicine. Caramello, biscotto e pane leggermente tostato caratterizzano una bevuta facile che tuttavia nasconde una bella complessità fatta di suggestioni di caffè e cioccolato, un filo di fumo. Chiude con una buona secchezza e un amaro elegante, di un'intensità adeguata a non saturare mai il palato, nel quale s'incontrano note resinose, terrose ed una leggera tostatura. Brown Ale davvero ben fatta e molto pulita, probabilmente la produzione Eastside che maggiormente mi ha colpito tra quelle bevute sino ad ora; una grande facilità di bevuta s'abbina ad una notevole intensità in una birra davvero molto riuscita. Lo stile non è molto frequentato dai birrai italiani ed è un vero peccato, soprattutto quando nascono interpretazioni molto convincenti come quella di Eastside.
Nel dettaglio:
Soul Kiss, formato 75 cl., alc. 5.5%, lotto 5016, scad. 11/2017, prezzo indicativo 10,00 Euro
Sweet Earth, formato 75 cl., alc. 6%, loyal 4016, scad. 10/2017, prezzo indicativo 10,00 EuroNOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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