Per il secondo anno consecutivo nei giorni che precedono il weekend di Pasqua, a Leeds si tiene il festival Hop City organizzato dal birrificio Northern Monk ed ospitato nei propri locali. Da giovedì 29 a sabato 31 marzo trenta birrifici provenienti da tutto il mondo faranno felici appassionati beergeeks e semplici bevitori. Il biglietto d’ingresso, che vi dà diritto solamente ad un bicchiere per la degustazione, è fissato a 16.79 sterline: due le sessioni previste per ogni giornata del festival, una mattiniera (11:30-16) e una serale (18-22:30). Il festival è ovviamente dedicato al luppolo: se volete bere altro è meglio che attendiate l'evento Dark City che si tiene in autunno.
Duemilacinquecento i tagliandi disponibili per poter accedere ad un’offerta di 88 birre prodotte trentatré birrifici dislocati in tutto il mondo: oltre alle birre di casa di Northern Monk saranno presenti Foam Brewers, Other Half, Bissell Brothers, Fuerst Wiacek, Mikkeller, Stigbergets, Dry & Bitter, Omnipollo, Seven Island Brewery, Equilibrium, Zapato, Burning Sky, Brew By Numbers, Cloudwater, Magic Rock, Siren, Verdant, Track, Wylam, Beavertown, Buxton, Stone, Five Points, Fourpure, Burn Mill, Whiplash, Left Handed Giant, DEYA, Legitimate Industries, Wilde Child, Ridgeside e Saltaire. L’Italia è ancora una volta assente.
Anche nel 2018 Northern Monk ha prodotto la birra “ufficiale” del festival, ovviamente chiamata Hop City; non sono riuscito a capire se si tratti di una riedizione di quella fatta per l’edizione 2017 o se i tratti di una nuova ricetta. La lattina è rivestita dalla bella “doppia etichetta apribile” realizzata dalla Jon Simmons Design & Illustration: sul lato esterno un enorme sole a forma di cono di luppolo irradia Leeds, sollevandolo troverete una seconda etichetta che riporta tutte le informazioni sul festival: birrifici presente, mappa e date.
La birra.
I birrifici Northern Monk, Verdant, Deya e la Yakima Chief – Hopunion, noto fornitore amercano di luppolo, hanno collaborato per realizzare una Double IPA (8.4%) prodotta con Citra, Amarillo, Mosaic (cryo pellets) e una varietà sperimentale nominata HBC 438; oltre al malto sono stati utilizzati frumento maltato e avena. Ha iniziato ad essere distribuita alla metà di febbraio.
Il suo colore è arancio pallido, opaco: la schiuma biancastra è cremosa e compatta ed ha un’ottima persistenza. L’aroma, valorizzato dalla gioventù anagrafica della lattina, è intenso e pulito: ananas, mango, cedro, pompelmo e mandarino sono accompagnati da quel “dank” che ricorda tanto la cannabis. Sebbene molto gradevole, il bouquet non è tuttavia un manifesto d’eleganza e i vari elementi potrebbero essere più definiti. La sensazione palatale è ottima e molto gradevole: c’è una leggera cremosità che non sconfina in quegli eccessi che riducono la velocità di bevuta. Aspetto e mouthfeel guardano al New England ma nel bicchiere io ci trovo un bel pezzo di West Coast: un tocco maltato in sottofondo (pane, biscotto) e un bel profilo fruttato nel quale trovano posto ananas, pompelmo, mandarino, forse mango. L’alcool è piuttosto ben nascosto e questa Double IPA scorre con pericolosa facilità; chiude con una bella secchezza e un amaro resinoso/dank abbastanza intenso ma di breve durata, pronto a lasciare subito spazio ad un retrogusto “piacione” di frutta tropicale e ad un lieve alcool warming. Non è esplosiva e potrebbe essere più definita in alcuni passaggi ma questa Hop City viaggia su alti livelli: pulita e fresca, intensa ma ben equilibrata, non scade in inutili manierismi ed estremismi privilegiando la facilità di bevuta.
Che l’Hop City 2018 abbia inizio, per chi ha la fortuna d’andarci. Formato 44 cl., alc. 8.4%, IBU 25, lotto SYD090/091, scad. 30/06/2018
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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