martedì 15 gennaio 2013

Freigeist Caulfield Mocha Flush

Sebastian Sauer è un attivissimo protagonista di un "sottobosco" brassicolo che in Germania sta cercando di portare un po' di innovazione ad una tradizione secolare che sembrava immutabile. Assieme a Peter Esser dirige a Colonia il brewpub Braustelle Brauerei ed il beershop on line Bierkompass.de (dal quale potreste forse acquistare importazioni dagli USA a prezzi quasi più convenienti che in Italia). Ma utilizza anche gli impianti del brewpub per dare vita ad alcuni beer firm: con la propria (ex) fidanzata mette in piedi la Monarchy Of Musselland, che dura giusto il tempo della loro relazione, con tanto di addio comunicato su Facebook (sic); poi c'è il progetto Freigeist Biercultur. Quello che certo non manca a Sebastian ed a Peter è una buona dose di follia e di voglia di "farlo strano".  Internet non abbonda di notizie, ma ci sembra di capire che le "innovazioni" della tradizione tedesca vengono fatte principalmente con il marchio Braustelle (una berliner weisse con malto affumicato, una koelsch con amarillo, una dark gose barricata, solo per citare alcuni esempi), mentre Freigeist  attinge al resto del mondo (soprattutto USA), non disdegnando le irrinunciabili collaborazioni (una sour ale affumicata con i texani Jester King, ad esempio) ed i tanto odiati/amati blend (come quello con un altro birrificio che ama "farlo strano", i belgi dell'Alvinne). A complicare le cose, Freigeist ha anche una gose fermentata con arance (sic), una imperial alt, ed una gueuze assemblando imprecisate bottiglie di Hanssens, 3 Fonteinen, Oud Beersel, Cantillon, Lindemans e Mort Subite. Tanta, troppa carne al fuoco, un numero di birre one shot già molto elevato, e qualche problema di costanza produttiva; più che a perfezionare quello che fa, Sebastian sembra perennemente impegnato a cercare qualcosa "di diverso" da fare, con risultati altalenanti. Nel mucchio abbiamo pescato la Caulfield Mocha Flush, ovvero una imperial stout (Caulfield) che matura con chips di quercia. Molto amatoriale (e brutta) l'etichetta, che contiene solamente la lista degli ingredienti in inglese/tedesco/italiano e riporta la data d'imbottigliamento (Marzo 2012) e quella di scadenza, stranamente ravvicinata per lo stile  (Marzo 2013). E' quasi nera, non forma nessuna schiuma bel bicchiere se non una timida patina color nocciola che forma un piccolo pizzo. L'aroma è quasi assente: avvertiamo una decisa presenza etilica, sentori di salsa di soia, forse cuoio, qualche puzzetta di formaggio. La sensazione al palato è ancora peggiore: ha una viscosità quasi "gommosa", una sorta di gel liquido che rimane appiccicato al palato, quasi privo di carbonazione. Il gusto è incomprensibile; molto acido lattico, una netta nota salmastra che fa assomigliare questa birra ad una salamoia nera, con l'alcool sempre ben in evidenza. Una vera zozzeria che probabilmente non ha gradito neppure il lavandino. Ci sarà capitata una bottiglia sfortunata; le 46 persone "fortunate" che ad oggi l'hanno assaggiata e votata su Ratebeer le attribuiscono un punteggio di 95/100, per quello che piò significare. Formato: 33 cl., alc. 10%, lotto 03/2012, scad. 03/2013, prezzo 5.60 Euro.

2 commenti:

  1. A parte la tremenda descrizione che ne dai, mi sarebbe piaciuto, se la foto fosse stata più ad alta risoluzione, vedere gli ingredienti... Non fosse che per una sfizio... ;)

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    1. riporto testuale:
      acqua, orzo e segale malto, luppolo, zucchero, lievito

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