mercoledì 24 dicembre 2014

Delirium Christmas

E' Léon Huyghe,  arrivato a Melle (una quindicina di chilometri a sud-est di Gand) nel 1902, a fondare quattro anni dopo la Brouwerij Den Appel, rilevando la proprietà di un birrificio preesistente. Il nome rimane in uso sino al 1936, quando viene modificato in Leon Huyghe Ltd. Nel corso degli anni il birrificio è stato sottoposto a numerose espansioni che hanno consentito la produzione di una vastissima gamma di prodotti e di marchi, anche per conto terzi. L'accusa che viene loro rivolta (cito la Good Beer Guide Belgium) è quella di produrre sostanzialmente delle leggerissime varianti di poche birre "base", dal gusto identico. Prendiamo ad esempio l'atroce linea di radler/birre alla frutta chiamata Floris (la tremenda Florisgaarden Chocolat Gardenbeer si becca un sintomatico 1/100 su Ratebeer) che sono offerte anche con una diversa etichetta (Morels) e che non differiscono molto dalle tropicaleggianti Mongozo o da altre birre alla frutta, sempre prodotte da Huyghe, chiamate Früli.
Non è un caso che dietro alla loro birra di maggior successo ci sia anche una grande operazione di marketing e d'immagine. La famosa birra dell'elefantino rosa, la Delirium Tremens, venne prodotta per la prima volta nel dicembre del 1988, diventando velocemente la flasghip beer di Huyghe, accompagnata da un vasto merchandising. Inizialmente bandita dagli Stati Uniti e dal Canada, ha visto nascere nel 1992 una "confraternita di adepti" (Confrerie van de Roze Olifant) a scopo promozionale; nel 1999, per celebrarne il decennale, nacque  la Delirium Nocturnum, mentre la Huyghe continua la sua crescita acquistando e poi chiudendo altri birrifici belgi ed incrementando l'export che arriva ad assorbire il 70% della produzione. Nel 2012 vengono inaugurati i nuovi impianti, che con un investimento di sette milioni di euro permettono di aumentare la capacità produttiva a 350.000 ettolitri l'anno. Rimangono da citare il Délirium Café, a Bruxelles, le caratteristiche bottiglie di vetro che cercano di emulare la ceramica e, ovviamente, la Delirium natalizia.
Alternativamente commercializzata come Delirium Christmas o Delirium Noël, si presenta nel bicchiere di un bell'ambrato carico con riflessi ramati, limpido; solido e generoso il cappello di schiuma, color ocra, cremoso e molto persistente. L'aroma delude, è quasi assente: a fatica emergono sentori di caramello e biscotto, frutta secca, pera e canditi. L'elevatissima carbonazione è la prima cosa che risalta al palato, disturbando la percezione del gusto; la consistenza è quasi oleosa, il corpo medio. Biscotto e toffee danno il benvenuto, c'è un accenno di uvetta e di frutti rossi, c'è il dolce dello zucchero candito. Il finale è sorprendentemente secco, con una lieve nota amaricante di frutta secca ed erbacea che non ti saresti mai aspettato. L'alcool (10%) è molto ben nascosto, e sono piuttosto le bollicine in eccesso a rallentare la velocità di bevuta: ma il principale difetto dell'elefantino rosa natalizio è, in netto contrasto con la sua immagine eccentrica, la noia. Pochi elementi in gioco in una strong ale monocorde che, a parte riscaldare in maniera morbida e discreta che la beve, risulta molto avara nel dispensare emozioni. 
Formato: 33 cl., alc. 10%, lotto 21 14 246, scad. 09/2017, pagata 4.00 Euro (beershop, Italia).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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