lunedì 21 marzo 2016

Toccalmatto/Naparbier: St. Germanus Ghost Quadrupel

Aggiungiamo un altro episodio all’infinita saga delle collaborazioni del birrificio emiliano Toccalmatto; questa volta tocca agli spagnoli di NaparBier recarsi in visita a Fidenza per realizzare una Quadrupel speziata con cannella e chiodi di garofano. La collaborazione viene annunciata a settembre 2014 con le immagini di Bruno Carilli e Juan Rodriguez – birraio di Naparbier – vestiti da monaci. 
Ammetto di non conoscere il birrificio spagnolo, fondato nel 2009  da Juan Rodriguez e Josu Taniñe, homebrewers dal 2005 e vittime dell’ERE (Expediente de Regulaciòn de Empleo), procedimento che regola i licenziamenti di massa per ragioni economiche; aiutati dal birraio tedesco  Alex Schmid e da altri due soci  (Txerra Aiastui e José Javier Rodríguez) i due homebrewers lasciano il proprio precario lavoro per iniziare la produzione di birra. Nel 2012 il birrificio si trasferisce  a Noáin, Navarra; a gennaio 2013 entra in società anche il belga Sven Bosch, che nell’ottobre dello stesso anno apre a Barcellona il BierCab, uno dei bar più frequentati dai beer geeks catalani.   A settembre 2014 il primo upgrade” degli impianti, con una nuova sala cottura da 30hl,  che permette di produrre anche alcune birre per conto terzi (Evil Twin) e di collaborare con Alvinne, Beavertown, De Molen, Hanndbryggeriet, Nøgne Ø, Lervig, Mikkeller e To Øl. 
Un primo incontro Toccalmatto era giù avvenuto a febbraio 2014 con la realizzazione della “hoppy saison” chiamata Wild Lady; come detto, il favore viene ricambiato in autunno dello stesso anno quando a Fidenza viene creata una “Ghost Quadrupel”  ispirata  - suppongo scherzosamente - “dalle pie opere di San Germano da Verona”:  se lo conoscete, fatemelo sapere, io non ne ho trovato traccia alcuna.

La birra.
Introdotta dalla macabra ma bellissima etichetta realizzata dall’illustratore spagnolo Antonio Bravo, collaboratore abituale di Naparbier, la St. Germanus si presenta del classico color tonaca di frate tendente all’ebano scuro; la schiuma è cremosa ma un po’ grossolana e collassa nel bicchiere piuttosto rapidamente.  L’intensità e la pulizia dell’aroma permettono di descriverlo senza grossi sforzi: la scena è dominata dalla frutta sotto spirito (uvetta di Corinto, prugna, datteri) alla quale s’affiancano i profumi di zucchero candito, pera, biscotto e un accenno di cioccolato. Non avverto nessuna delle spezie dichiarate (cannella e chiodi di garofano), probabile effetto dei mesi passati in cantina. Liquirizia, zucchero candito, caramello e frutta sotto spirito costituiscono la spina dorsale del gusto di questa potente Belgian Strong Ale (11%) che si sorseggia con calma ma senza troppa difficoltà: il corpo oscilla tra il medio ed il pieno, con una consistenza oleosa che le permette di scorrere senza intoppi, favorita da una carbonazione bassa. La bevuta è piuttosto dolce ma è ben attenuata e parzialmente bilanciata da una carezza amara che si compone di frutta secca, cioccolato, caffè e lievi tostature. L'alcool si fa sentire senza arrivare mai a bruciare e lascia un finale caldo ed avvolgente, morbido, intriso di frutta sotto spirito, capace di regalare buona soddisfazione a chi ha il bicchiere in mano. 
Il livello è alto ma ancora abbastanza lontano da quello delle grandi trappiste alla quale dichiara di essersi ispirata, e mi riferisco in particolare all'espressività del lievito; un fattore da tenere in considerazione visto il prezzo, nemmeno lontanamente paragonabile a quello delle belghe.
Formato:  75 cl., alc. 11%, lotto 14071, scad. 15/09/2019, 12.00 Euro (birrificio)


NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

3 commenti:

  1. suppongo si riferiscano scherzosamente al giornalista Germano Mosconi divenuto famoso per i suoi fuori onda a suon di bestemmie. Vedendo poi le foto sul sito di Toccalmatto mi sembra di aver incrociato il fotomontaggio di Mosconi vestito da papa.

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