martedì 24 gennaio 2017

Hoppin' Frog / Cigar City DareDevils Got Game

2016 ricco di collaborazioni per il birrificio dell’Ohio Hoppin' Frog,  fondato nel 2006 dal birraio  Fred Karm ad Akron; il birrificio esporta in Europa dal 2008 e ha voluto nuovamente collaborare, ripetendo l’esperienza del 2012, con alcuni birrifici del nostro continente. 
L’Hoppin Frog 2016 European Collaboration Tour chiama a raccolta i danesi della Dry & Bitter per una Baltic Porter, la beerfirm To Øl (SS Stout),  gli inglesi di Siren (la piccante 5 Alarm) e i norvegesi di Lervig con la massiccia Sippin' Into Darkness Imperial Stout che (nota personale) mi devo decidere a stappare al più presto. 
L’unica collaborazione realizzata nella madre patria, se non erro, avviene invece con Cigar City, birrificio che si trova a Tampa (Florida), fondato da Joey Redner e guidato dal birraio Wayne Wambles.  L’incontro si prospetta davvero interessanti, in quanto entrambi producono delle ottime imperial stout. Dalla Florida arrivano le (quasi) introvabili Marshal Zhukov e Hunahpu (quest’ultima prodotta solo una volta l’anno), mentre dall’Ohio ci sono le più facilmente reperibili B.O.R.I.S. e D.O.R.I.S., affiancate dalla nuova nata T.O.R.I.S. 
DareDevils Got Game, ovvero “i temerari sanno il fatto loro”: questo il nome scelto da Kelemen e Wambles: “l’abbiamo chiamata così perché entrambi ci sentiamo dei temerari nell’industria della birra; spesso realizziamo prodotti innovativi come questo, dagli standard qualitativi così elevati che diventeranno esempi da seguire”. 

La birra.
DareDevils Got Game è una massiccia Imperial Stout prodotta con avena, caffè e liquirizia italiana; debutta negli Stati Uniti a giugno 2016. Al solito le  Hoppin’ Frog non recano nessuna indicazione sulla data d’imbottigliamento: ipotizzando che anche questa risalga alla scorsa estate, si tratta di una bottiglia con sei mesi di vita: non proprio il massimo per una birra al caffè, ingrediente che tende ad affievolirsi abbastanza rapidamente. 
Il bicchiere si colora di nero e viene sormontato da una testa di schiuma nocciola, cremosa anche se un po’ scomposta, dalla buona persistenza. Al naso domina il caffè, in chicchi e macinato: buona l’intensità, ottima l’eleganza; l’accompagnano, molto in secondo piano, profumi di orzo tostato e liquirizia. Il minaccioso ed oleoso liquido versato nel bicchiere si rivela al palato meno proibitivo del previsto: corpo medio pieno, poche bollicine ed una consistenza che sembra privilegiare la scorrevolezza rispetto alla morbidezza. La bevibilità, considerata l’importante gradazione alcolica (10.4%) è piuttosto buona. La partenza è dolce di caramello, melassa e liquirizia che progressivamente vanno scemando lasciando emergere il caffè e le eleganti tostature: la bevuta è pulita e molto ben bilanciata, con l’alcool a diffondere un delicato calore che non disturba mai. Il livello d’amaro, rinforzato dalla resinosa luppolatura, aumenta nel finale con un bel crescendo di caffè e torrefatto che, sempre ben accompagnato dall’alcool, caratterizza anche il lungo retrogusto, impreziosito da accenni terrosi e di cioccolato fondente. 
Una Imperial Stout molto ben fatta e pulita, con pochi elementi in gioco disposti in maniera eccellente e bilanciata in ogni suo aspetto: non si trovano tutti i giorni birre così intense e potenti che si riescono a bere con davvero poco sforzo.
Formato: 65 cl., alc.  10.4%, IBU 60, lotto e scadenza non riportati, prezzo indicativo in Europa 18/20 Euro.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

  1. "Dalla Florida arrivano le (quasi) introvabili Marshal Zhukov e Hunaphu" Vuoi dire che sono arrivate anche qui in Europa????!!! E non ne sapevo niente??!!

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    1. No, con arrivano intendo "sono prodotte in Florida". Comunque qualche bottiglia di Marshal Zhukov Vanilla Hazelnut era arrivata qualche giorno fa su https://boxbeers.dk
      Finite in pochissimo tempo.

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