giovedì 17 maggio 2018

Founders Lizard of Koz

Nell’estate 2011 il birrificio Founders (Grand Rapids, Michigan)  otteneva l’autorizzazione per aggiungere altri 1000 metri quadrati di spazio al proprio quartier generale. Questo a completamento di un piano di espansione da 7 milioni di dollari per aumentare la capacità produttiva da 32.000 a quasi 60.000 ettolitri e, soprattutto, una nuova linea d’imbottigliamento flessibile per permettere di affiancare alle classiche bottiglie da 35.5 centilitri anche le nuove da 75. 
L’occasione è ghiotta per rendere finalmente disponibili al grande pubblico anche quelle birre “sperimentali” o occasionali che si potevano sino ad allora assaggiare solo alla taproom del birrificio: la “backstage series”. La prima ad essere imbottigliata è la Blushing Monk, una belgian ale con aggiunta di lamponi che era stata prodotta l’ultima volta dieci anni prima con il nome di Imperial Belgian Razz. A settembre dello stesso anno è poi arrivata la “mitica” CBS seguita, a febbraio 2012 dalla Curmudgeon’s Better Half.  Da allora ogni anno Founders ha continuato a rilasciare bottiglie di Backstage Series ad intervalli irregolari ma senza largo preavviso, perché “le birre sono pronte quando sono pronte. Abbiamo impegni con i distributori solo per le birre in produzione regolare, che sono poi quelle che ci aiutano a far tornare i conti”  dice il fondatore Engbers. La serie è poi continuata con la Frangelic Mountain Brown (oggi nota come Sumatra),  il barley wine 15th Anniversary Bolt Cutter, la Doom Imperial IPA la  Mango Magnifico con Calor  e tante altre. 
Non ho capito se la Backstage Series in bottiglia sia ancora attiva o se sia stata negli ultimi due anni sostituita dalla Barrel Aged Series: anche questa è formata da 4 birre che vengono commercializzate nel corso dell’anno, quasi a sorpresa.

La birra.
Una imperial stout nata per celebrare il trentesimo compleanno di Liz, la sorella del birrario di Founders  Jeremy Kosmicki. Viene chiamata con il suo stesso soprannome  (Lizard of Koz) e viene prodotta con alcuni dei suoi ingredienti preferiti: mirtilli freschi raccolti nel Michigan, cioccolato e vaniglia. L’imperial stout è stata poi messa ad invecchiare in botti ex-bourbon. Non si tratta tuttavia di una novità assoluta: la birra era già stata prodotta in occasione del Black Party organizzato da Founders nel 2015, ma allora era disponibile solamente alla spina della taproom. Il suo debutto in bottiglia nell’ambito della Backstage Series arriva solamente a novembre 2016.  
La sua veste è di colore nero, la sua schiuma è generosa, cremosa e compatta e mostra un’ottima persistenza. L’aroma restituisce quanto viene promesso in etichetta, con discreta intensità è ottima pulizia: il dolce dei mirtilli e della vaniglia, il legno. In sottofondo c’è qualche profumo di cioccolato e di frutta sotto spirito, prugna ed uvetta. La sensazione palatale è quella tipica  di molte altre birre “scure” di Founders: corpo medio, consistenza vellutata, quasi setosa. La bevuta è un caleidoscopio di sapori abbastanza inusuale, o se preferite un tumultuoso ottovolante. La partenza è quella di una imperial stout dolce di cioccolato al latte (non molto artigianale, in verità) e vaniglia alla quale fa seguito una brusca virata ricca dell’asprezza del mirtillo: dopo le curve e la ripida risalita, c’è una nuova discesa a capofitto nel dolce bilanciata da leggerissime tostature. Il bourbon rimane sotto traccia ma riesce comunque a regalare un bel finale un po’ più tranquillo (pensate al fine corsa del giro sulle montagne russe) con un retrogusto tiepido e accomodante di frutta sotto spirito. 
Il percorso non rientra esattamente nelle mie corde e i vari elementi sembrano respingersi anziché incontrarsi: a quasi due anni dalla messa in bottiglia il mirtillo è ancora molto evidente e la sua asprezza stride fortemente con il dolce di cioccolato e vaniglia. Se pensavate ad una birra simile ad un mirtillo disidratato ricoperto di cioccolato fondente siete fuori strada: birra tecnicamente ben eseguita che qualcuno magari amerà. Personalmente rimango un po' perplesso. 
Formato 75 cl., alc. 10,5%, IBU 40, lotto 11/2016, prezzo indicativo 15.00-20.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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