lunedì 21 maggio 2018

Mezzavia Nautilus

Inizia nel 2014 a Selargius (Cagliari) l’avventura del birrificio Mezzavia: a fondarlo sono il birraio Alessandro Melis e Gianmichele Deiana. Il debutto è ovviamente il punto d’arrivo di un percorso molto più lungo e complesso iniziato con l’homebrewing e, ancora prima, con il collezionismo d’etichette e la scoperta delle birre del Belgio classico.  Melis e Deiana hanno in comune la frequentazione della storica birroteca di Cagliari “Al Merlo Parlante”:  dei due è stato poi Alessandro a cimentarsi con l’homebrewing in una “carriera” decennale che gli ha portato numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e  anche l’esortazione, al Villaggio della Birra 2011, ad entrare nel mondo dei professionisti da parte di Kuaska. 
Ottenuti i finanziamenti necessari, nel 2012 sono iniziati i lavori per la costruzione del birrificio Mezzavia, nome ispirato da un frammento della poesia “Dopo la tristezza” di Umberto Saba:  “della birra mi godo l'amaro - seduto del ritorno a mezza via - in faccia ai monti annuvolati e al faro”. Due anni dopo, su di un impianto da sei ettolitri, prendono forma su grande  scala le ricetta precedentemente elaborate in casa da Melis:  la blanche Lunamonda, la blonde Merìdie ispirata al Belgio moderno e luppolato (De La Senne, De Ranke),  la Biére de Garde chiamata Gare de Roubaix, la belgian strong ale Malacoda e la imperial stout Nautilus costituiscono la gamma classica alla quale s’affiancano produzioni stagionali in fusto (l’American Pale Ale Line Up) o speciali in bottiglia (Resoa, un’American Wheat).

La birra.
Nautilus, in greco “marinaio”, è il nome scelto per una Russian Imperial Stout: birre destinate a “viaggiare per mare” dall’Inghilterra ai porti del Mar Baltico per raggiungere poi la corte degli Zar di Russia, dove erano particolarmente apprezzate. Il birraio Alessandro Melis la descrive così: “volevo esprimere in una birra una gamma di profumi a me molto cara, il profumo del tipico fine pranzo natalizio. Immaginate il momento del caffè, a tavola agrumi e frutta secca come noci prugne e fichi, cioccolato, panettone e dolci sardi (pabassinas e pan'e saba). Quella è stata la percezione da cui è nata Nautilus”. 
Il suo vestito è di colore ebano, piuttosto scuro: la schiuma è cremosa, compatta e mostra un’ottima persistenza. Ad un bell’aspetto fa però seguito un naso non particolarmente entusiasmante: l’intensità è davvero ai minimi termini e bisogna davvero faticare per avvertire qualche tostatura e  qualche accenno di caffè. Ma è l’unica note dolente in una bevuta che in verità regala belle soddisfazioni, se si ha la pazienza di lasciare che la birra si scaldi a dovere e si “apra” nel bicchiere. Al palato non c’è molta viscosità, ma Nautilus è un’imperial stout che preferisce rispettare la tradizione inglese piuttosto che correre dietro alle mode: il corpo è medio, la scorrevolezza è buona e c’è comunque una sensazione palatale morbida, quasi vellutata, a rendere gradevoli i sorsi. Caramello brunito, liquirizia, fruit cake, prugna e uvetta sotto spiritio danno forma ad una bevuta inizialmente dolce che viene poi bilanciata da una leggera acidità data dai malti scuri ma soprattutto dall’amaro del caffè, del torrefatto e di una generosa luppolatura. La chiusura è abbastanza secca, pulizia ed eleganza non mancano, l’alcool (9.5%) si fa sentire con vigore ma senza dover mai alzare troppo la voce,  regalando un morbido retrogusto e accomodante retrogusto. 
Gran bella imperial stout quella del birrificio Mezzavia, con l’unico rimpianto di un aroma sottotono: non cercate in lei la moda, i fuochi d’artificio o le densità catramose proposte dai birrifici scandinavi. Non entrerà nelle grazie dei beergeeks, ma chi ha voglia di versarsi nel bicchiere un classico molto ben eseguito e rispettoso della tradizione inglese troverà in questa Nautilus un ottimo esempio col quale passare un tranquillo dopocena.
Formato 75 cl., alc. 9.5%, lotto 007, scad.  01/11/2020, prezzo indicativo 12.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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