martedì 28 aprile 2020

LoverBeer Nebiulin-a 2016


Del birrificio LoverBeer aperto a Marentino (To) nel 2009 da Valter Loverier vi ho parlato in più di un occasione e vi rimando a questo link se volete passare in rassegna tutte le birre che sono transitate sulle pagine del blog in questi anni. Passiamo subito alla sostanza, ovvero a quella Nebiulin-a che Loverier definisce una Sour Aged Fruit Ale: “volevo creare una birra che fosse un tributo alla birra del Belgio che amo di più: la geuze. Dopo aver collezionato tre annate di una base che amo definire Biére du Lambic ho pensato di “sposarla” con la frutta delle colline intorno a La Morra che servono per creare il prestigioso nettare del Piemonte”. 
Quello che trovate in ogni bottiglia è dunque un blend di tre annate diverse di una birra che fermenta in legno mediante inoculo di batteri lattici e lieviti selvaggi, tra cui brettanomiceti, al quale viene poi aggiunta uva Nebbiolo proveniente dall’Azienda Agricola Monfalletto di La Morra (Cuneo), di proprietà dal 1340 della famiglia Cordero di Montezemolo. L’azienda possiede attualmente 51 ettari di superficie vitata nel cuore delle Langhe che utilizza per produrre Barolo, Barbera, Nebbiolo, Dolcetto, Arneis e Chardonnay. 
Da quanto ho capito la prima edizione della Nebiulin-a è datata 2013 ma fu quasi  tutta destinata all’esportazione; a giugno del 2014 sono arrivate le prime bottiglie e i fusti anche sul territorio italiano. Il Belgio e le Langhe s'incontrano idealmente su di un'etichetta che ritrae la Grand Place d Bruxelles e il piccolo borgo collinare di La Morra sullo sfondo.



La birra.
Andiamo ad assaggiare una bottiglia di Nebiulin-a 2016: il millesimo si riferisce all'annata in cui è stata aggiunta l'uva al blend assemblato con birra prodotta negli anni 2013, 2014 e 2015. 
Si veste di un bel color ramato impreziosito da riflessi rosè e dorati; le poche bolle che si formano in superficie svaniscono alquanto rapidamente. All'aroma convivono con successo le note funky (legno, cantina, pelle di salame) con quelle fruttate di marasca, lampone, limone, qualche accenno di fragola e di ananas. Al palato ci sono pochissime bollicine: un elemento che purtroppo penalizza notevolmente la bevuta rendendola poco viva e meno fresca di quanto potrebbe essere. Con meno profondità, intensità e definizione si tenta di replicare il riuscito equilibrio aromatico: note lattiche, aspre (limone, marasca), lampone e un finale nel quale appaiono caldi accenni vinosi e di legno, ma la chiusura potrebbe essere ancora più secca.  Nel complesso è una buona bevuta che dà il meglio di sé nel profilo aromatico: una birra il cui elaborato processo produttivo si protrae per tre anni ed ha quindi un prezzo di vendita piuttosto elevato, sopra i quaranta euro al litro. Quando il biglietto è di primissima fascia si hanno elevate aspettative che in questo caso non vengono completamente soddisfatte. Tocca ripetere il classico "bene ma non benissimo".
Formato 37,5 cl., alc. 7.2%, lotto PNEB05-0217, scad. 12/2025, prezzo indicativo 15,00-17,00 Euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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