venerdì 21 ottobre 2016

Val-Dieu Brune

Ritorna sul blog la Brasserie de l'Abbaye du Val-Dieu, della quale vi avevo parlato approfonditamente in questa occasione. Riassumendo, non si hanno notizie precise riguardo la produzione di birra presso l’abbazia cistercense di Val Dieu (fondata esattamente 800 anni fa, nel 1216), se non che l’attività cessò per effetto della secolarizzazione della Rivoluzione Francese e che i vecchi impianti di Val-Dieu furono definitivamente rottamati nel 1940 durante i lavori di restauro del monastero; dal 1975 al 1980 i monaci permisero (ingenuamente) al commerciante di bevande Corman di Battice l’utilizzo del proprio nome per realizzare la Tripel presso gli impianti della Brouwerij Van Honsebrouck, senza chiedere nulla in cambio. 
Nel 1993 il distributore Joseph Piron di Aubel (dove si trova il monastero) firmò con i monaci un contratto per la realizzazione di una serie di birre a nome Val-Dieu impegnandosi a corrispondere una commissione; il problema era che nel frattempo Corman aveva ad insaputa dei monaci registrato il nome “Val-Dieu” e  Piron fu quindi costretto ad acquistarlo da lui. 
Le “nuove” Val-Dieu vennero inizialmente appaltate alla Brouwerii Van Steenberge fino a quando non entrò in funzione il nuovo birrificio di Piron, la  Brasserie d'Aubel , situato a pochi chilometri dall’abbazia. Sembra tuttavia che la Blond e la Brune fossero di qualità molto bassa, con una serie d’infezioni e di problemi che portarono il giovane birrificio al fallimento nel 1995.  L’ultimo (e definitivo) tentativo di portare avanti il nome Val-Dieu è quello fatto nel 1997 dal commerciante di bevande Alain Pinckaers e dal socio Benoit Humblet, birraio proveniente dalla Kronenbourg; ai due venne l’intuizione di realizzare il birrificio in uno degli edifici del complesso cistercense. La produzione – che afferma di basarsi su ricette tramandate dall’ultimo abate di Val-Dieu – parte con Blond e Brune seguite nel 1998 dalla Tripel; se escludiamo i birrifici trappisti, Val-Dieu è di fatto a tutt’oggi l’unica abbazia in Belgio all’interno della quale viene ancora prodotta birra.  Dopo quasi vent’anni, Val-Dieu è ancora nelle mani di Alain Pinckaers e del nipote Michaël Pelsser;  il birraio Benoit Humblet se n'è invece andato ad aprire il microbirrificio  Bertinchamps a Gembloux e al monastero è arrivata la birraia Virginie Harzé assistita da Jonathan Petrenko.

La birra
Malti Pilsen e tostati, luppoli Saaz e Spalter sono utilizzati in questa Brune che riempie il bicchiere del tipico color tonaca di frate con riflessi ambrati; leggermente "sporca" di beige è la schiuma, cremosa e abbastanza compatta, dalla buona persistenza. Al naso, pulito, emergono pera, frutta secca, caramello e biscotto, qualche nota di amaretto: discreta l'intensità. Corpo medio, vivaci bollicine e ottima scorrevolezza sono le caratteristiche di una Dubbel che nasconde i suoi gradi alcolici (8%) solo come i belgi sanno fare: il gusto segue l'aroma, riproponendo caramello, biscotto e frutta secca, accompagnati da pera e qualche lieve nota di uvetta. Non c'è praticamente amaro, se si esclude un velocissimo passaggio di mandorla nel finale, ed una grande attenuazione a bilanciare il dolce della bevuta, con qualche lieve sconfinamento nell'astringenza; si torna subito in carreggiata nel retrogusto, con il tiepido ed accomodante conforto del dolce della frutta sotto spirito (uvetta, prugna). Non ci sono molte emozioni nel bicchiere ma c'è pulizia ed eleganza, tradizione: nonostante qualche imprecisione di troppo, c'è comunque una discreta soddisfazione.
Formato: 33 cl., alc. 8%, lotto illeggibile, scad. 09/06/2017,  pagata 1.35 Euro (supermercato, Belgio).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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