mercoledì 14 novembre 2018

Jester King / Perennial Artisan Ale Enigmatic Taxa

Sono 1400 i chilometri che separano St. Louis, Missouri, da Austin, Texas: un viaggio attraverso le grandi pianure dell’Oklahoma che si svolge quasi tutto lungo la Interstate 44, una delle principali autostrade degli Stati Uniti centrali che core oggi su quello che sino al 1950 era parte della mitica Route 66. 
A St. Louis si trova Perennial Artisan Ales (qui gli incontri precedenti), birrificio fondato dal birriario Phil Wymore assieme alla moglie Emily, che dopo aver lavorato alla Grindstone (Columbia, Missouri), alla Goose Island ed alla Half Acre (Chicago) ha deciso di ritornare in Missouri per inaugurare il proprio birrificio, con l’intento dichiarato di “puntare ai beergeeks. Vogliamo fare birre per le quali la gente si entusiasmi”. Promesse mantenute, soprattutto se si guarda all’hype che aleggia attorno ad alcune delle loro imperial stout barricate. 
Altra “vecchia conoscenza” del blog è Jester King Craft Brewery, birrificio texano di Austin che ha aperto le porte nel 2010: a guidarlo i fratelli Jeffrey e Michael Stuffings. Dal 2013 Jester King ha deciso di focalizzarsi esclusivamente sulle fermentazioni miste e spontanee e, dal 2015, si definisce una vera e propria Farmhouse Brewery avendo acquistato altri 58 acri di terreno nei quali coltiva frutta e verdura.  Anche in Texas non sono immuni all’hype, con beergeeks che spesso si mettono pazientemente in fila per ore per acquistare bottiglie. 
Jester King e Perennial hanno in comune l’amore per la tradizione belga, anche se in Missouri l’hanno un po’ “trascurata” (virgolette d’obbligo) in favore delle imperial stout, stile che invece Jester King ha quasi completamente abbandonato, eccezion fatta per la Black Metal. Non poteva quindi che essere il Belgio il terreno sul quale confrontarsi ed incontrarsi per una collaborazione, chiamata Enigmatic Taxa, che è stata realizzata nel 2017; Stuffings di Jester King ammette di amare le Hommel Bier realizzata da Perennial, a sua volta ispirata dalla a noi più nota Poperings Hommelbier prodotta dal birrificio Van Eecke, una Belgian Ale generosamente luppolata con oli Brewer's Gold ed Hallertau raccolti nei vicini campi di Poperinge. Nella Hommel Bier di Perennial, birra con la quale il birrificio di St. Louis debuttò nel 2011, ci finirono però luppoli americani (Chinook, Columbus e, in dry-hopping, Simcoe, Cascade e Mt. Hood). Jester King ha invece intenzione di mettere in pratica quella che è una delle sue specialità: inoculo spontaneo di lieviti e fermentazioni in foudres di legno.

La birra.
L’acqua è quella proveniente direttamente dal pozzo del birrificio di Austin; i malti sono Abbey, Biscuit e Carafoam, i luppoli  Zythos, Cascade e Simcoe.  In una notte di febbraio 2017, Jester King e Perennial mettono a raffreddare il mosto nella coolship all’aria aperta aggiungendo scorza e succo di pompelmo fresco. La mattina successiva avviene il travaso in botti di legno:  nei foudres è stato lasciato il lievito utilizzato per fermentare la birra precedente, la brown ale Ol Oi. Dopo due mesi la birra è stata trasferita in tini d’acciaio per effettuare un dry-hopping di Cascade, Simcoe e un luppolo sperimentale della Oregon Hophouse chiamato X17; l’imbottigliamento è avvenuto il 15 maggio 2017 e la birra è stata poi fatta maturare per quattro mesi prima di essere messa in vendita, il 15 settembre alla tasting room del birrificio.  2700 bottiglie disponibili al costo di 14 dollari cadauna. 
Il suo colore è dorato antico, leggermente velato: leggero gushing, schiuma biancastra compatta e cremosa, praticamente indissolubile. Al naso pompelmo e limone sono accompagnati da note funky di legno, sudore, cantina e cuoio; man mano che la birra si scalda emergono in sottofondo piacevoli note di ananas e frutta a pasta gialla. Al palato le vivaci bollicine sono ammorbidite da accenni cremosi in sottofondo che non t’aspetteresti di trovare; il risultato è comunque azzeccatissimo. La bevuta è molto secca e caratterizzata dall’asprezza di pompelmo, limone, lime, mandarino e, in tono minore,  uvaspina e  mela verde; la componente rustica/funky si  snoda attraverso terra, cuoio, legno e cantina. Si chiude ovviamente con l’amaro della scorza d’agrumi ma c’è spazio anche per qualche tannino: è una birra estremamente rinfrescante e dissetante che, se lasciata riscaldare, regala anche qualche inatteso spunto vinoso.
Dietro ad un’apparente semplicità ci sono piccoli dettagli a creare una sorprendente complessità: non è il paradiso ma il risultato finale mi sembra di livello piuttosto alto.
Formato 75 cl., alc. 6.9%, 30 IBU, lotto 05/2017, prezzo indicativo 17.00-28.00 Euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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