martedì 6 novembre 2018

Lervig Toasted Maple Stout

E’ sempre un piacere ospitare sul blog il birrificio norvegese Lervig guidato dall’instancabile birraio americano Mike Murphy; qui trovate tutte le birre assaggiate negli anni scorsi. Nel 2017 Lervig aveva lanciato circa 35 nuove birre, una ogni 10 giorni, e la tendenza nel 2018 è leggermente in calo, visto che siamo  attualmente fermi a 22 : “facciamo tanti nuovi prodotti e il nostro ufficio vendite non riesce a tenere il passo – ci scherza sopra Mike  - Una birra nuova significa un codice a barre nuovo, un codice prodotto, un inserimento a sistema, un illustratore che faccia l’etichetta e informare chi deve poi venderla. Abbiamo lavorato sodo tutta l’estate ma ora stiamo rallentando perché il nostro confezionamento, ora che un dipendente tornato in Inghilterra, è ingolfato”. E ancora:  “un buon birraio deve lavorare sodo, avere passione ed essere fiero di quello che fa: deve sapere cosa gli piace in una birra e attenersi a quello.  Avere un buon palato è assolutamente necessario. Come uno chef, non è molto diverso. Alcuni birrai  sono bravi a fare le birre, altri sono bravi anche se non realizzano personalmente la birra perché sono bravi a comunicare la ricetta alla gente che lavora con loro. In teoria potrei farlo anch’io, e invece sono ancora qui. Se qualcosa si rompe, devo aggiustarla io. Sarei felice se riuscissi a trovare un altro Mike, così potrei fare un passo indietro. Mi sono sempre fatto il culo. Lunghe giornate, finchè non si finisce. Il nostro orario di lavoro è “finchè non si finisce”.  Fare birra non è un lavoro affascinante come si pensa: non è ammirare i tini luccicanti e pensare tutto il giorno alle ricette. La maggior parte consiste nel pulire, sollevare e spostare materiale chimico pericoloso, scaricare camion, avere a che fare con liquidi bollenti e Co2.  Io porto anche fuori la spazzatura.”

La birra.
Non è esattamente una novità 2018 ma poco ci manca: Toasted Maple (Imperial) Stout è arrivata in fusto nel dicembre del 2017, seguita a gennaio dalle lattine adornate dall’etichetta realizzata da Nanna Guldbæk, dal 2017 collaboratrice fissa di Lervig.  La ricetta prevede malti Pilsner, Chocolate e Caramalt, avena, luppolo Aurora, sciroppo d’acero, vaniglia e un tocco di lattosio; abbinamento consigliato da Lervig?  Pancakes. 
Si presenta vestita di nero e la sua piccola testa di schiuma cremosa è piuttosto rapida a dileguarsi. L’aroma restituisce quanto promesso dal nome della birra: sciroppo d’acero e vaniglia compongono un dessert abbastanza intenso ma poco raffinato. In sottofondo si scorgono profumi di cola, liquirizia, caramello. Al palato è leggermente oleosa ma la sua consistenza non è particolarmente impegnativa: meglio così, perché una coltre di catrame dolce sarebbe davvero difficile da digerire. Ammetto di non amare alla follia le “pastry stout”, nelle quali gli ingredienti aggiunti sovrastano completamente la birra anziché semplicemente arricchirla. E questa di Lervig non fa eccezione, sebbene non appaia completamente finta o artificiosa:  è sbilanciata sul dolce ma non è fuori controllo. E' tuttavia  una di quelle birre che dopo qualche sorso ti fanno venir voglia di staccare la spina e bere qualcos’altro.  Caramello, sciroppo d’acero e vaniglia annaffiano uvetta e prugna, l’alcool (12%) è nascosto bene e riscalda senza esagerare; quel poco d’amaro che c’è  proviene dal luppolo e non dalle tostature dei malti. Finezza ed eleganza non sono ovviamente la sua caratteristica principale, nel bicchiere non c’è una gran profondità ma se siete amanti del genere probabilmente l’apprezzerete perché non è affatto cattiva, anzi. Per tutti gli altri, il consiglio è di trovare qualcuno con cui almeno smezzare la lattina. 
Formato 33 cl., alc. 12%, IBU 55, lotto 08/01/2018, scad. 08/01/2023, prezzo indicativo 6.00 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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